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Pd, Big Bang dei sindaci. Renzi: "Credo siamo maggioranza"

Parte da Firenze la campagna elettorale di Matteo Renzi, oggi investito dagli amministratori locali di tutto il Paese come il leader della corrente Big Bang

La Polaroid, i Righeira, Mary Poppins ed il Barcellona. Quattro momenti che forse rimarranno scolpiti nel dibattito politico italiano. Quattro immagini ‘proiettate’ da Matteo Renzi nel suo intervento al Big Bang del Palazzo dei Congressi di Firenze. Faranno storia e scuola? Sì, a patto che Renzi vinca le elezioni nella primavera 2013. La forma, come sempre, diventa sostanza una volta tagliato il traguardo. E la forma descritta da Renzi racconta di una politica lontana da “Mary Poppins e dallo schiocco delle dita con cui si sistemano le cose; la stagione del ‘ghe pensi mi’ è finita”. È una foto alla platea con una vecchia ed una nuova Polaroid, che il sindaco con un colpo di scena tira fuori dal podio: “La realtà è sempre la stessa, è la foto che cambia, che racconta un’altra storia. Noi vogliamo rappresentare la realtà con una macchina fotografica diversa”.

ROTTAMAZIONE – E poi i Righera ed ancor prima gli Europe: The Final Countdown e L’estate sta finendo. “Era questa la musica che andava trent’anni fa, quando alcuni dei parlamentari di questa legislatura si sedevano per la prima volta in Parlamento. Ve la ricordate? C’era il muro di Berlino e non c’era ancora internet, e loro erano già lì”. Il tema della rottamazione, nel giorno dell’investitura muta,  riprende fiato e forza: “Chi è in Parlamento da trent’anni può fare un passo indietro. Caro D’Alema, Veltroni, cara Rosy, avete fatto molto, adesso anche basta. I vecchi veri ci hanno insegnato una cosa: si può servire il Paese anche senza essere attaccati ad una poltrona”. Dalla Sala Rossa, per la prima volta stracolma da quando ha preso avvio il dibattito, parte un vero e proprio boato, il più intenso di tutto l’intervento. E si capisce bene come la pensino le ‘truppe’ di Renzi sul ruolo che dovrebbe ricoprire in futuro l’attuale nomenclatura del Pd. Una pacca sulle spalle e l’indicazione dell’uscita, il tutto rispettando il primo comandamento della ‘dottrina’ Renzi, “con un sorriso”.

Renzi sul palco della convention

LEALTA’ – Il sindaco di Firenze parla, le parole sono intervallate da video e immagini, e da un principio forte che sottolinea alzando la voce: lealtà. “Lo dico a Bersani, a cui rivolgo un saluto affettuoso (la platea applaude): se saranno primarie, se saranno aperte e libere, uno di noi ci sarà. E se le perderemo, saremo fin da subito al fianco di chi le avrà vinte e siamo sicuri che accadrà anche a parte inverse”. Finita la ‘sviolinata’ tuttavia arriva il tempo di togliersi i sassolini dalle scarpe; tre sassolini. Partendo proprio dalla lealtà: “Se vinceremo noi, staranno al nostro fianco? Credo di si anche se ancora non l’hanno detto, forse perché sono sicuri di vincere”. E su Bersani: “Peccato che anche stavolta gli impegni del segretario si siano accavallati ai nostri, come successo in precedenza. Fin da subito gli comunico che la Leopolda 3 sarà fatta 15 giorni prima delle primarie”. Ed infine Renzi si è difeso da chi dall’interno lo accusa di essere un uomo che piace al centro destra; un po’ troppo. “Facciamo una riflessione…. piacere a quelli che hanno votato per altri è l'unica condizione per non perdere nuovamente” le elezioni. Applauso, lungo.

Contestazione Maggio Musicale Big Bang Renzi

CANDIDATURA – Renzi si muove, guarda i video, beve, ma tra gli applausi, le invettive, gli affondi, le battute, c’è una tensione accentratrice su cui ruota l’intero intervento: la candidatura. La platea l’acclama, un signore addirittura si alza è gli urla: “Matteo sei un extraterrestre”. Ma lui, anche tra i ‘suoi’, anche qui dove gli 80 speaker che si susseguono sul palco lo chiamano Matteo, continua a giocare a nascondino: “Non un io, ma un noi. Da questo noi arriverà un nome, un candidato”. Che da questo noi arriverà un candidato è certo; che sia Matteo Renzi, è altrettanto certo. Da qui non si scappa. Tra il plurale ed il singolare c’è la stessa differenza che separa primarie libere e aperte da quelle strutturate su un registro elettorale.

Il palco del Big Bang degli amministratori locali

MAGGIORANZA – Con una convinzione in più: “Credo che noi siamo la maggioranza nel partito democratico. Non io Matteo Renzi o Matteo Richetti – ha proseguito – ma noi amministratori. Nel mondo dei militanti del centrosinistra la nostra scommessa è essere maggioranza: se il 14 ottobre non lo saremo vorrà dire che abbiamo sbagliato, che è stata una visione azzardata. Del resto si sbagliano anche le previsioni su Euro 2012”. Parole che sanno di slogan, gli slogan da piena campagna elettorale. Detto o non detto, una cosa è ufficiale. Lo era prima, oggi lo è ancora di più: la corrente Big Bang interna la Pd ha un unico leader, Matteo Renzi, che da queste parti per qualcuno è un extraterrestre.

RENZI: "MAGGIORANZA PD". ROSSI: "LO DIMOSTRI CON PRIMARIE INTERNE PER ISCRITTI"

LA SERRACCHIANI SUL PALCO DELLA CONVENTION

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