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Protesta dei precari delle biblioteche comunali per la clausola sociale | FOTO

La protesta in difesa di 70 posti di lavoro che secondo i manifestanti sarebbero a rischio. L'assessore Givone però precisa come il nuovo capitolato d'appalto contenga già la clausola sociale

Ieri pomeriggio mentre all’interno di Palazzo Vecchio si svolgeva il Consiglio comunale, fuori i lavoratori di biblioteche e archivi pubblici protestavano contro il nuovo bando d’appalto dei servizi esterni delle biblioteche comunali che, secondo i sindacati Cgil e Usb, non tutelerebbe i posti di lavoro dei precari e non garantirebbe il mantenimento delle condizioni economiche degli attuali contratti. Secondo i lavoratori sarebbero una settantina i posti a rischio con il passaggio ad un nuovo aggiudicatario dei servizi.

LA VICENDA DEI POSTI DI LAVORO

Al presidio hanno partecipato alcune decine di precari, che hanno esposto striscioni contro l'Amministrazione e scandito slogan come ''Vergogna, vergogna''. Non sono mancate critiche al Jobs act del sindaco – segretario Pd Matteo Renzi. ''Siamo 70 persone che lavorano per la cultura, con contratti a basso reddito, ma ci occupiamo di servizi di grande rilievo per i cittadini. Non vogliamo rischiare di essere cancellati con un colpo di spugna. L'Amministrazione inserisca nel nuovo bando la clausola sociale'', hanno spiegato i manifestanti.
 
L’assessore alla cultura Sergio Givone rispondendo sul tema in consiglio comunale ha precisato come "all’interno del capitolato speciale di appalto del nuovo bando di gara per i servizi bibliotecari e archivistici del Comune è inserita una clausola sociale per tutelare i lavoratori che già operano per l’amministrazione”.

Pur precisando come “il nuovo bando di gara  prevede le maggiori tutele possibili consentite dalla legge. Osservando la normativa attualmente in vigore ed in particolare l’articolo 69 del codice dei contratti sono state previste ‘condizioni particolari di esecuzione dell’appalto’, ovvero l’aggiudicatario della gara dovrà impegnarsi a riassorbire prioritariamente i lavoratori o dipendenti del precedente aggiudicatario. In sede di valutazione dell’offerta tecnica, come maggior garanzia, è previsto un punteggio specifico per la riassunzione dei lavoratori”. Il membro della giunta Renzi ha precisato come non si potesse inserire l’obbligatorietà della riassunzione perché avrebbe violato “l’articolo 69 del codice” sugli appalti.

Critiche dai consiglieri di opposizione Tommaso Grassi e Ornella De Zordo: “Non si fa riferimento ad alcun contratto collettivo nazionale di lavoro di riferimento, così da poter lasciare mano libera completamente al nuovo aggiudicatario che potrà applicare contratti meno remunerativi a parità di ore lavorate, quali il contratto 'multiservizio', rispetto a quello del commercio che adesso viene applicato ai lavoratori delle nostre biblioteche."

Protesta lavoratori biblioteche sotto Palazzo Vecchio (fonte facebook)

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