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Elezioni regionali Toscana 2015

Renzi al Puccini lancia Rossi presidente "della Regione più bella al mondo"

L'assist a 'Enrico': "Tra due giorni sarà confermato presidente della Regione più bella del mondo". Poi l'affondo: "Chi ha tentato in questa fase di distruggere il Pd sappia che non ce la farà e che noi siamo più forti di loro"

“Enrico Rossi tra due giorni sarà confermato presidente della Regione più bella del mondo”. Matteo Renzi, pronti via, e dal palco del teatro Puccini va subito di assist. C’è da recuperare un’ora abbondante di ritardo sul programma previsto a Firenze, anche se in sala non si lamenta nessuno nonostante l'attesa, l’aria calda e consumata. Perché rispetto al ‘cosa’, la chiusura della campagna elettorale di Rossi ma soprattutto del presidente del Consiglio, che è anche segretario del Partito democratico, l’ambientazione di ieri sera è parsa decisamente strettina.

Sì, però c’è di mezzo il testa a testa in Campania e in Liguria. Quindi anche l’ultimo metro, quello che Renzi decide di fare in casa a fianco di Rossi, a colpo d’occhio- delle Tv e dei fotografi- deve dare l’idea dell’attaccamento alla maglia: guai posti vuoti. Il cerchio magico al gran completo, i volti noti della Leopolda, ex reduci del Pci il sindaco Nardella, tutta la giunta Nardella, i candidati al consiglio regionale delle circoscrizioni fiorentine (con almeno 10 persone al seguito, consigliato dalla disciplina di partito, della serie il Puccini è piccoletto ma non si sa mai), gli staff qualche assessore della giunta Rossi, l’eurodeputato Nicola Danti, l’onorevole David Ermini, l’eurodeputata Simona Bonafè, Luca Lotti, il braccio destro del premier dietro il palco, Roberto Naldi, presidente dei Corporacion America Italia, Lorenzo Marchionni presidente di Mukki, il direttore di Confesercenti Firenze, Stefano Fontinelli, che si mette la bandiera del Pd intorno al collo, stile stadio.

Non è l’Estadio Alberto José Armando, meglio noto come La Bombonera e i colori non sono quelli del Boca Juniors. Sono un migliaio di persone, forse qualcosa più tenendo conto dei due schermi all’esterno, buone per l’affetto e le bandiere sventolanti a tempo con "Siamo chi siamo" di Luciano Ligabue.

Rossi? “Con lui ho discusso più volte, ma ho anche firmato tanti accordi”, dice. Perché il punto che fa da padrone alla serata sono le polemiche roventi last minute di casa ‘dem’, a ventiquattro ore dal voto e con diverse Regioni al fotofinish, dove il peso schiacciante del Pd, il consenso di ‘Matteo’ conta, ma un po’ meno rispetto al quadro nazionale. Pezzi d’Italia messi giustappunto per provare a dare un paio di calci, forse tre, negli stinchi al Governo.

E allora gli screzi in Liguria, con Civati che litiga con la “ditta” Bersani. Bazzecole rispetto alle polemiche roventi tra Rosy Bindi e tutto l’arco costituzionale Pd. Lei a divulgare i nomi degli impresentabili, tra cui anche il candidato governatore in Campania, De Luca. Lui, De Luca, che la querela. In mezzo parole feroci. “Ai compagni di partito- dice- che cercano il pelo nell’uovo, voglio dire che non si sta giocando sulla pelle del segretario del Pd. E che non c’è bisogno di perdere una regione per cambiare il segretario del Pd. Semmai il segretario del Pd, lo cambiano gli iscritti e gli elettori del Pd. Quello che è accaduto in Liguria è inaccettabile. Chi ha tentato in questa fase di distruggere il Pd sappia che non ce la farà e che noi siamo più forti di loro”. Ecco il titolo della serata. E l'amarcord: come quando ridice le parole di Verona del settembre del 2012, quando lanciò ufficialmente la sua candidatura alla guida dell’Italia, anche se erano ‘solo’ le ‘primarie’ contro Bersani: la caccia ai voti dei delusi del centro-destra. “Se i delusi del centro-destra non ci sono a questo giro quando ci devono essere… andiamo a prenderli”.

Poi c'è solo Firenze, la sua Firenze. Le battute con Staino in platea, a rivalità con Pisa e Siena. Ma c'è anche la tragedia di via Boccea, a Roma, e allora, a proposito di pirati della strada ricorda la vita stroncata il primo giugno del 2010 poco distante dal Puccini, alle Cascine, al giovanissimo Lorenzo Guarnieri. Ricorda anche Samb Modou e Diop Mor, i due senegalesi uccisi dalla furia nera come la pece di Gianluca Casseri il 13 dicembre del 2011.

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