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Taglio delle festività laiche, il presidente Rossi: “Non si toccano”

Il presidente Rossi dice no all'accorpamento delle festività laiche che verrà discusso venerdì a Roma. "Per me il 1 Maggio, 25 Aprile, 2 Giugno, Natale e Pasqua non si toccano"

Il Governo sta pensando di ridurre, o meglio accorpare, le festività laiche del nostro calendario per aumentare i giorni lavorativi. Questo dopo la proposta di tagliare di una settimana le ferie per i lavoratori. In pratica le feste verrebbero comunque festeggiate ma solo di domenica. E' questa la decisione che potrebbe essere presa già venerdì dal Consiglio dei ministri su input dei sottosegretari Polillo e Catricalà. Nel mirino le festività 'civili' del 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno. Rispettivamente festa della Liberazione, dei Lavoratori e della Repubblica. E per non farsi mancare niente anche il patrono relativo a ogni città.

Un’idea già sentita durante il ministero Tremonti che l’agosto scorso aveva lanciato l’idea di far slittare i festeggiamenti per 25 aprile e 1 maggio alla domenica successiva.  Ma la levata di scudi è già pronta. Bipartisan. Da una lato il consigliere comunale pidiellino di Firenze Francesco Torselli, dall’altro il presidente della Regione Enrico Rossi.

"Lunedì prossimo –  ha spiegato il consigliere Torselli - presenterò una risoluzione in Consiglio comunale per chiedere al sindaco Renzi di adoperarsi con ogni mezzo in suo possesso per difendere la festività di San Giovanni Battista che, da sempre, è sinonimo di Firenze. Come per il patto di stabilità, quando Renzi si disse pronto a sfidare tutto e tutti per sforarlo, adesso vogliamo che la stessa caparbietà e determinazione, il nostro primo cittadino la metta in campo per difendere una delle tradizioni, se non la tradizione, più bella della nostra città. Caro Monti, di sacrifici ne abbiamo già fatti tanti, tutti, ma non chiederci di sacrificare la nostra identità ed il nostro sentimento di appartenenza alla nostra terra. Giù le mani da San Giovanni".

Rossi si affida a facebook per il suo niet: “Il vizietto della Destra. Per far crescere il Pil anziché pensare agli investimenti si vuole accorpare le festività. E ovviamente si pensa al 1 Maggio, 25 Aprile e al 2 Giugno. Lo avevamo già sentito dire… Per me il 1 Maggio, 25 Aprile, 2 Giugno, Natale e Pasqua non si toccano”.

 

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