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La Regione preparerà una legge contro i negozi aperti durante le feste

All'incontro odierno tra il presidente della Regione Rossi ed la segretaria Cgil Susanna Camusso è stata annunciato la creazione di una legge per chiudere i negozi durante le festività laiche e religiose

INCONTRO ROSSI-CAMUSSO

La Regione pacifica gli animi dopo lo scontro sull’apertura dei negozi nei giorni di festa. Questo quanto emerso dopo l’incontro odierno tra il Presidente Rossi e la segretaria Cgil Susanna Camusso. Quest’ultima in polemica con il sindaco Renzi accusato di "cercare visibilità" sulla questione del Primo Maggio. Dal canto suo il primo cittadino aveva definito la lettura della questione da parte della leader come "semplicistica e banale".
Come si risolverà? Semplice, è proprio il sito della Regione a diffondere  le intenzioni di Rossi: “Se vogliamo ricostruire un ritmo adeguato tra lavoro e riposo, se vogliamo ridare valore al lavoro e dignità alla persona ci aspetta un cammino lungo. La Toscana farà la propria parte a cominciare dall’iniziativa di legge sul lavoro nei giorni festivi che presenteremo la prossima settimana”.
C’era da aspettarselo, già tre mesi fa la giunta Rossi si stava preparando ad incatenare Palazzo Vecchio, sebbene avesse contro l’ordinanza comunale e la legge statale. Proprio quest’ultima  presenterebbe uno stretto margine di manovra.

Qual è lo scopo? Aiutare i sindaci a governare il problema. “Oggi ci vuole un vademecum per capire chi apre e chi chiude, e questo altera la libera concorrenza. – ha detto Rossi -  Non c’è di peggio per un sindaco, che vedere il sindaco della località confinante rilasciare i permessi”. Insomma verrà preparata una regolamentazione per preservare il valore identitario di alcune feste sia laiche che religiose: Pasqua, Natale, Festa della Liberazione e il Primo Maggio. Secondo Rossi  sarebbe sbagliata l’ideologia “per cui consumo e profitto stanno sopra il valore del lavoro e la dignità della persona. Una ideologia liberistica, economicista e profondamente egoista.”

CONCLUSIONE - Il presidente Rossi, scrive l’agenzia regionale, ha citato esperienze europee: “E da noi chi difende – ha proseguito – le buone tradizioni religiose e socialdemocratiche? Noi dobbiamo lanciare una sfida culturale su questo terreno. La scansione lavoro/riposo non fa male a nessuno e se ci sono regole certe non danneggia nemmeno la grande distribuzione. Dal 2007 al 2009 il reddito delle nostre famiglie è calato di 1,3 punti. Se non c’è ripresa produttiva, se non c’è sviluppo e redistribuzione della ricchezza è difficile che i consumi possano ripartire. Dobbiamo frenare questa rincorsa – ha concluso il presidente Rossi – fare della concertazione un fattore più cogente, non una mera consultazione, e soprattutto affrontare una battaglia politica e culturale per ridare valore al lavoro”.
 

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