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Figline e Incisa chiedono la fusione: consegnata lettera alla Regione

I sindaci Nocentini e Giovannoni hanno chiesto il referendum al presidente della Toscana per arrivare alla fusione dei Comuni di Incisa e Figline e risparmiare su i costi della politica

Ieri i sindaci di Figline e Incisa Valdarno hanno consegnato oggi alla Regione Toscana una lettera con cui chiedono alla giunta regionale di scrivere ed approvare una proposta di legge per fondere i due comuni. Nella Toscana dei campanili, che a conti fatti conta comunque meno comuni di molte altre regioni d'Italia (anche del nord), dove tanti in questi anni sono stati i Comuni che hanno stretto patti fra loro per gestire insieme alcuni servizi e dove sono già nate ventidue unioni di Comuni, ci sono amministrazioni che scelgono addirittura di fondersi.
E' il caso di Figline e Incisa nel Valdarno, che una volta uniti saranno i due Comuni più grandi che si sono fusi ad oggi in Italia. Le nove precedenti esperienze hanno infatti tutte riguardato comuni che, una volta nati, contavano comunque meno di 15 mila abitanti. E nessuna aveva interessato la Toscana.

“Con la consegna di questa lettera – sottolineano i sindaci di Figline e Incisa, Riccardo Nocentini e Fabrizio Giovannoni - inizia ufficialmente il conto alla rovescia verso il referendum consultivo per la fusione dei nostri Comuni”, che potrebbe svolgersi nel 2013 per andare quindi ad elezioni nel 2014. “Speriamo che possa essere un'idea contagiosa per tanti altri, in un’ottica di snellimento della macchina amministrativa e quindi di semplificazione dei servizi per i cittadini” aggiungono. “E' una scelta coraggiosa, ma lungimirante – commenta il presidente della Regione, Enrico Rossi – E' un esempio virtuoso”. Insieme e su una scala più ampia si possono infatti progettare e gestire meglio alcuni servizi, risparmiando anche: la stessa logica con cui la Toscana, prima regione in Italia, ha recentemente messo mano al riordino degli enti locali, con una legge proposta dalla giunta ed approvata alla fine del 2011 dal Consiglio regionale che punta su un sistema fortemente incentrato sulle unioni dei Comuni, per una Regione più snella, meglio capace di rispondere alle sfide di un mondo globalizzato e più efficiente. Con contributi da 150 mila euro l’anno, per cinque anni, per i Comuni che si fonderanno ed altri contributi per quelli che sceglieranno un'unione.

“Ringraziamo la Regione Toscana per il sostegno che ha sempre dato al nostro progetto – dicono Nocentini e Giovannoni - Nessuno ci ha obbligato ad unirci. L'abbiamo scelto senza imposizioni dall'alto, fermamente convinti che sia l’unico modo per rendere le nostre comunità protagoniste del proprio domani”.
Fare di due comuni da 17 mila e quasi 6.500 abitanti uno di oltre 23 mila e 98 chilometri quadrati consentirà a Figline e Incisa Valdarno di risparmiare anche quasi 100 mila euro in costi della politica. E' stato infatti calcolato che un sindaco in meno, sedici consiglieri anziché 32 e 5 assessori al posto di 9 costeranno 117 mila euro contro i 216 mila attuali. La vita ai cittadini non si complicherà, perché i due Comuni - che da diversi anni sono uniti da una serie di gestioni associate - sono molto vicini e presentano necessità analoghe, ma potranno essere garantiti servizi migliori: gestendo insieme e con maggiori economie di scala le 24 scuole, i quattro musei, i 15 beni culturali, le due biblioteche e i due teatri.

STORIA - Il percorso di avvicinamento tra Figline e Incisa Valdarno inizia nel 2007 con il tentativo, poi fallito nel 2010, di creare un'unione di Comuni che coinvolgeva anche Rignano sull'Arno. Dall'iniziale progetto di gestione associata di alcuni servizi, si passa velocemente ad un progetto di fusione. Nel maggio 2011 il sindaco di Figline, Nocentini, annuncia, una volta eletto, la propria disponibilità a dimettersi in anticipo per allineare la scadenza elettorale con quella di Incisa e giungere così più velocemente alle prime elezioni del Comune unico. La popolazione viene coinvolta in un processo di partecipazione. A marzo 2012 i due consigli comunali approvano quindi all'unanimità una mozione per impegnare i sindaci a richiedere al presidente della Toscana una proposta di legge di fusione.

L'iter è quello previsto dalla recente legge 68/2011 sul riordino degli enti locali. La legge dovrà essere sottoposta al voto dei cittadini attraverso un referendum consultivo, come prevede la Costituzione e come è successo di recente in Casentino, dove la fusione è stata bocciata ma solo due comuni su tredici erano tra i promotori iniziali dell'ipotesi. Di seguito potrà quindi essere approvata dal Consiglio regionale. L'obiettivo è approvare la proposta di legge della giunta entro giugno, in modo da permettere al consiglio regionale di convocare il referendum nel 2013 e, se l'esito sarà positivo, approvare la legge regionale che istituisce il nuovo Comune dal 2014. Da decidere rimane solo il nome. Intanto prosegue l'esame delle cinquemila firma raccolte all’isola dell’Elba per costituire un comune unico degli otto attuali. Anche in questo caso si dovrà pronunciare il Consiglio regionale e ci sarà poi un referendum.

Intanto prosegue il percorso partecipativo verso il referendum, attraverso incontri come quello di stasera a Figline promosso da Cna Firenze  e momenti di confronto come quelli organizzati dal Csl di Unifi che segue il progetto.  
 

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