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Primarie centrosinistra, Renzi vuole andare a Roma: la città lo premia

Rispetto alle primarie per diventare sindaco, Renzi ha incremento il numero di voti in suo favore. Il bersaniani in Toscana fanno mea culpa e Manciulli lancia anche qualche frecciata prima del rush finale

A quattordici ore dalla chiusura dei seggi c’è un unico dato nazionale, il ballottaggio tra Bersani e Renzi. E' un dato ufficioso, fatto trapelare da Nico Stumpo, coordinatore nazionale delle primarie del centrosinistra, ad Agorà, su Rai3: “Hanno votato circa 3 milioni e centomila cittadini. Bersani è al 44,9%, Renzi al 35,5%, Vendola al 15,6%,Puppato al 2,6% e Tabacci all'1,4%”. Dieci punti circa a favore in favore del segretario del Pd, più del doppio di quelli trasmessi ieri sera dal Comitato Renzi. Numeri che ballano, somme che non tornano. Come quelle di chi ha preso parte al voto; oltre 4 milioni per i renziani, un milione in meno per il coordinamento nazionale.

BALLOTTAGGIO – Cifre che rimbalzano e tuttavia assicurano per domenica prossima il secondo tempo della partita. Per i bersaniani si parte da un più 10, per Renzi, come sottolineato con forza proprio ieri sera alla Fortezza, da uno “zero a zero”. Non c’è che da aspettare. E nell’attesa le cronache politiche si possono concentrare su un dato tutto casalingo, Firenze e la Toscana. La somma delle crocette da ragione a Bersani, ma c’è un dato che balza agli occhi e su cui la sinistra dovrà riflettere: diverse aree geografiche rosse (fuoco) hanno premiato Matteo Renzi. In Toscana il dato è eclatante: Renzi è maggioranza, quasi ovunque.

TOSCANA – Ha vinto a Firenze ma anche ad Arezzo, Siena, Grosseto, Lucca, Pistoia e Prato. Un risultato che prende ancora più forza se analizziamo quello che è successo in alcune roccaforti del Pci. Come a Castelfiorentino dove il rottamare è andato oltre il 60% dei consensi. E le sorprese non sono mancate anche nella cintura fiorentina dove Renzi si è portato a casa Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Calenzano. Ed in questa logica è significativo quello che è successo a Pontedera, la città della Piaggio ma anche di Enrico Rossi, il presidente della Regione Toscana. Anche lì l’ha spuntata Renzi.

FIRENZE – Infine Firenze. Una partita dentro la partita. C’è sì in gioco il piatto ricco, ma anche il contorno ha il suo peso. Una vera e propria consultazione su chi governa la città, a tre anni e mezzo da inizio mandato. E Renzi ieri ha ricevuto una cambiale in bianco. Il dato parla chiaro: il 52% dei fiorentini gli ha dato fiducia, con Bersani che si è attestato poco sotto il 33%. Dodici punti in più rispetto al 2009 per le primarie comunali. All’epoca infatti raggiunse il 40,52% dei voti. Così dentro le mura comunali, così in provincia dove il dato pro sindaco è ancora più confortante: qui l’asticella del consenso si attesta al 55%.

PD – Il problema ora riguarderà la quadratura del Pd locale. Sono due gli scenari possibili da qui a qualche mese: Renzi vince il ballottaggio e lascia Firenze. A quel punto potrebbe scoppiare una guerra fratricida senza casacche, un tutti contro tutti per la successione. Seconda ipotesi: Renzi perde e torna a Firenze con la maggioranza assoluta dei consensi. Numeri ampli dentro cui troverebbe sicuramente posto il dissenso, anche perché più silenzioso.

MANCIULLI, MECACCI – Intanto però chi ha perso prova a rincollare i pezzi: “In Toscana – ha affermato ieri sera a scrutinio aperto il segretario del Pd toscano Andrea Manciulli – ha vinto Matteo Renzi, è evidente e va riconosciuto, ma bisogna anche non drammatizzare questo risultato perché, alla fine, nel dato nazionale, che è quello che più conta, le nostre aspettative per Bersani possono trovare un giusto esito”. Anche il segretario del Pd metropolitano, Patrizio Mecacci, ha riconosciuto la sconfitta ma in questo ha voluto punzecchiare Renzi: “Accolgo volentieri chi ha firmato l’impegno a sostenere il centrosinistra e immagino che sosterranno Bersani dopo che avrà vinto il ballottaggio”. Un Mecacci ancora più pungente sulle pagine de La Nazione di questa mattina: “Sono contento di vedere che dalle mie parti nel Chianti siano venuti a votare anche principi, marchesi e ogni tipo di nobiltà”.

 

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