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Forteto: sì del Consiglio agli aiuti alle vittime

Risoluzione approvata all'unanimità: "Partire subito ma si tolga il termine presunte". Donzelli attacca: "Saccardi ancora ambigua"

Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mozione presentata dal gruppo del Partito democratico e emendata dal capogruppo di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, che di fatto chiede alla giunta regionale di far partire immediatamente gli interventi in favore delle vittime del Forteto. L’atto chiede anche la rimozione dell’aggettivo “presunte” unito al termine vittime, contenuto nelle finalità del progetto presentato dall’associazione Artemisia e che tante polemiche aveva scatenato nei giorni scorsi.

L’assessore alle politiche sociosanitarie Stefania Saccardi (assente nella seduta di Consiglio) aveva presentato una comunicazione in cui “ritiene sbagliato e dannoso congelare i contributi al progetto per interventi di sostegno ai soggetti vittime di abusi provenienti dal Forteto”.

"Il Consiglio regionale non si è fatto condizionare dalle ripicche dell'assessore Saccardi ed ha votato compatto e senza indugi - ha commentato il capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Giovanni Donzelli - nonostante una pessima ed ambigua comunicazione fornita in aula dall'assessore Saccardi, che di fatto aveva minacciato l'embargo degli aiuti alle persone che hanno dovuto subire le angherie della 'setta'. Non una parola è stata spesa dalla giunta sul dirigente Vinicio Biagi, che difese il sistema di 'famiglia funzionale' del Forteto e si schierò contro la sentenza della Corte europea di Strasburgo - conclude Donzelli - vigileremo affinché Biagi non si occupi più di Forteto e di minori in genere, e valuteremo se sia ancora in grado di ricoprire il ruolo di dirigente in Regione".

"La contraddizione è proprio logica: come si possono dare contributi a delle 'presunte vittime'? - ha chiesto il capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai - Non torna proprio. E che quelle fossero vittime era acclarato qui in Regione dalla relazione unanime della Commissione regionale d'inchiesta sugli abusi in quella comunità ai danni dei minori affidati, che come conseguenza ha prodotto la costituzione della Regione Toscana come parte civile al processo di primo grado che si è concluso nel giugno scorso con una sentenza di condanna”.

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