Alluvione, la Regione vieta le costruzioni sugli argini dei fiumi
La Regione Toscana approva una norma che vieta di costruire nuove edificazioni negli alvei dei fiumi. Mappate le zone a rischio idrogeologico sul territorio
Le ferite di Aulla e della Lunigiana sono ancora fresche e saranno difficili da rimarginare. L’acqua che esonda dagli argini, le strade diventano fiumi, le auto si accartocciano, la drammatica conta dei morti. Tutto cambia per sempre. La Regione Toscana prova a correre ai ripari. Lo fa con una proposta di legge forte e decisa, che forse farà anche discutere, approvata durante l’ultima Giunta. La norma in sostanza si svincola in tre articoli allegati alla finanziaria, l’art. 137, 138 e 139.
ARTICOLO 137 – Il primo pezzo del pacchetto legislativo, una volta licenziato dal Consiglio regionale, vieterà la costruzione di nuove edificazioni o trasformazioni morfologiche negli alvei dei fiumi, nelle golene, sugli argini e nelle fasce laterali per una lunghezza di 10 metri dall’esterno dell’argine. Una vera e propria rivoluzione concettuale. Non solo: la norma vieterà la possibilità di compiere i famosi tombamenti dei corsi d’acqua, che tanto hanno fatto parlare in quelle drammatiche ore dell’alluvione. In estrema sintesi, vietato coprire fiumi o torrenti.
ARTICOLO 138 – Un altro punto decisivo. La proposta di legge, infatti, nelle aree classificate dalla Regione “a pericolosità idraulica molto elevata” consente esclusivamente la realizzazione di infrastrutture di tipo lineare: strade, elettrodotti, metanodotti, in pratica impianti a rete. La Regione ha anche quantificato numericamente e dettagliatamente le zone a forte rischio idraulico, le cosiddette fasce territoriali che raggiungono il livello di pericolo massimo, detto P4. Una vera e propria mappa del rischio. In tutta la regione sono 973 i Km quadrati interessati al fenomeno, circa il 4% del territorio. Un dato che riguarda 263 comuni su 287. L’area più estesa è Vecchiano con ben 42 km quadrati di territorio a rischio. Segue Pisa con quasi 28 Km; Firenze è al quarantesimo posto di questa speciale graduatoria con 5,7 Km di aree. Se il Consiglio regionale darà il via libera all’attuale proposta di legge i territori circoscritti in questa speciale cartina saranno sottratti al mondo dell’edilizia. Per legge la norma non è mai retroattiva, quindi per chi ha già edificato in zone domani possibilmente inibite alla costruzione non capiterà nulla in particolare. Se non per gli interventi di ampliamento e di ristrutturazione edilizia che saranno “consentiti solo a condizione che il progettista garantisca l’assenza o l’eliminazione di pericolo per le persone e i beni, anche tramite sistemi di autosicurezza” e senza che “l’intervento non determini aumento dei rischi e delle pericolosità a monte e a valle”, come recita espressamente una nota della Regione.
“E’ una proposta di buon senso – ha affermato il presidente Enrico Rossi durante la presentazione della proposta di legge questa mattina – che vieta di costruire dove i nostri nonni non avrebbero mai costruito. Nasce a seguito degli avvenimenti alluvionali capitati in Toscana. E’ una decisione importante: in questa regione deve essere messo un punto, che mi auguro venga fissato entro l’anno con l'approvazione della finanziaria. I cittadini devono sapere che dopo aver messo questo punto nelle zone idrauliche ad alto rischio non si edifica più, ed il divieto non si raggira più”.
ARTICOLO 139 – La norma in questione “modifica la legge regionale in materia di bonifica”. Tutto per velocizzare la messa in pratica e di fatto la realizzazione delle azioni urgenti e necessarie a scongiurare il peggio. Per contribuire allo scopo prefissato, cambierà la il persorso amminitrativo che regola le scelte; quella filiera burocratica cioè che spesso appesantisce il sistema dei lavori e l’efficacia decisionale, prolungando il tutto nel tempo. I finanziamenti infatti, che dalla Regione devono passare alle Province, per poi finanziare i lavori dei 33 consorzi presenti nel territorio, salteranno un passaggio. In sostanza dalle casse della Regione i denari passeranno direttamente a quelle del consorzio. L’intenzione è quella di bypassare la Provincia, anche perché per via del vituperato patto di stabilità, molte volte i fondi stanziati rimangano bloccati nell’Ente intermediario.
Per ultimo l’iter legislativo: la norma, ritenuta strategica per la Toscana, è stata allegata alla discussione sulla finanziaria. Ambienti distanti, poco correlati. Una cosa tuttavia fa al caso delle nuove disposizioni sul blocco delle edificazioni in zone a rischio: la velocità. Allegandola alla finaziaria la Giunta ha pensato di inserire il pacchetto in una sorta di autostrada legislativa. Questione di tempi. Se il punto a capo deve essere messo, Rossi lo vuol far presto.