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Il sindaco di Palazzuolo contro la Tares: "E' un incubo per tutti"

Il primo cittadino Menghetti: "E' una tassa nata male in quanto non tiene in considerazione le zone disagiate ed il reddito delle famiglie"

Il sindaco di Palazzuolo sul Senio Cristian Menghetti si scaglia contro la Tares: “ E' un incubo per i cittadini e le amministrazioni comunali”. La vecchia Tarsu, oggi rinominata Tares, è la nuova tariffa per lo smaltimento dei rifiuti e per l’erogazione dei servizi ambientali; il nuovo incubo che incombe sulle tasche dei cittadini, ma anche sulla coscienza degli amministratori, costretti ad applicarla.

E' stata infatti osteggiata fin dalla sua prima comparsa perché troppo esosa, fino al suo “congelamento” da parte del governo, ma la stangata resta comunque dietro l’angolo. In definitiva per il primo cittadino mugellano “la Tares turba il sonno di chi la deve pagare, ma anche di chi è costretto ad applicarla! L'amarezza più grande è quella di non poter decidere, di non poter dare una risposta alle realtà locali, consapevoli che la bolletta però porterà su scritto il nome del tuo comune. Una tassa iniqua, che non tiene conto del reddito, non tutela le famiglie numerose e non considera le difficoltà delle piccole attività che si mantengono faticosamente in equilibrio”.

Cosa cambierebbe quindi per le tasche dei cittadini? Gli aumenti colpiranno soprattutto le famiglie numerose perché la variabile decisa dal governo sul numero dei componenti è sostanziale, più aumentano le persone che vivono dentro la casa e più cresce la Tares. “Se fino allo scorso anno potevamo vantare di avere la tassa sui rifiuti più bassa del Mugello e di buona parte della Romagna, dal 2013 anche i Palazzuolesi saranno costretti a pagare quanto i residenti degli altri comuni” spiega amareggiato Menghetti.

Per questo definisce la Tares “una tassa nata male in quanto non tiene in considerazione le zone disagiate ed il reddito delle famiglie obbligando i comuni a chiedere gli stessi soldi ad un operaio e al benestante. Mettere mano al tassa sui rifiuti sarebbe stata una buona occasione per legarla al reddito, con equità e progressione, invece a pagare saranno sempre i soliti”.

Grande preoccupazione anche per le attività commericali. “A causa della Tares rischiamo di rimanere senza fruttivendolo e senza fioraio visto che per dei negozi di 30 metri quadrati si troveranno a sborsare quasi 800 euro, cifre folli se paragonate al reddito di queste piccole attività che in montagna sopravvivono grazie alla propria virtuosità e non certo per il loro giro di affari” chiude il primo cittadino.

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