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Referendum, Renzi chiude in Piazza Signoria la campagna del Sì

Feroce polemica delle opposizioni. Nel 2014 il premier chiuse qui la campagna delle Europee in cui il Pd prese il 40 % dei voti

Alle 21 di venerdì 2 dicembre il premier Matteo Renzi salirà sul palco di Piazza della Signoria per chiudere la campagna del "Sì" in attesa del voto per il referendum. Nella "sua" Firenze, città dove peraltro il 29 settembre era partito dal teatro Obihall per il tour italiano. Una piazza benaugurante dove nel 2014, chiudendo la campagna delle Europee, il Pd raccolse il 40 % dei consensi. E che negli ultimi due mesi ha visto alternarsi anche la controparte alla partita referendaria: la Cgil, Massimo D'Alema e il leader della Lega Matteo Salvini. Dove lunedì 28 arriverà Alessandro Di Battista (M5S) per il "Restitution Day". Ieri Luigi Di Maio ha già fatto sapere quali siano le intenzioni dei pentastellati: "Se vincerà il No immagino che non ci sarà più il governo Renzi e che il presidente della Repubblica chiederà alle forze politiche cosa vogliano fare. Noi diremo che vogliamo andare alle elezioni il prima possibile".  

Quindi l'ex sindaco se la gioca in casa, dopo la Leopolda novembrina, in una delle piazze più importanti della città. E proprio sulla location non è mancata la polemica in Consiglio comunale. Il Pd fiorentino, dei tre giorni disponibili stabiliti dal disciplinare licenziato via delibera dalla giunta (mercoledì, giovedì e venerdì), si è preso l'ultimo spazio disponibile. In pratica quello prima del silenzio elettorale. 

La questione ha scaldato l'ambiente con il fronte del "No" - soprattutto Sinistra italiana e M5s- che ha additato l'amministrazione comunale di aver dato vita ad un provvedimento ad hoc, cucito addosso al Pd. E di non aver lasciato spazio all'eleganza politica nell'utilizzo dei regolamenti. Polemiche a cui ha voluto replicare il sindaco Nardella, fedelissimo del presidente del consiglio, che ha spiegato: "Non capisco dove sia la discriminazione: abbiamo previsto tre giorni per l'uso della piazza. Un tempo che consente almeno una manifestazione per il 'si' e almeno una per il 'no'. Abbiamo agito nel pieno rispetto delle leggi nazionali e delle regole comunali".

"Invece di accampare scuse - continua - chi vuole sia dia da fare per organizzare manifestazioni. In più lo abbiamo deciso con ampio anticipo, cioè mezzo mese di tempo per prepararsi". Quindi, aggiunge il sindaco, "respingo al mittente qualunque critica pretestuosa, ma non sono sorpreso perchè alcuni dei sostenitori del 'no', invece di limitarsi al confronto sul merito della riforma, continuano a cercare qualunque argomento per alzare polemiche e fare confusione. Io non partecipo a questa polemica, non prendo parte alla confusione".
 

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