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La convention dei rottamatori sarà il "Big Ban" della politica

Il sindaco Renzi parla della seconda convention dei rottamatori alla Leopolda. Sarà un punto di inizio, di svolta un vero e proprio "Big Ban"

Forse Lorenzo Cherubini a maggio fu buon profeta quando durante il concerto, prima del singolo Ora che da nome all’album ed al tour, si rivolse al sindaco Matteo Renzi, seduto sugli spalti, dicendogli: “sei in età fertile per cui è il tuo momento, non ascoltare quei vecchi babbioni, vai, fai; se fai delle cose belle poi ti veniamo tutti dietro”. Forse sarà stato questo veloce e vibrante incontro ad aver fatto scegliere a Renzi un pezzo di Jovanotti, Big Bang, per lanciare la Leopolda 2 - l’upgrade. Un anno dopo la prima convention che inaugurò l’epoca dei rottamati e dei rottamatori, il sindaco Renzi ritorna sul luogo del fatto. Così dalle 21 di venerdì 28 ottobre alle 13 di domenica 30 ottobre per Renzi, il rampollo amato ed odiato dal Pd, sempre stabile nell’hit parade elettorale per la corsa alla poltrona di Palazzo Chigi, il politico meno caro al mondo sindacale, dopo aver preso in prestito la terminologia tanto cara alle case automobilistiche e dopo aver pungolato l’intera classe dirigente, è arrivato il momento della proposta alternativa. Come dire, una volta demolito è il tempo di riprogettare lo stabile. Il “Big Bang” generazionale, l’anno zero per una nuova esplosione creativa della politica italiana. Almeno nelle intenzioni del sindaco.

“Nell’anno trascorso è successo di tutto – spiega Renzi  di suo pugno nella propria pagina facebook – e oggi non c’è più bisogno di parlare di rottamazione: la vogliono tutti! Ogni giorno sui media o in rete ci sono nuovi sostenitori del ricambio totale. Bene così, non siamo gelosi. Ma adesso noi sentiamo il bisogno di fare il salto di qualità. Non basta la rivendicazione anagrafica e non basta dire che gli altri hanno fallito: è il momento di tirare fuori le idee. Almeno quelle. Lo faremo senza ricorrere al politichese, dicendo in modo crudo quello che pensiamo. E se qualcuno ci rimane male, pazienza!”. Per Renzi e company, già nella dimensione dei post-rottamatori, è arrivato il momento di prendere le redini del paese o possibilmente tentare l’impresa. Come? Aria, volti e idee nuove. “Vogliamo un Big Bang  - continua il primo cittadino fiorentino – che segni l’inizio di un’altra storia. Basta con i predicozzi di chi ha fallito e ha ridotto la storia a gossip. Basta con chi preferisce partecipare piuttosto che vincere e basta con chi quando per caso vince impallina gli alleati perché si trova meglio in piazza a manifestare che non al Governo per cambiare. Piaccia o non piaccia, ormai tocca alla nostra generazione. Non sappiamo quando, chi e come, ma i fatti di questi mesi dicono che tocca a noi”.
 

Certo: vogliamo, pretendiamo, proponiamo, crediamo e così via. In tutte le vicende umane tuttavia c’è sempre un nodo ineludibile; puoi girare attorno, ignorarlo, chiudere gli occhi, ma alla fine si arriva sempre all’osso. In politica si chiama leadership o candidato premier. E’ inevitabile, soprattutto nell’era della politica televisiva, dei sondaggi, dei volti noti. Dalla Leopolda parte la corsa di Matteo Renzi alla presidenza del consiglio? Potrebbe essere un titolo ed in molti pensano che dalla tre giorni emerga questa spinta popolare. E’ un’ipotesi. Per adesso l’interessato smentisce deciso: “Usciremo dalla Stazione –annuncia Renzi – con una sorpresa. No, nessuna candidatura! Non saremo lì per affermare le ambizioni di qualche io, ma per mostrare che siamo già un noi”. Quindi un noi plurale, una presa di coscienza collettiva, un turbinio ideologico su come dar fiato alla locomotiva Italia. Alcune idee le ha già preannunciate: il dimezzamento dei costi della politica e del sindacato, una RAI libera dai partiti, la riforma meritocratica dell’università, lavoro, debito pubblico, cultura. “Non sopportiamo l’idea – conclude Renzi – di stare in un Paese che spende più per gli interessi sul debito pubblico che non per gli investimenti sulla scuola. Come dire: mettiamo soldi più per le colpe dei padri che non per educare i figli. Triste destino per un Paese che ha sempre dato del tu al futuro. Per cambiare non basta lamentarsi. Dalla Leopolda 2011 usciremo con un carico di proposte, che forse faranno arrabbiare, pensare, discutere. Ma saranno proposte che parleranno dei problemi degli italiani, non delle ansie di una classe dirigente autoreferenziale che procede stanca sul vicolo del tramonto”. Staremo a vedere cosa partorirà questa seconda convention, se un elefante o un topolino, se un nuovo movimento italiano, una nuova linea del centro-sinistra o la macchina che porterà il sindaco di Firenze a correre per la presidenza dei ministri. Intanto per chi vuol informarsi o partecipare:  www.leopolda2011.it oppure www.bigbangitalia.it
 

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