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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica Porta a Prato

Leopolda, Renzi lancia l'allarme brogli. Baricco ministro? "No grazie"

Nella seconda giornata di 'Viva l'Italia Viva' faccia a faccia tra il sindaco e i suoi sostenitori: "Arriverà di tutto, frasine, minaccine, l'ultima settimana è la più dura"

Alla Leopolda è stato il giorno di Alessandro Baricco, di Giorgio Gori, Oscar Farinetti che parla prima di cena e non nasconde l’appetito: “ho una fame bestiale”. Ma è stato anche il giorno dei comitati, di chi in queste ore frenetiche si sta adoperando per concretizzare l’operazione Palazzo Chigi. È stato insomma il giorno dei renziani di ferro. E a loro il sindaco di Firenze e i guru della macchina elettorale hanno mandato un messaggio chiaro: occhio ai brogli.

BROGLI - Alla Leopolda nessuno ne parla esplicitamente ma ad un certo punto spunta un documento, il “Vademecum per i rappresentanti elettorali di Matteo Renzi nei seggi elettorali”. Un manuale di quattro pagine del perfetto delegato di seggio, fitto di buone pratiche da mettere in essere il prossimo 25 novembre. Controllare il seggio, presidiarlo durante tutte le operazioni elettorali (per questo è meglio presentarsi in due, così da darsi il cambio), ma soprattutto un’attenzione spasmodica. A tal punto che prima di chiudersi nel documento compaiono due righe in grassetto: “Fotografare i verbali e trasmettere i dati nella modalità che verranno da noi comunicate in seguito”. Della serie meglio ‘aver paura che buscarne’. Rottamazione o meno, vecchio o nuovo, buono o cattivo, c’è un solco profondo che separa la corrente dei renziani da quella dei bersaniani: la fiducia. E come tra separati in casa è preferibile ricorrere alla prova fotografica. Una sorta di termometro ufficiale di quello che dietro le telecamere di Sky sta accadendo dentro al Pd. È evidente capire come frattura sulle regole sia molto più profonda di quella che pur appare quotidianamente.

MINACCE – Dopo le accortezze da trincea il sindaco di Firenze mette in guardia i suoi da un altro pericolo, le pressioni al fotofinish dei ‘compagni’. Renzi parla a braccio come sempre, ma nell’assemblea dei comitati il linguaggio è ancora più informale del solito, un po’ come capita quando si è  in famiglia. Ed in famiglia, al di là dei sorrisi pubblici, del ‘dopo saremo più forti’, ci si sbottona. E allora Renzi mette in guardia i suoi proprio da chi vuol mandare in pensione: “A quelli che vengono da esperienze di partito pregresse vorrei dire di stare sereni: in questi giorni arriverà di tutto, frasine, minaccine, l’ultima settimana è  la più difficile”. Per questo indossa la fascia di capitano e prova a compattare lo spogliatoio: “Se toccano anche solo uno dei nostri in periferia toccano ciascuno di noi: è bene che quelli del partito lo sappiano”.

GORI – Dopo l’assemblea comincia la convention vera e propria. Dal palco l’annuncio: “Abbiamo superato le 3mila registrazioni”. Giorgio Gori raggiunge il podio targato Sky. Per alcuni è lo stregone della campagna elettorale di Renzi, altri sostengono che il rapporto si sia deteriorato. Una sorta di gelo polare. Gori, alla Leopolda,  si presenta come il migliore amico di Renzi tanto da dire: “Anche se si perde il camper nel garage non ce lo metto proprio”. E ancora: “Hanno cercato di mettere un po’ di zizzania fra noi, senza riuscirci, alimentando la stupidaggine dello spin doctor, del suggeritore. Ma chi conosce Matteo sa che lui ragiona con la sua testa. Secondo voi qualcuno può avergli suggerito la cravatta viola per il confronto a Sky?”

'Viva l'Italia Viva', la seconda giornata alla Leopolda

BARICCO – Dopo Gori, spazio allo scrittore Alessandro Baricco. Lo scorso anno, i cinque minuti di tempo  spesi dall’autore di ‘Seta’, furono i più suggestivi della convention. In quel Big Bang, Baricco parlò di coraggio. Ed è proprio nel segno del coraggio che lo scrittore riprende il filo del ragionamento: “Sto vedendo tutti i personaggi della cultura italiana accodarsi dietro al carro di Bersani: com’è lontano tutto questo dalla partita che giochiamo qua; com’è lontano da qualsiasi coraggio”. “Qui stiamo giocando una partita – ha proseguito Baricco - che nessuno ha mai giocato. Nessuno ha mai veramente pensato di bruciare le navi e ripartire da zero, ma è quello che bisogna fare”. Scende dal palco è c’è chi gli chiede se si senta pronto a fare il ministro della cultura, come si dice sia nei desideri del sindaco: “Ministro della cultura in un governo Renzi? Non sono la persona giusta per rappresentare e dirigere processi che hanno bisogno di una grande forza e determinazione, e anche di una generazione più giovane della mia. Naturalmente servono persone anche capaci di stare in ascolto; in ogni caso non è il posto mio”. Domani l’ultimo giornata, quella più attesa, quella di Renzi che a mezzogiorno terrà il suo discorso ufficiale.

DA REGGIO EMILIA PER SOSTENERE RENZI

PIF ALLA LEOPOLDA

 

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