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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Regionali 2015, Renzi candica Rossi. Il governatore: "Accetto, assist formidabile"

Il premier scaccia l'ipotesi Boschi: "Credo che sia naturale che il candidato presidente torni ad essere Rossi". L'attuale presidente: "Mi dà forza sia per concludere bene la legislatura, sia per affrontare la prossima campagna elettorale"

Sarà Enrico Rossi a guidare la Regione Toscana anche nella legislatura 2015 – 2020. Parola di Matteo Renzi. E la voce del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi alla guida di quello che fu il Gran Ducato? Spazzata via nel corso di un’intervista esclusiva rilasciata ieri pomeriggio dal premier a Rtv38. Oddio, per la verità l’ipotesi non aveva mai oltrepassato i confini del chiacchiericcio politico e della dietrologia alimentata dalla fazioni- che ci sono- all’interno del Pd. C’era anche uno schema: il ministro Boschi, portato a casa il pacchetto delle riforme, sarebbe stata lanciata alla guida della Toscana, con Rossi dirottato altrove, magari lontano da Renzi. Lontano da Renzi anche Maria Elena Boschi, con il premier, dicono i ‘gossippari’ della politica, decisamente stufo dei rumur che circondano la carriera, e la scalata, della bella ministra. La dimensione da gioco a scacchi (e a dadi) della politica, la componente altamente maliziosa: ecce homo, anzi, ecce donna. E invece...

E invece se Dario Parrini, renziano, parlamentare e segretario del Pd toscano sosteneva apertamente Rossi (della serie, non vedo perché non debba essere riconfermato), nessuno ci faceva caso. E se qualcuno provava a dire, ‘ma signori, attenzione, Rossi in toscana è amatissimo, è il governatore più apprezzato d’Italia, siete sicuri che sia così facile segarlo?’. La risposta era sempre univoca: ‘Lo vuole Renzi, l’80%’. Che sa tanto di ‘Dio lo vole’.

RENZI E L’ENDORSEMENT A ROSSI – Sarà anche così e se è così, vuol dire che ‘l’80%’ del Pd, il ‘segretarissimo’ in dimensione Balena Bianca (41% alle ultime europee) ha deciso di smentire tutti…. previo parere favorevole degli “organismi toscani” (che, per come ha abituato ‘Matteo’, sa di barzelletta): “Io credo – ha detto ieri Renzi, durante un’intervista esclusiva rilasciata a Rtv38 a Forte dei Marmi, durante le sue ultime ore di vacanza – che sia naturale che il candidato presidente torni ad essere Enrico Rossi. Sapete che con Rossi a volte ci siamo becchettati e che su molte cose non la pensiamo nello stesso modo, ma un grande partito al 41% può avere al suo interno posti di responsabilità anche per persone che non la pensano allo stesso modo. Credo che non ci sarà discussione e che alla fine Rossi sarà presidente e che lo farà bene”. Trenta secondi in tv e l’autunno caldo del Pd toscano si è ‘magicamente’ dissolto: chi crede ora, per esempio, che ci saranno le primarie, alzi la mano!

ROSSI – Il governatore Rossi, sentite le parole del suo segretario, raggiunto dall’ANSA, non ha nascosto di certo la propria soddisfazione: “Mi fa piacere il pronunciamento del presidente Renzi e accetto volentieri la candidatura per un secondo mandato alla guida della Regione. Ovviamente spetterà agli organismi dirigenti del partito decidere, ma la dichiarazione del segretario è un assist formidabile che mi da' forza sia per concludere bene la legislatura, sia per affrontare la prossima campagna elettorale”. E ancora: “Voglio inoltre sottolineare il riferimento ad un partito plurale di cui ha parlato lo stesso Renzi, dove possono convivere e confrontarsi opinioni e pensieri diversi. Tutto questo - ha aggiunto Rossi - rafforza il mio sentimento di lealtà e di impegno verso il partito in cui milito”. Impegno e lealtà che, in mattinata, su Facebook, si allargato ad personam: oltre al partito anche a “Matteo”.

#ENRICOSTAISERENO? - Detto questo, al netto delle asprezze passate - della serie, citando Rossi: "La cosa buffa di Renzi è che ha sempre parlato di rottamare la dirigenza Pd, mai Berlusconi" - quando Rossi era dove è ancora oggi e Renzi a Palazzo Vecchio, con la striscia tricolore (Primo maggio al lavoro; il ritardo sui lavori della tramvia; il pressing sull’aeroporto; la Fortezza; il Maggio musicale fiorentino; e poi politicamente: il rottamatore Renzi e il bersaniano – cuperliniano Rossi; la Margherita e il Pci), il caso è chiuso. Certo, se uno si mette a guardare indietro, ad un altro Enrico (Letta), a quel #enricostaisereno, e si sofferma sulle conclusioni, su come è andata la storia, non è detto che Rossi dorma sonni tranquilli…..

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