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In tre dalla Toscana per eleggere il Capo dello Stato

Il Parlamento regionale ha deciso: Enrico Rossi, Lucia De Robertis e Stefania Fuscagni saranno grandi elettori. Torna il "patto del Nazareno" toscano: scelti due Pd e un Forza Italia. Polemiche contro l'asse Renzi-Berlusconi

Saranno il presidente della Regione Enrico Rossi, la vicecapogruppo Pd in Consiglio Lucia De Robertis e la portavoce dell'opposizione Stefania Fuscagni i tre "grandi elettori" toscani che il prossimo 29 gennaio si recheranno a Roma per la seduta comune del Parlamento che eleggerà il nuovo presidente della Repubblica. Si consolida così uleriormente anche in Toscana il "patto del Nazareno": l'intesa fra Partito democratico e Forza Italia ha permesso un gioco di voti incrociati (ogni consigliere aveva a disposizione due preferenze al massimo) che hanno blindato l'elezione. Un patto che ha provato a spezzare la candidatura di Marina Staccioli (Fratelli d'Italia), lanciata in aula dal capogruppo Giovanni Donzelli come "unica alternativa per portare a Roma una persona che non risponde ai diktat di Renzi e Berlusconi". La proposta, però, non ha fatto presa, dato che Staccioli ha ottenuto soltanto quattro preferenze: anche i sette "dissidenti" del gruppo regionale del Pd, che nelle scorse ore si sono schierati con i bersaniani contro i capilista bloccati per la legge elettorale "Italicum", hanno comunque preferito non disallinearsi anche in questa occasione.

Il patto del Nazareno in salsa toscana resta solido anche per la scelta, dichiarata in aula dal Nuovo centrodestra e da alcuni esponenti del gruppo misto, di votare scheda bianca (nell'urna ne sono state trovate ben otto), per contestare il cambiamento del metodo annunciato in apertura di seduta dal presidente del Consiglio Alberto Monaci (Pd). E' stato Monaci stesso, già eletto grande elettore due anni fa, a fare un passo indietro dichiarando "finita l'epoca del metodo istituzionale" per scegliere i grandi elettori: nell'ultima occasione furono eletti il presidente della giunta Rossi e presidente e vice dell'assemblea, appunto Monaci, e Benedetti (allora Pdl, oggi Ncd). Una decisione che, se non altro, ha aperto all'elezione di due donne. "Evidentemente - ha commentato l'esponente di Sel Mauro Romanelli - si cambia lo schema per mandare a Roma esponenti accondiscendenti con Renzi e Berlusconi". 

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