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Manifestazione Ataf: "Il Comune sarebbe orientato a vendere il 100%"

Leoni della Fisal ieri durante il corteo ha annunciato: "Il comune sarebbe orientato ha vendere il cento per cento". Poi il tira e molla sotto Palazzo Vecchio: il 31 di maggio Renzi incontrerà i sindacati

“La notizia che ho appreso oggi intorno alle tredici è quella secondo cui il comune di Firenze sarebbe orientato alla vendita del cento per cento delle quote Ataf; siamo molto perplessi e preoccupati per un ordine di grandezza indescrivibile”. L’annuncio è di quelli esplosivi, a dirlo il segretario regionale del Faisa – Cisal, Amerigo Leoni. Comincia così la lunga giornata dei lavoratori dell’Ataf, che ieri hanno incrociato le braccia per ventiquattro ore, ma soprattutto sono tornati nuovamente, a distanza di un mese, ad urlare sotto le mura di Palazzo Vecchio il loro disappunto per il piano industriale che prevedrebbe l’ingresso del capitale privato nel ramo dei servizi.
Il nuovo piano industriale è ormai cosa risaputa; alla base del nuovo riassetto c’è la volontà di divedere Ataf in due aziende: una patrimoniale, che amministrerebbe i beni immobili, l’altra gestionale (che esiste già e ha già un nome, Ataf Gestioni s.r.l., regolarmente registrata, all’insaputa di molti, nel dicembre 2010) controllerebbe i servizi attraverso l’ausilio di denari privati, che entrerebbero in Ataf con una quota societaria che si attesterebbe attorno al quaranta per cento. L’indiscrezione del segretario Leoni farebbe saltare il banco, infatti, subito dopo precisa: “la nostra unica fortuna è che ancora non esiste un acquirente che abbia intenzione di investire milioni e milioni di euro senza delle certezze concrete”.
Di là dai numeri e delle quote, quella di ieri è stata la giornata dello sciopero a della manifestazione. L’adesione è stata massiccia, i mezzi per le strade della città si contavano sulle dita. Come sempre sono state rispettate le due finestre giornaliere di garanzia ma ugualmente ci sono stati diversi disagi per i cittadini: il grosso del pendolarismo si è traferito sui viali. Fin dal mattino lunghe code sono state registrate in particolar modo per accedere in piazza della Libertà.

Manifestazione Ataf

La manifestazione. Il corteo è partito da vile dei Mille attorno alle sedici e trenta. Circa trecento autisti si sono mossi alla volta di Palazzo Vecchio con l’obbiettivo, dichiarato da tempo, di incontrare il sindaco Matteo Renzi. “Se non ci accoglie, come presumo che farà, – ha affermato alla partenza il coordinatore della Rsu Ataf, Alessandro Nannini – noi staremo sotto il comune ad aspettarlo. Prima o poi dovrà riceverci, anche perché, finché non lo fa, noi non ce ne andiamo”.  Viale dei Mille, via Masaccio, piazza della Libertà. Quando il corteo attraversa i viali è l’ora di punta, si formano code chilometriche con la città che si spezza in due. “Tanto per cominciare– afferma Massimo Milli della Rsu aziendale per la Filt Cgil – chiedo e chiediamo scusa per i disagi creati alla cittadinanza”. Per quel che riguarda lo stato attuale dell’azienda e il senso di questa nuova giornata di protesta, Milli non ha dubbi: “siamo tutti insieme e tutti uniti alla volta di Palazzo Vecchio per chiedere ancora una volta cosa vogliano fare, perché allo stato attuale ci è stato solo raccontato; se vogliamo entrare sul merito, il fatto rilevante è che non c’è nessun tipo di strategia, nessun tipo di obbiettivo da perseguire e nessuno scopo da raggiungere. Per quel che riguarda l’associazione che rappresento potremmo anche non esser contrari all’ingresso del privato ma noi chiediamo con forza che i lavoratori possano gestire questo percorso senza subirlo”.

Manifestazione Ataf 2

Palazzo Vecchio. Via Cavour, il Duomo, via del Proconsolo e finalmente piazza Signoria. Quando il corteo si avvicina ai pietroni del comune, dal corteo gli slogan si fanno più duri e costanti: “Matteo, stiamo arrivando”; “Ataf è nostra e non si tocca, la difenderemo con la lotta”. Sotto le porte di Palazzo Vecchio si accendono i fumogeni. Entrano tutti in piazza, striscioni, camioncini, bandiere, tutti vogliono parlare con il sindaco; ma il sindaco non scende e i cori e gli “inviti” continuano incessanti. Comincia un lungo tira e molla tra l’amministrazione ed i sindacati. Arriva la notizia che l’assessore al bilancio, Angelo Falchetti, è disponibile a ricevere una delegazione sindacale. Nannini sale su una panchina, prende il microfono e dice: “con Falchetti abbiamo già parlato, vogliamo parlare con Renzi. Fino a quando non scende noi rimaniamo qui”. Scende Bruno Cavini, il portavoce del sindaco. Comincia una trattativa lunga e spigolosa, fatta di sms, tra Cavini e Renzi, e l’incredulità e la diffidenza dei sindacati.
Qualche minuto e il portavoce fa vedere ai rappresentanti un sms mandato a Renzi: “martedì trentuno maggio. Ok?”, risposta del sindaco “Ok”. I sindacati continuano a non fidarsi, vogliono un comunicato ufficiale del comune. Il portavoce cerca di mediare, ma i sindacati non transigono, rimangono lì sotto e cominciano a girare i primi piatti di polenta. Da dentro Palazzo Vecchio arriva un comunicato dell’Ansa in cui vi è riportato il giorno dell’incontro. Potrebbe essere l’ufficialità, ma i sindacati rispondono picche, vogliono in mano un documento ufficiale. Si scaldano, cominciano a volar parole grosse, e piazzano tre tende davanti al portone: “noi dormiamo qui”. Dopo le nove arriva il comunicato ufficiale tanto agognato; è il rompete le righe, è la fine di una giornata lunghissima ed estenuante che però alla fine ha prodotto un risultato inaspettato: la prossima settimana il sindaco incontrerà la Rsu Ataf. Martedì trentuno maggio sarà scritto quindi un nuovo capitolo di questa vicenda lunghissima.
 

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