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Mukki, Nardella: "Tutela delle stalle e del lavoro ma pronti a vendere"

La città metropolitana "non nasce per fare le mozzarelle, no a partecipate". Discorso diverso per il Comune di Firenze: "Mukki non è strategica. Vendiamo, ma non domani. Con Regione aperto confronto"

“La città metropolitana non nasce per fare le mozzarelle”. Vero finché Dario Nardella parla da sindaco della città metropolitana. Altra cosa quando, sempre da Palazzo Vecchio, indossa la fascia tricolore del Comune di Firenze. In quel caso il dossier Mukki diventa una questione di principio, anzi, da strutturarsi su due principi. Comune e città metropolitana di Firenze, un intreccio istituzionale determinato dalla legge Delrio, che sul tema evidenziano due posizioni distinte.

La questione, nel merito, poggia su un assioma e su due sottotitoli. L’assioma l’ha creato il Comune di Pistoia che ha deciso di metter in vendita il 18,416% del pacchetto azionario della Centrale del latte toscana a capitale pubblico (Comune e Camera di commercio di Firenze che la controllano in sindacato rispettivamente col 42,858% e l''8,069%, la regionale FidiToscana col 23,892%, Comune di Pistoia col 18,416%, e Comune di Livorno, Area Livornese e Provincia di Livorno con il 6,759%). Una mossa preceduta dal lancio di un avviso pubblico per eventuali manifestazioni di interesse da presentare entro il primo dicembre alle 13 e su cui, a quanto risulta alla Dire, potrebbero presentarsi in quattro: Granarolo, Parmalat, Latte Maremma e, anche se più defilata, la Centrale del latte di Torino – Tappo Rosso. I due sottotitoli li ha scritti la politica. Prima il governatore Enrico Rossi, deciso a dismettere tutte le partecipate in capo alla Regione tranne FidiToscana.

NO PARTECIPATE – Presupposto che tuttavia non riguarda il capitale controllato in Mukki dalla finanziaria regionale che Rossi è intenzionato a vendere. L’altro sottotitolo l’ha dato in mattinata Nardella, proprio durante i lavori del consiglio metropolitano: “La città metropolitana di Firenze non attiverà nessuna nuova partecipata e non approverà nessun ingresso in società partecipate già esistenti, perché non nasce per dar vita a nuovi carrozzoni”. Da qui l’affondo sulle mozzarelle. Un ragionamento che riguarda l’essenza stessa di Fiditoscana dentro Mukki che in passato, oltre alle quote della Regione, ha assorbito quelle della Comunità montana e della Provincia di Firenze. Parte, quest’ultima, che passerà in capo alla metropoli fiorentina e su cui Nardella si dice pronto alla “dismissione”.

All’interno del medesimo solco, tuttavia, si inserisce prepotentemente la posizione del Comune di Firenze che, con oltre il 42% del pacchetto azionario, in Mukki fa la voce del padrone. E’ qui che la questione va articolandosi sui due punti cardine. La vendita delle quote Mukki? “Non la faremo domani”, avverte Nardella. Tuttavia se Lorenzo Perra, assessore al bilancio con delega alle partecipate del Comune di Firenze, aveva parlato di un “alleggerimento” della presenza di Palazzo Vecchio dentro la Centrale del latte nel medio e lungo periodo, gli scatti di Pistoia- che ha fatto da lepre- e di Rossi hanno agitato le danze. E la parola vendita è tornata ‘di grido’. “Mukki- precisa Nardella- si vende a due condizioni: che la capacità produttiva, la grande qualità, delle nostre stalle e delle nostre imprese agricole non sia messa in discussione, così come la forza lavoro”. Due paletti, più un terzo, quello fissato da Perra: “Nessuno parli di svendere”. Resta il fatto che la doppia accelerata Pistoia-Rossi obbliga Firenze a fare delle scelte, a cui tuttavia Nardella non vuol sottrarsi: “Non si tratta di società strategiche e con la Regione, come Comune di Firenze, siamo pronti al confronto. Ne parleremo con Rossi ma dovremo sentire anche i sindaci del Mugello”. (Agenzia Dire)

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