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Il Maggio apre i battenti, Mehta ai fiorentini: "Dateci una mano, svegliatevi"

Alla presentazione del 77° festival Bianchi: "Sul piano di risanamento non possiamo aspettare i comodi del commissario straordinario". Salvo il MaggioDanza, il 10 maggio l'apertura di 'Opera Firenze'. Mehta a Renzi: "Defiscalizzare la cultura"

Doveva essere il giorno della presentazione del 77° festival del Maggio musicale fiorentino (30 aprile – 4 luglio 2014). E in parte, lo è stato. In parte perché, nella sostanza è stato il giorno dell’ultimatum: “Il piano industriale lo abbiamo fatto, primi tra tutte le fondazioni liriche, dentro ci sono tutte le condizioni inderogabili di legge. I compiti a casa li abbiamo fatti, ora è il caso che li facciano le istituzioni. Ci aspettiamo che approvino questo piano: la fondazione non può ancora aspettare i comodi del commissario straordinario nominato dal governo, dopo gli accordi presi con sindacati e creditori”. Parole e musica di Francesco Bianchi, commissario straordinario dell’ente lirico, che ha provato a suonarle ad un altro commissario, Pierfrancesco Pinelli commissario delle fondazioni liriche, incaricato di vagliare i piani di rilancio per i teatri d’opera da presentare in conformità con la legge “Valore Cultura”. Quella norma, introdotta dal Governo Letta, che, nel triennio 2014-2017, potrebbe consegnare al Maggio il gettone per rigiocarsi il futuro. Anche perché davanti al presente c’è sempre il segno meno, anche se in decisa risalita. Scrive il Sole 24 Ore sui conti in rosso: “12,2 milioni di perdite 2012, 3 milioni nel 2013 che derivano (anche) dai debiti accumulati negli anni (30 milioni di euro) e dall’incapacità di farvi fronte con i flussi di cassa”.

Bianchi, lanciato l’ultimatum, ha spiegato che, nel corso della trattativa con Pinelli, le richieste finanziarie del Maggio al Mibac sono state diminuite rispetto a quelle originarie. “Fatti i compiti a casa”, alleggerite le pretese, per il commissario fiorentino è arrivato il tempo di batter cassa e ‘riscuotere’: se entro il mese prossimo non arriveranno tali risorse “potrebbero succedere cose anche molto gravi e spiacevoli, perché ci troveremmo in una situazione di disequilibrio finanziario rilevantissima”. Bianchi suona la carica, Dario Nardella, il vicesindaco di Firenze, seduto alla sua destra, fa la battuta: “A Pinelli fischieranno le orecchie”. Bianchi, anche lui sorridendo, risponde: “È giusto che sia così”.

MAGDA – Come detto, ci sarebbe stato un festival da presentare. Ma ieri, nella sala degli Elementi di Palazzo Vecchio è stata anche la giornata dell’orgoglio e dei ringraziamenti a lavoratori e sindacati per gli sforzi fatti per chiudere il piano triennale di rilancio. E delle buone notizie: “Maggio Danza – ha sottolineato Bianchi – è stato salvato. Davide Bombana sarà il nuovo direttore. I nostri ballerini saranno distaccati alla società Magda , con cui abbiamo firmato una lettera d’intenti: questa società ci assicura 30 rappresentazioni l’anno, e inoltre ha una sua attività, per la quale usufruirà di questi 18 ballerini”.

LOGO OF-2SITO WEB E NUOVO LOGO – C’è stato spazio anche per il lancio del nuovo sito della Fondazione: operadifirenze.it. Nuovo indirizzo, nuovi connotati. Più dinamico, intuitivo, più svelto per la compravendila dei biglietti. Un dominio nuovo di zecca per un teatro nuovo di zecca. Non Parco delle Musica, non Nuovo Teatro dell’Opera. Ma più semplicemente, Opera Firenze. Il ‘bestione’ bianco pietra delle Cascine, l’opera architettonica più imponente collegata alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unita d’Italia, preceduto dalla piazza più grande di Firenze, si chiamerà Opera Firenze e aprirà i battenti il prossimo 10 maggio (tre anni dopo l’Unità). “Abbiamo scelto la parola ‘opera’ – ha spiegato il commissario – perché è la parola più cercata sui motori di ricerca, ancor prima che teatro”.

Il 10 maggio ‘l’Opening Gala’. “Non è un’inaugurazione – ha sottolineato Nardella, “il sindaco del futuro”, come lo ha chiamato il maestro Zubin Mehta durante la conferenza stampa –, quella c’è già stata. È l’apertura ufficiale del nuovo teatro che non chiuderà mai più”. Quindi, visto che il focus della discussione era incentrato molto più sulla politica che sulla messinscena, il vicesindaco ha voluto chiarire un punto: “Ho trovato il ministro Franceschini estremamente attento, sensibile al progetto del nuovo teatro, al corso del nuovo teatro e agli sviluppi del progetto che riguarda il rilancio del Maggio Musicale Fiorentino. È stato il primo argomento del quale abbiamo parlato in occasione della visita al Collegio romano di qualche giorno fa”. Franceschini “mi ha garantito che provvederà a fare le nomine che gli competono per quanto riguarda il Comitato di Indirizzo in tempi rapidissimi e mi ha anche detto che darà la massima attenzione al piano triennale che ora è all’attenzione del commissario Pinelli. Ci aspettiamo che il Ministero faccia il massimo”.

MEHTA – Infine la parola è toccata al direttore principale dell’orchestra del Maggio. Da indiano un pezzo autentico di cultura italiana, fiorentina e mondiale: Zubin Mehta. Il massimo impegno per ‘Tristano e Isotta’, di Richard Wagner, l’opera con cui si aprirà ufficialmente il cartellone del festival e per la serata di gala del 10 maggio. Poi l’anniversario di Strauss “con una grandissima cantante, Anja Harteros”, il noto soprano tedesco, una delle voci attualmente più apprezzate al mondo: “Dopo che ha cantato, per un po’, non si può sentire più musica”. Detto questo, visto che ieri non c’era troppo spazio per la poesia, anche Mehta ha cambiato spartito. Prima si è appellato ai fiorentini: “Devono svegliarsi e aiutare il Teatro. Non posso più sentire che i fiorentini sono avari e non aiutano economicamente il Maggio. Adesso basta: apre il nuovo teatro, qui comincia una nuova. Fiorentini, per favore, svegliatevi”.

Poi si è rivolto direttamente a Matteo Renzi, presente al gala del 10 maggio: “Abbiamo un buon amico a Roma. Era già un anno che chiamavo Renzi primo ministro. Ogni volta che lo incontravo gli dicevo: ‘Mister prime ministre’. Alla fine ho avuto ragione”. Fatti i saluti, raccontati gli aneddoti, il secondo appello: “Al nostro primo ministro, che sta facendo tante riforme, ho soltanto una cosa da chiedere: gli auguro, veramente di cuore, di fare la defiscalizzazione anche per la cultura perché questo sarebbe importantissimo”. E ancora: “Fare la defiscalizzazione sarebbe importante non solo per la cultura. Ospedali, università, tutti ne approfitterebbero. Ne avevo parlato anche con il signor Monti – ha continuato il direttore – che era d’accordissimo ma forse è stato poco tempo al Governo per poterlo fare. Adesso c’è Renzi che rimarrà a lungo, spero di tutto cuore che riesca a realizzare la mia richiesta. Dico al Governo e al mio amico Matteo Renzi – ha concluso Mehta – per favore, fai questa defiscalizzazione, svelto!”.

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