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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Città metropolitana senza risorse, Nardella al governo: "Dateci local tax unica"

Il sindaco chiede semplificazione e risorse dentro l'unica imposta ipotizzata dal governo Renzi: un pezzo dell'imposta da destinare ai comuni, "una quota parte da reindirizzare alle città metropolitane"

“Al governo chiedo che nella riorganizzazione della tassazione fiscale non dimenticarsi delle città metropolitane”. Il grido di allarme lanciato martedì dal consiglio metropolitano bolognese ha riecheggiato ieri mattina anche a Firenze. Il punto centrale di quest’onda lunga- che tiene insieme governo, Anci e sindaci- sta dentro quel capitolo spinoso che racconta, quando la discussione sulla legge di stabilità è nel pieno del vortice, i tagli agli enti locali (per le province si parla di tre miliardi di euro nel triennio 2015-2017) legati a doppio filo a quelle risorse finanziarie necessarie per mettere in esercizio le dieci aree metropolitane. Risorse che, secondo Bologna, sono totalmente assenti visto che Palazzo Malvezzi si troverà ad avere a disposizione solo due milioni di euro per erogare i servizi oggi garantiti dalle province. Per questo Dario Nardella, in questa partita ‘sindaco alla seconda’ - Comune e Città Metropolitana di Firenze- lancia in corso d’opera la sua proposta per garantire il sostentamento delle metropoli: “Visto che l’idea è quella di semplificare tutta la tassazione locale, la mia proposta è di fare ancora di più: la local tax sia unica”.

Dentro l’unico poi, la scorporazione del totale e quindi delle risorse: un pezzo dell’imposta da destinare ai comuni, “una quota parte, in sostituzione delle attuali imposte delle province- tra le altre addizionali come Rc auto, tassa sui rifiuti-, da reindirizzare alle città metropolitane” per dare ossigeno finanziario al nuova entità istituzionale a partire già dal 2015. Oggi il cittadino di Firenze, continua, “paga le tasse al Comune e alla Provincia; se parliamo di razionalizzazione delle imposte, io dico semplifichiamo veramente: facciamo un’unica local tax”. Ma così non c’è il rischio che alla fine il cittadino paghi di più? “No, affatto. Questo lo decideranno i sindaci e se ne assumeranno le responsabilità”, ribatte Nardella ai giornalisti ribadendo che si tratta di semplificare non aumentare. Il premier Renzi “pensa alla local tax come strumento di autonomia fiscale per i sindaci. Dopodiché saranno i sindaci a decidere se applicarla per intero, in parte o in parte minima”.

TAVOLO CON DELRIO – Questione complessa, poche risorse per tutti, polemiche in vista. Per questo Nardella ha chiesto al sottosegretario Delrio “un tavolo di confronto dedicato solo alle città metropolitane” e non al resto delle province di secondo livello. “Noi contestiamo che il taglio di un miliardo di euro abbracci due diversi enti costituzionali. È opportuno distinguere”. Una distinzione ed una cerchia ristretta tra interlocutori che sta nel merito della questione e non nella logica “di una guerra tra enti”. La questione, centrale, infatti riguarda la concezione stessa- quindi i tratti distintivi e le specifiche- che separano le città metropolitane dalle province di secondo livello.

E un tema-crocevia: i tagli agli enti locali che gettano nello stesso calderone quel che rimane delle province e le aree metropolitane. Una scelta su cui Nardella non nasconde la proprie perplessità perché un conto “è il taglio da un miliardo di euro alle province di secondo livello” che sottintende “un piano di progressiva dismissione”, un altro è tagliare le risorse alle città metropolitane rendendone precaria “la missione”.

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