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Omicidio a Scarperia, la Lega: "Servizi sociali e psichiatria hanno fatto il possibile?"

In consiglio regionale è stata presentata un'interrogazione sulla tragica vicenda del 14 settembre

Il 14 settembre Niccolò Patriarchi (34enne nato a Figline Valdarno) ha ucciso a coltellate il figlio di un anno ed è stato quindi arrestato dai carabinieri. L’uomo, secondo quanto riportato dalla stampa, è accusato anche del tentato omicidio della figlia di 7 anni e della convivente, madre dei suoi figli. Il delitto è avvenuto nella frazione di Sant'Agata del comune di Scarperia - San Piero a Sieve.

Ieri la Lega ha presentato un'interrogazione sulla vicenda in consiglio regionale. Patriarchi sarebbe infatti stato affetto da una grave malattia psichiatrica ed era in cura presso il locale servizio di igiene mentale.  "I servizi sociali e il reparto di psichiatria che hanno assistito l'uomo hanno seguito i protocolli previsti in situazioni analoghe?” hanno chiesto i leghisti all'assessore alla sanità Stefania Saccardi. Il delitto, ricostruisce l’interrogazione, era stato preceduto da episodi di violenza in famiglia già noti alle forze dell’ordine e ai servizi sociali a partire dal 2015.

La Lega ha chiesto alla giunta se la Regione non ritenga “di immediata urgenza” adoperarsi presso il Ministero di Grazia e Giustizia  per rendere più efficaci i controlli su soggetti sotto indagine giudiziaria che presentano disturbi psichiatrici, proprio per evitare “le estreme conseguenze verificatesi nell’episodio di Scarperia”.

I leghisti si sono poi domandati se, a seguito della chiusura dell’Opg di Montelupo, sia stato predisposto e sia efficace un sistema alternativo di detenzione dei criminali psichiatrici e infine se la Regione Toscana, data la debolezza dei componenti le famiglie in cui è presente un malato psichiatrico pericoloso, non intenda “intervenire fornendo una più efficace assistenza per garantire la sicurezza”.   

La risposta dell'assessore Saccardi 

L'assessore ha letto in aula stralci della relazione sanitaria trasmessa alla Direzione Generale dell’Azienda Usl Toscana centro dal servizio salute mentale della zona Mugello, dove si desume che, “fatto salvo un periodo compreso tra il 2013 e il 2014, l’uomo è stato in trattamento nel servizio di salute mentale del Mugello per soli 6 mesi (dicembre 2017-maggio 2018), non è mai stato ricoverato in Tso, ha volontariamente interrotto le visite al centro di salute mentale preferendo farsi seguire privatamente; sono state formulate diverse diagnosi e l’ultima in ordine temporale parla di ‘disturbo della personalità’”, quindi non assimilabile a un disturbo mentale propriamente detto.

“E’ in corso una indagine della magistratura per appurare se siano stati commessi errori nel caso specifico – ha affermato Saccardi – l’indagine interna svolta dal Dipartimento di salute mentale e dipendenze non ha evidenziato al momento elementi che depongano in tal senso”. “Spiace rilevare come la cronaca giornalistica citata nell’interrogazione sia stata spesso improntata al sensazionalismo – ha concluso – purtroppo non tutto si può prevedere e restiamo in attesa degli esiti dell’indagine della magistratura”.

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