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Marchionne attacca Firenze, i fiorentini si scatenano sulla rete

Dopo che l'Ad Fiat ha definito la città "piccola e povera" sui social network si è scatenata la 'sommossa'. E anche Renzi non le manda a dire: "Sciacquati la bocca"

Quello che fa la Nazionale con l’Italia, Marchionne l’ha fatto con Firenze. L’Ad Fiat c’è andato giù peso e per replicare a Renzi che in mattinata non gliele aveva mandate a dire, “hai tradito gli operai”, ha tirato in ballo prima il presidente Usa (“Renzi è la brutta copia di Obama”), poi se l’è presa con Firenze: “citta piccola e povera”. Apriti cielo.

SCIACQUATI LA BOCCA – Passano i minuti e la notizia si diffonde così come la rabbia colorita dei fiorentini. Da queste parti non toccare mai la Fiorentina e Firenze. Così il web nostrano si riempie di commenti. A cominciare dal proprio da Renzi, il “sindaco di una città piccola e povera”. “Avendo io creduto al progetto Fabbrica Italia – ha scritto Renzi sulla sua bacheca facebbok – mi sono detto deluso della retromarcia dell'Ad Fiat. Aveva garantito che avrebbe investito, non lo ha fatto. Marchionne ha replicato che io sono "una brutta copia di Obama" e che Firenze "è una città piccola e povera". Vorrei dire all'ingegner Marchionne che è liberissimo di pensare che io non sia un politico capace. Ma prima di parlare di Firenze, città che ha dato al mondo genio e passione, faccia la cortesia di sciacquarsi la bocca, come diciamo in riva d'Arno. Attacchi pure me, ma che senso ha offendere una città che si chiama Firenze e i suoi abitanti?”.

PIERACCIONI – Pochi istanti dopo e arriva anche il twitt di un fiorentino doc, Leonardo Pieraccioni: “Marchionne quando ha detto ‘è piccola, povera’ parlava davvero di Firenze o era il nuovo slogan x la Punto?”.

Renzi, Pieraccioni ma l’orgoglio ‘viola’ o gigliato è a caduta. “Marchionne gobbo”, scrivono alcuni, altri “Marchionne chetati”. Poi c’è chi è più puntiglioso e risponde per punti: “Caro Marchionne. Punto primo: cambiati quel cavolo di golfino, e datti una lavatina. Punto secondo: "piccola e povera" detto da uno che fa quei troiai di macchine sa di offesa freudianamente rivolta a te stesso. Punto terzo: l'uomo che comprò la Chrysler, ma i soldi non erano i suoi. Punto finale: a forza di delocalizzare mi sa che l'intelligenza l'hai lasciata in una Panda prodotta in Serbia”.

Su facebbok la ‘guerra’ impazza. La sagacia fiorentina è conosciuta. “Marchionne ci sono più turisti in un bar della "piccola e povera" Firenze in un giorno che acquirenti della Duna in un anno intero”, gli rammenta qualcuno. E sempre sul solco Duna: "Marchionne a noi la Duna non ci sarebbe mai venuta in mente".
La consigliera comunale di Fli, Bianca Maria Giocoli, non sente ragioni e passa al contrattacco: “Marchionne chieda scusa a Firenze. Ma come si permette uno che è nato a Chieti di dire che Firenze è una piccola e povera città. Si vergogni”.

NARDELLA – E sempre rimanere in ambito politico non manca di farsi sentire anche il vicesindaco di Firenze, Dario Nardella: “Io vorrei dire molto umilmente al signor Marchionne che Firenze sarà anche la piccola povera città di un piccolo povero paese, dove però lui non ha la residenza. Ha scelto infatti di averla in Svizzera, un bel paese ricco, dove le tasse sono anche più basse. Sarebbe poi il caso che, invece di perdere tempo ad insultare i politici e soprattutto una città come Firenze in modo così volgare e sciatto, si dedicasse un po’ di più alla sua azienda”.

E rimanendo in politica non può passare inosservato il commento del consigliere dell’Udc, Massimo Pieri, che la butta sulla rivalità storica con l’odiata Juventus: “Le scuse da parte di Marchionne dopo l’infelice battuta su Firenze sono doverose, non solo nei confronti dei cittadini, ma anche della storia della nostra città. Mi verrebbe da dire che, davvero, gli juventini non si smentiscono mai: abituati a vincere facile, quando vengono criticati non sanno che rispondere se non stupidaggini, come in questo caso”. E subito dopo Pieri è Emanuele Roselli, consigliere Pdl, ha ironizzare: “Si ricordi che Firenze ha costruito il Duomo e Palazzo Vecchio. Fiat, la Multipla

Sul caso Marchionne-Firenze arriva anche il commento del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che difende il capoluogo ma si toglie allo stesso tempo qualche sassolino dalla scarpa (il sassolino in questo caso ha un nome e un cognome, Matteo Renzi): “Marchionne attacca Renzi dichiarando che è sindaco di una "città piccola e povera". La congruità di questo giudizio è smentita dall'opinione pubblica di tutto il mondo che, a volte anche in modo eccessivo, ritiene Firenze una città bellissima e, insieme alla Toscana, culla di civiltà, cultura e benessere. Questo sproposito di Marchionne è per me un’ulteriore conferma. Altri avevano preso sul serio i propositi dell'Ad della Fiat. Solo chi non voleva vedere poteva credere che, in cambio di un po' di diritti che valevano qualche milione all'anno, si sarebbe potuto ottenere, in Italia, un investimento da 20 miliardi. Altri ci hanno creduto, io no”.

VENDOLA – E nella sfilata di commenti alle parole di Marchione, c’è il tempo anche per la presa di posizione di un altro candidato alla guida del centro-sinistra, Nichi Vendola: “Le parole insensate di Marchionne contro una città che incarna a livello universale i valori di civiltà, di bellezza, di cultura sono rivelatrici di quello stile padronale volgare che i lavoratori hanno potuto purtroppo sperimentare sulla loro pelle nel corso di questi anni nella vita quotidiana negli stabilimenti del gruppo Fiat”. “Sono vicino – prosegue Vendola – ai cittadini e alle cittadine di Firenze e al suo sindaco, Matteo Renzi. Firenze continuerà a rappresentare per tutti noi una risorsa di democrazia per tutto il Paese”.











 

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