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Digitale terrestre più vicino, arriva la legge del consiglio regionale

Una legge per sostenere il passaggio al digitale terrestre. Bloccato un emendamento Pdl contro le emittenti che trasmettono televendite a carattere pornografico

Un siluro di salvataggio lanciato dalla Regione Toscana verso le emittenti locali. Una scialuppa gettata nel mare del digitale terrestre che sta per bagnare con le nuove frequenze tutta la regione. I primi di novembre si chiude con lo switch off, addio per sempre all’obsoleto segnale analogico.
La Regione aveva richiesto una deroga al Governo, dopo l’anticipazione del provvedimento, ma nulla da fare, tra meno di sessanta giorni si dovrà essere pronti. Per questo in consiglio regionale è stata approvata una legge di sostegno con un consenso quasi all’unanime, vista l’unica astensione registrata.

RISORSE - Le risorse destinate sono rimaste invariate 1.050.000 euro. Da ripartire tra gli adeguamenti delle emittenti locali, 750mila euro,  mentre  i restanti 300mila saranno consegnati agli enti locali non coperti dal segnale.
Approvato anche un ordine del giorno presentato dalla commissione cultura che impegna la Giunta toscana a "implementare le risorse per l'attuazione della legge, prevedere un bando per l'assegnazione dei contributi alle emittenti locali premiando quelle che trasmettono una programmazione di qualità". Sì anche ad un emendamento Pdl secondo cui si dovranno revocare i finanziamenti a chi non onorerà gli impegni di programmazione. Respinto invece la proposta pidiellina che mirava a escludere dagli "aiuti" le emittenti che trasmettano televendite con carattere pornografico o attinenti al magico o al paranormale.

CRITICHE - Ciucchi, del Gruppo Misto, ha definito i finanziamenti come “esigui e non sufficienti rispetto alle altre regioni”. Critica anche la Lega Nord che aveva messo all’ordine del giorno l’esonero del pagamento del canone Rai, per le case che non saranno coperte dal segnale digitale. Respinto. Chiarificatrici le parole di Vittorio Bugli Pd “l'importante ora è fare in modo che tutti possano vedere la televisione; il canone viene dopo”.

 

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