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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica Borgo San Lorenzo

Turismo: l'ospedale dismesso di Luco forse diventerà un resort di pregio

L'ex ospedale potrebbe diventare un resort di pregio. Il complesso è inutilizzato da circa vent'anni. L'immobile potrebbe essere venduto o dato in concessione

Per far tornare il monastero trecentesco camaldolese di Luco del Mugello allo splendore di un tempo si “accoglierebbe” anche l’idea di farlo trasformare in un resort di pregio. E’ una delle ipotesi ventilate per quello che, dal 1871, è stato l’ospedale della frazione di Borgo San Lorenzo. Struttura ora abbandonata da circa vent’anni. Il vecchio “convento delle contesse di Luco” potrebbe infatti diventare un albergo, un po’ come è accaduto in Spagna a tanti palazzi e castelli in rovina trasformati negli anni Cinquanta in “parador”. Gli ingredienti ci sono tutti, compresa la vicinanza dell’autodromo del Mugello e i clienti che potrebbero arrivare anche dal circo dei motori.

“Perché il vecchio ospedale diventi un albergo occorrerà trovare qualcuno che creda nel progetto e che acquisti l’immobile o che comunque ci investa” ricorda l’assessore al bilancio della Toscana, Riccardo Nencini. Un acquirente infatti ancora manca: la Regione si rivolgerà al mercato, con un avviso pubblico, dopo il cambio di destinazione. Ma la scelta è fatta e la giunta regionale ha avviato lunedì l’iter per il cambio di destinazione urbanistica dell’immobile, da sanitaria a turistico-ricettiva, approfittando della procedura semplificata possibile per le proprietà pubbliche attraverso programmi unitari di valorizzazione. Entro qualche mese sarà così firmato con il comune di Borgo San Lorenzo l’accordo di programma, dopodiché al massimo entro 120 giorni – per l’inizio dell’estate – la variante urbanistica potrà dirsi approvata.

“E’ il primo piano unitario di valorizzazione, promosso dalla Regione, che viene approvato da quando è entrata in vigore nei mesi scorsi la legge n.8 della Toscana che recepisce le direttive del governo” ricorda Nencini. E l’obiettivo è duplice. “Da un lato aiutare la vendita – spiega l’assessore -, ma anche far rinascere questo stupendo edificio che trasuda storia in lungo e in largo”. Velocemente. Con il cambio di destinazione d’uso la Regione spera infatti di poter rendere più appetibile il bene, che già figura tra le proprietà alienabili, trovare così più facilmente acquirenti e recuperare almeno 3 milioni di euro o forse qualcosa in più: in ogni caso almeno i 2 milioni e 500 mila euro spesi qualche anno fa per acquistare dalla Asl lo stabile, quando il mercato immobiliare viaggiava su ben altre cifre e l’Università di Firenze era interessata a realizzarci un polo decentrato di agraria e zootecnia. Poi l’Università fece retromarcia ed altre idee si sono fatte avanti: da un centro congresso ad un convitto per studenti, da uno spazio dove poter valorizzare la gastronomia locale e la filiera corta ad una scuola di cucina o una struttura per l’infanzia e l’adolescenza. Alla fine ha avuto la meglio la vocazione turistico-ricettiva, valutata dall’Irpet, l’istituto di programmazione economica della Toscana a cui la Regione aveva affidato uno studio, come la via più conveniente da battere.

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