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Centinaia con Rossi e Nardella contro il razzismo: “Da Firenze alternativa a oscurantismo” / FOTO

Oltre 2mila500 adesioni all'appello di sindaco e governatore: "Non neghiamo i problemi dell'immigrazione, ma noi non soffiamo sul fuoco delle paure"

Una piazza per dire no al razzismo, all'intolleranza, alla criminalizzazione dello 'straniero' e del 'diverso'. E' quella che ha risposto all'appello del sindaco Dario Nardella e del presidente delle Regione Enrico Rossi, lanciato la scorsa settimana per rispondere alla proposta del ministro dell'Interno Matteo Salvini di un “censimento sui rom”.

“Gli ebrei raccontavano 'si parte dagli zingari e si arriva a noi'”, sottolinea il presidente Rossi, ricordando, al pari di Nardella, gli 80 anni dalle leggi razziali emanate in Italia nel 1938, durante il fascismo. “La pagina più infame della nostra storia - scandisce Nardella -, e ricordiamoci che la democrazia non è data una volta per tutte, bisogna conquistarla ogni giorno”.

In piazza sventolano bandiere del Pd, dell'Arci, della Cgil, dell'Anpi, vessilli dell'Associazione nazionale ex deportati. Ci sono anche diversi esponenti delle comunità Rom, Sinti e Camminanti, dietro un grande striscione che dice 'Basta razzismo contro i rom'.

“Vivo in un campo, con tre figli che studiano tutti. I campi rom sono stati voluti dalle istituzioni italiane, anche noi vorremmo soluzioni più dignitose”, dice Ernesto Grandini, presidente della comunità Sinti di Prato. “La situazione è peggiorata, aumentano le offese. Pochi giorni fa dei ragazzi ci sono passati davanti e ci hanno detto 'adesso arriva Salvini con il lanciafiamme a spazzarvi via'. Ero con i miei figli, è stato bruttissimo”.

E contro il leader della Lega si scaglia anche Rossi. “Resistiamo alla disumanità di chi dice 'è finita la pacchia' (parole del ministro dell'Interno, riferite agli immigrati, di pochi giorni fa, ndr) o 'faremo pulizia'. I problemi legati all'immigrazione esistono ma non si risolvono individuando dei capri espiatori”, aggiunge il presidente della Regione.

“Conosco bene - dice anche il sindaco Nardella -, le paure e le ansie dei miei cittadini, anche legate al fenomeno epocale dell'immigrzione. Ma noi, a differenza di altre forze politiche, non rispondiamo con gli strumenti dell'odio, del razzismo, dell'intolleranza, delle strumentalizzazioni. Noi diciamo no al razzismo e sì alla legalità, ma non soffiamo sul fuoco delle paure delle persone. Diciamo no all'equazione straniero uguale criminale”.

Il sindaco poi ricorda sia Duccio Dini, il 29enne travolto e ucciso domenica 4 giugno dopo un inseguimento tra auto guidate da rom, che Idy Diene, il 54enne venditore ambulante senegalese ucciso a colpi di pistola il 5 marzo scorso da un pensionato fiorentino. “Entrambi - dice – sono stati uccisi in maniera brutale e li abbiamo pianti con la stessa intensità e orgoglio, respingendo ogni vergognosa strumentalizzazione, perché la dignità della vita non ha colore”.

“Firenze - conclude il sindaco -, è di per sé una risposta a una politica oscurantista che usa il linguaggio dell'intolleranza. Può essere il luogo da dove ripartire per costruire un'alternativa democratica, di sinistra e in gereale che mette al centro i volori di libertà e uguaglianza della Costituzione italiana, rispetto a forze politiche estremiste che lanciano messaggi di paura”. Rossi, dal canto suo, conferma che chiederà a Salvini l'autonomia regionale per gestire il sistema dell'accoglienza.

FOTO - Presidio contro il razzismo: in centinaia nella piazza di Nardella e Rossi

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