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"Mattarella non rischia l'impeachment", la voce dei costituzionalisti fiorentini

I professori della scuola "Paolo Barile" hanno lanciato un appello in difesa dell'operato del presidente della Repubblica

"E' profondamente sbagliata l’idea che il Presidente della Repubblica sia un organo “neutro”, un semplice notaio. 

Il comportamento del presidente Mattarella appare del tutto conforme alla lettera della Costituzione e alla prassi. La sua interpretazione di quello che nelle condizioni date rappresenta il superiore interesse nazionale può certo prestarsi a critiche, come del resto avvenuto in un recente passato di fronte a scelte presidenziali determinate da circostanze non meno eccezionali di quelle attuali, ma non sul piano del rispetto della Costituzione.

Appare pertanto assolutamente inammissibile che si possa anche solo evocare la messa in stato d’accusa del presidente, ai sensi dell’art. 90 Cost. Ciò significa confondere i due diversi piani su cui va valutata questa vicenda, con il rischio grave di minare alle radici uno dei presidi fondamentali del nostro sistema costituzionale".

Così i professori di diritto costituzionale della prestigiosa scuola fiorentina "Paolo Barile" hanno smontato la tesi per cui il presidente della Repubblica rischierebbe di finire sotto stato di accusa da parte del Parlamento per non aver dato il via libera al governo giallo-verde guidato dal professor Conte. La lettera è stata sottoscritta da Enzo Cheli, Paolo Caretti, Ugo De Siervo, Stefano Merlini, Roberto Zaccaria, Stefano Grassi, Cristina Grisolia, Elisabetta Catelani, Massimo Carli, Orlando Roselli, Giovanni Tarli Barbieri, Andrea Simoncini, Andrea Cardone e Duccio Traina. 

Nel nostro ordinamento la messa in stato d'accusa del presidente (impeachment) è possibile per i reati di alto tradimento e attentato alla Costituzione. Nella storia della repubblica il procedimento è stato avviato nei confronti del presidente Leone (coinvolto nello scandalo Lockeed) e Cossiga (per il suo ruolo nell’organizzazione segreta Gladio). Il procedimento però, così come è previsto nella Costituzione, non è mai stato portato a termine: i presidenti si sono sempre dimessi prima della sua conclusione.

LE PREROGATIVE DEL PRESIDENTE

I costituzionalisti nella lettera elencano anche quali sono i compiti affidati al capo dello Stato dalla Costituzione. “L’organo presidenziale - scrivono i giuristi - è titolare di poteri propri che insieme gli assegnano una funzione d’indirizzo politico costituzionale (come sosteneva Paolo Barile), volto a garantire il corretto funzionamento del sistema e la tutela degli interessi generali della comunità nazionale. A ciò rispondono, tra l’altro, il potere di rinvio delle leggi alle Camere perché ritenute manifestamente incostituzionali, i poteri che gli competono quale presidente del Consiglio Superiore della Magistratura e del Consiglio Superiore di Difesa, il potere di grazia, il potere di nomina del Presidente del Consiglio e, su proposta di quest’ultimo, dei Ministri, il potere di sciogliere le Camere. L’esercizio di alcuni di questi poteri richiedono il concorso di altri soggetti istituzionali e, per quanto riguarda la nomina dei ministri, il concorso del Presidente del Consiglio incaricato. Qualora tale concorso non si realizzi, l’ultima parola spetta al capo dello Stato, il quale assume su di sé in pieno la responsabilità delle sue decisioni”.

LE INIZIATIVE #IOSTOCONMATTARELLA

Da domenica sera è partito un tam-tam online di iniziative in difesa del capo dello Stato. Sul sito fare.progressisti.org è possibile sottoscrivere una petizione in difesa del presidente. Tanti politici e comuni cittadini hanno condiviso un video o un testo a sostegno di Mattarella seguito dall’hashtag #iostoconmattarella.

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