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Mafie e infrastrutture: verifiche su appalti Avr, respinta mozione 5 Stelle in regione

I pentastellati chiedevano la ricognizione delle attività toscane della holding che gestisce Fipili e strade fiorentine, sospettata di contiguità alla 'ndrangheta

Il Consiglio regionale della Toscana ha respinto una mozione presentata da Andrea Quartini (M5S), che chiedeva il monitoraggio delle opere infrastrutturali in seguito alle indagini che hanno coinvolto Avr, la holding sottoposta per 6 mesi ad amministrazione giudiziaria (e non a 'sequestro' come scritto in un primo momento, ndr) su disposizione del gip del Tribunale di Reggio Calabria per presunti rapporti con la ‘ndrangheta.

Quartini ha ricordato come Avr in Toscana "si occupi con Global Service della gestione ordinaria e straordinaria di tutte le strade di Firenze, nonché della manutenzione della Fi-Pi-Li (dal 2012)", mentre "a Pisa si è occupata della sanificazione stradale per l'emergenza Covid-19".

L’atto, nello specifico, intendeva impegnare la Giunta a prevedere una ricognizione completa delle commesse e degli appalti, conclusi o in corso d'opera, assegnati ad Avr sul territorio toscano.

E a operare una successiva verifica della corrispondenza tra dichiarazioni e progetti ed effettiva esecuzione "in termini di materiali, qualità costruttiva, salubrità e sicurezza", "anche tramite acquisizione documentale e accertamenti in sito e sui materiali".

Si chiedeva infine di predisporre una verifica sul numero di richieste di risarcimenti per danni subiti da persone o cose "a causa di denunciate inadeguatezze di strutture stradali e infrastrutture gestite da Avr”.

"La Toscana è flagellata ancora una volta da uno scandalo e nessuno sembra accorgersene - commenta Quartini dopo la bocciatura della mozione - AVR, l'azienda che ha lentamente conquistato, passo dopo passo, in molte città della Toscana, tra cui Firenze, anche il mercato degli appalti sulla pulizia, della raccolta dei rifiuti, e della manutenzione di molte strade della regione, è al centro di una pesante inchiesta giudiziaria”.

“Inchiesta che non riguarda la Toscana, ma l'azienda stessa e i suoi rapporti con alcuni politici. Per la sicurezza dei toscani e non solo, avevamo chiesto non la revoca dell'appalto - perché i dipendenti non hanno colpe - ma che si verificasse come venivano eseguiti e come erano stati eseguiti i vari lavori di questa azienda”.

“Bastava una supervisione, una verifica, solo per permettere ai cittadini di viaggiare tranquilli per le nostre strade. La maggioranza di sinistra della Regione però ha battuto il pugno sul tavolo. Ed è questo, francamente, che ci inquieta, e non poco".

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