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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

San Colombano: Renzi inaugura il collettore per la riva sinistra dell'Arno

Si chiama ERSA, Emissario Riva Sinistra dell'Arno, e permetterà la depurazione delle acque reflue di metà Firenze e Bagno a Ripoli ancora non collegate al depuratore di San Colombano. Il premier: O facciamo le infrastrutture o pagheremo multe salate"

ERSA è realtà. A meno di un anno dalla inaugurazione e consegna dei lavori per il secondo lotto, l’Emissario in Riva Sinistra è terminato e da oggi colletta i reflui di circa 120 mila abitanti all’Impianto di Depurazione di San Colombano. Un’opera fondamentale per la tutela dell’ambiente e per la città di Firenze che termina in clamoroso anticipo rispetto alla tabella di marcia prevista ad inizio lavori. Il collettore, come detto, permette la depurazione delle acque reflue di metà di Firenze e Bagno a Ripoli ancora non collegate al depuratore di San Colombano.

Se i lavori sul primo tratto dell’Emissario si sono conclusi nel marzo scorso oggi sono stati completati gli interventi relativi ai circa 2 chilometri di tubazione la cui ultimazione era inizialmente prevista entro novembre 2014. E’ stato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi in persona ad effettuare la manovra meccanica di apertura della paratia che ha consentito di fermare la corsa dei reflui che si gettavano ancora in Arno e che da oggi vengono invece indirizzati al grande depuratore di San Colombano. Una manovra, quella del Presidente del Consiglio, che ha reso operativo ERSA, l’Emissario Riva Sinistra dell’Arno, lungo complessivamente 7,4 km, rendendo così l’intera area metropolitana fiorentina la prima in Italia depurata al 100% e chiudendo una storia vergognosa di scarichi nel fiume che è andata avanti per secoli.

RENZI – “Noi – ho sottolineato Renzi – pagheremo sanzioni durissime se non saremo capaci ad investire in acqua, aria e servizi pubblici. O l’Italia fa infrastrutture che non si vedono, o il Paese rischia di pagare milioni di euro di multe”. E ancora: “Il nostro obiettivo nei prossimi dieci anni è quello di portare l’Italia sia alla guida, e non al traino, dei processi infrastrutturali. “Noi – continua – abbiamo oltre 150 miliardi di euro da spendere nei prossimi anni, uno dei campi di azione deve essere anche l'ambiente. Certo dobbiamo investire nelle reti digitali e nelle autostrade informatiche senza dimenticare, però, le infrastrutture ambientali”. “L’Italia – conclude – deve tornare a profumare di futuro”.

Le caratteristiche tecniche dell’opera - Il più grande cantiere idrico italiano
L’emissario in Riva Sinistra consiste nell’interramento di una tubazione che corre per 6,8 km lungo l’asse principale sull’argine dell’Arno. A questa si aggiunge una conduttura di un 1 metro di diametro lunga 600 metri, che raccoglie i reflui che scaricano attualmente nel Fosso degli Ortolani e sono collettati anche gli scarichi di Bagno a Ripoli per 20.000 abitanti. Il costo complessivo dell’opera è di 71,5 milioni di euro, comprensivo anche dei costi per la messa in sicurezza e la bonifica di un’immensa area grande come 15 campi di calcio, utilizzata nei decenni scorsi come discarica abusiva di rifiuti dell’edilizia e del dopo-alluvione di Firenze, individuati lungo il tracciato. È di circa 14 milioni l’importo per i lavori del secondo lotto.

Il secondo lotto
Il secondo lotto, suddiviso in 3 sotto-sezioni che sono state realizzate parallelamente, prevedeva il collegamento tra l’Emissario meridionale e il Fiume Greve, punto di congiungimento al primo lotto che è stato ultimato a marzo 2014. Il tratto iniziale consiste in uno scatolare prefabbricato in cemento armato (300x300 cm) lungo circa 800 metri. In affiancamento di questo è stata posata una condotta di acquedotto in ghisa sferoidale, una fornitura aggiuntiva dell’appalto.

La seconda sezione del tracciato prosegue in una condotta in ghisa sferoidale del diametro di 1,8 metri per
una lunghezza di circa 750 metri. La terza e ultima sezione, che collega il secondo al primo lotto, avviene per mezzo di una condotta in ghisa sferoidale del diametro di 2 metri per una lunghezza totale di circa 650 metri. Di questi, i primi 250 metri attraversano l’Area Naturale Garzaia, particolarmente importante dal punto di vista naturalistico. Per questo primo tratto lo scavo, anziché essere armato con blindaggi di tipo lineare graduale, è stato contenuto in palancole a perdere per la salvaguardia ambientale e faunistica dell’area. In quest’ultima sezione, confluisce una tubazione in ghisa (diametro 1 metro) attraverso la quale sono avviati a San Colombano i reflui trattati attualmente dal depuratore di San Giusto (in via di dismissione) compresi quelli provenienti dalla rete di Scandicci, dal Galluzzo più il contributo scolmato dal manufatto derivatore sul fosso degli Ortolani.

Selezione e differenziazione delle terre di scavo
Oltre allo scavo per la posa della tubazione, gli operai al lavoro nell’area hanno allestito le piazzole in cemento armato per lo stoccaggio dei materiali provenienti dallo scavo. Il terreno è stato subito analizzato e, per evitare qualunque contaminazione con l’ambiente esterno, le piazzole sono state rivestite in PVC e le acque di scolo in caso di pioggia convogliate al depuratore attraverso una condotta fognaria specifica. Se il materiale estratto dallo scavo era di buona qualità in parte è stato macinato con un mulino mobile e riutilizzato per ricoprire lo scavo (questo è accaduto con circa l’80% del materiale estratto). Se invece erano presenti rifiuti o fanghi che rendevano impossibile il riuso, i terreni sono stati avviati in discariche autorizzate (per circa il 20%).

Un metodo innovativo di scavo mai utilizzato in Italia
La rapidità di esecuzione dei lavori è stata possibile grazie all’innovativa tecnologia di scavo acquistata in Germania, che sfrutta il cosiddetto ‘blindaggio lineare’. Questo sistema consente di posizionare i pannelli di contenimento all’interno dello scavo in modo semplice, rapido ed efficace. Le travi che sostengono i pannelli lasciano sufficiente spazio per calare i tronconi di tubo in totale sicurezza, agevolando il lavoro degli operai e dei macchinari impiegati.

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