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Stop al recupero delle indennità, 'salve' le buste paga di 3mila dipendenti pubblici

Con il decreto 'salva integrativi' dentro al 'Salva Roma' i dipendenti di Palazzo Vecchio non dovranno restituire le somme percepite negli anni scorsi su cui è in corso un'indagine della Corte dei Conti

Vi ricordate le proteste sotto Palazzo Vecchio, le assemblee pubbliche, gli scioperi i fischietti, le padelle e i megafoni dei dipendenti del Comune di Firenze? Ogni lunedì – o quasi – puntuali a protestare contro il prelievo forzoso in busta paga per via di un’indagine del Mef che ha buttato l’occhio sulla “lievitazione” nel corso degli anni del salario accessorio (fino al 2009). Un’indagine partita inseno al Consiglio comunale, avviatasi per mano dell’allora consigliere Gabriele Toccafondi (oggi, nel Governo Renzi, sottosegretario in quota Ncd all’Istruzione). Poi il ministero dell’Economia e Finanza, infine le carte sono approdate alla Procura della Corte dei Conti che ha aperto un fascicolo.

Mentre i pm stavano facendo di conto, l’amministrazione Renzi è corsa ai ripari avviando una sorta di prelievo preventivo nel caso lo Stato, su quei contratti siglati tra parti sociali e funzionari di Palazzo Vecchio, riscontrasse un dolo da milioni di euro. Da qui – c’è questo ma non solo: il malcontento riguarda anche i tagli al contratto integrativo decentrato di secondo livello (ferie, festività, premi di produttività) – le proteste sotto le mura spesse del palazzo comunale.

Fino a ieri, quando la procedura si è congelata e il ‘grande inquisitore’ si è fatto ‘amico’ della causa. Per via proprio del Governo Renzi e del decreto “salva integrativi” dentro al “Salva Roma”. Con il decreto quindi si stoppano le procedure di restituzione per i circa 3mila dipendenti.

Come scrive Repubblica Firenze:

Le indennità ritenute illegittime restano sospese ma almeno non scatteranno dal 2015 i recuperi , cioè i rimborsi all’ente che ogni singolo dipendente avrebbe dovuto fare - con un vero e proprio piano di rientro – a partire dall’anno prossimo, per cifre anche alte, fino a 15-18 mila euro, seppure in comode “rate”, per periodi fino a 72 mesi.

Cosa dice il provvedimento, approvato nel Consiglio dei ministri di venerdì scorso, che secondo i testi circolati finora riprende un pezzo del decreto 1322 sugli enti locali nelle scorse settimane? La disposizione, di fatto, rende inapplicabile la nullità delle clausole contrattuali stipulate in violazione delle norme vigenti. Dice di più: per gli enti che rispettano il Patto di stabilità, anziché recuperi delle somme indebite , il testo approvato prevede che le cifre illegittimamente elargite ai dipendenti possano essere compensate sui fondi futuri. In pratica una specie di “condono”.

DE ZORDO-GRASSI – “Il Comune – hanno attaccato i due consiglieri di perUnaltracittà e Sel, da sempre a fianco della protesta – revochi la messa in mora, che comportava la restituzione di somme fino a 18.000 euro per servizi effettivamente prestati. Restituisca le somme finora sospese e sani finalmente un contenzioso che ha pesato non poco nei rapporti tra amministrazione e dipendenti i cui stipendi, ricordiamocelo, si aggirano sui 1.000-1.200 euro mensili. I dirigenti e il personale a chiamata non era infatti stato toccato dalle riduzioni decise dall'amministrazione”.

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