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Arrivano i “rinnovatori” del PD ma non chiamateli renziani

Ieri l'incontro dei Meccanici Democratici che rifiutano l'appellativo di corrente. Gasparotti: "Le polemiche vengono da grandi vecchi o grandi giovani che rischiano di riprodurre schemi ormai passati"

Firenze sembra diventata la foce a delta della politica della sinistra. Ieri sera è partita nella cornice di piazza Santa Maria Novella una nuova linea, quella dei rinnovatori. Sul palco anche il numero due di Palazzo Vecchio Nardella, presenti anche alcuni assessori comunali. Un ammutinamento? Un laboratorio della politica? Chissà se all’ombra della Torre di Arnolfo si troveranno a confronto diverse fazioni.

La pista battuta sembra la stessa dei rottamatori: via le vecchie leve dalla politica e lasciare spazio ai nuovi. L’idea dei rinnovatori, rifiutano l’appellativo di renziani, è quello di cambiare. Al centro della piazza lo scheletro di una barca, un relitto, che rappresenta il Paese Italia lì lì per affondare.

L’organizzazione è quasi lo specchio della convention, “Prossima Fermata Italia”, sette minuti cronometrati d’intervento a testa. Presente l'economista Irene Tinagli, il vicepresidente dell'assemblea del Pd Ivan Scalfarotto, la deputata Paola Concia e il sindaco di Cagliari Massimo Zedda (in collegamento video).
Mancano sia il sindaco Renzi, in vacanza, che Pippo Civati, giusto ieri sera a Scandicci alla festa del Pd: "All'inizio non sono stato invitato - racconta il consigliere regionale lombardo - e quando mi hanno contattato era tardi perché avevo già preso l'impegno di stasera. Peccato, mi sarebbe piaciuto curiosare".
Sebbene i rinnovatori non vogliano apparire una corrente nuova, meglio Meccanici Democratici, godendosi la funzione di riparatori del già esistente, le linee sembrano similari a quelle dei cugini rottamatori. Si è parlato di due iniziative legislative popolari per la riduzione dei costi della politica, dal taglio dei vitalizi all'abolizione delle Province, e di una nuova legge elettorale maggioritaria con primarie e collegi uninominali.

"Noi lavoriamo dentro il Pd - spiega il coordinatore delle Officine Giuliano Gasparotti -, siamo per il rinnovamento e contro la logica delle correnti e delle etichette. Certo, siamo in sintonia con molte delle cose che fa Renzi, ma non vuol dire essere renziani". Poi, su alcune critiche all'iniziativa, circolate nei giorni scorsi anche all'interno del partito, Gasparotti osserva: "Le polemiche vengono da grandi vecchi o grandi giovani che rischiano di riprodurre schemi ormai passati".

 

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