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Giovedì, 28 Marzo 2024
Elezioni comunali 2014

Renzi formalizza la candidatura a sindaco e allontana le primarie Pd

Il sindaco ha ufficializzato la voglia di bis. Adesso Gianassi, segretario del Pd fiorentino, dovrà riunire l'assemblea per la proclamazione della candidatura: "Non penso che ci sarà bisogno delle primarie". Ma intanto nel Pd c'è chi ha presentato ricorso

Si sapeva, l’aveva detto in tutte le salse (l’ultima volta due giorni fa a ‘Otto e Mezzo’, su La7), era nell’aria – e in scadenza, visto che il termine ultimo, da regolamento del Pd, era fisato al 10 gennaio – e Renzi non ha tradito le attese. Da sindaco ha fatto i compiti, quelli buoni per fare il bis a Palazzo Vecchio. Sì perché, come annunciato in giornata, il segretario del Pd ha ufficializzato la sua ricandidatura alla guida di Firenze per le elezioni di maggio. Lo ha fatto inviando una lettera al segretario cittadino del Pd, Federico Gianassi. Adesso Gianassi dovrà riunire l'assemblea cittadina per la proclamazione della candidatura. Se avverrà con almeno il 60% dei voti, non ci sarà bisogno di ricorrere alle primarie.

Già, le primarie, spostate dal 23 febbraio al 9 marzo, le stesse chieste ieri da un possibile competitor interno al rottamatore. Claudio Fantoni, l’ex assessore la bilancio dell’attuale sindaco, andatosene dalla giunta sbattendo la porta, che ieri ha fatto quel che Renzi ha fatto oggi: ha formalizzato al Pd fiorentino la propria candidatura. E con questo ha messo nero su bianco la propria richiesta: "I tentativi avvenuti nelle scorse settimane di modificare le regole per impedire l'effettuazione delle primarie siano collocati nella dimensione della improvvida ed episodica scompostezza del dibattito politico, quindi saggiamente accantonati e superati". Primarie toscane,

PRIMARIE –  Piccola nota politica. Non proprio piccola: Fantoni chiede ufficialmente le primarie. Le chiede al Pd che dall’8 dicembre è governato da chi vorrebbe sfidare, Renzi appunto. In pratica vuol competere con quello che è il suo segretario. Segretario, Renzi, che crede in un’altra filosofia: l’inutilità dello strumento nel caso si tratti del secondo mandato e l’indice di gradimento sia rimasto elevato. Che nel caso di Renzi è elevatissimo: nelle primarie dell’Immacolata, a Firenze, ha raccolto consensi bulgari: ben oltre il 70%. Non è un caso che lo stesso Renzi ha profetizzato uno sganciamento fisiologico del Pd fiorentino a sinistra. Naturale, fisiologico visto l’asprezza tra le parti. Meglio puntare, secondo Renzi, su liste civiche centriste, moderate, semmai disgiunte politicamente su scala nazionale dal Pd, ma legate localmente, a livello cittadino, alla figura dell’attuale inquilino di Palazzo Vecchio.

A sottolineare che la faccenda non sia proprio da poco ci ha pensato, sempre in giornata, lo stesso Federico Gianassi: "Non penso che ci sara' bisogno delle primarie". ''Io – ha continuato – chiederò che la candidatura di Renzi sia proclamata senza passare dalle primarie", ha spiegato Gianassi, che ha ricordato, tra l'altro, che "solo un mese fa, a quelle del Pd, a Firenze ha ottenuto l'80% dei consensi".

RICORSO – Finita qui? No, la giornata tra le mura del Pd fiorentino e toscano è stata piuttosto convulsa. Sì perché, mentre Renzi formalizzava il bis, alcune decine di iscritti al Pd fiorentino dichiaravano di aver presentato ricorso alla Commissione regionale di garanzia del partito contro il regolamento quadro per le primarie del Pd della Toscana, approvato lo scorso 16 dicembre dalla direzione regionale del partito. Secondo i presentatori del ricorso "non si cambiano le regole in corsa" e "non è accettabile che solo 19 persone (numero esatto di coloro che hanno approvato il regolamento quadro generale) possano alterare lo spirito e la natura del Partito Democratico".

Il regolamento e l'Odg oggetto del ricorso, ricordano, sono stati infatti approvati dalla direzione regionale con 19 voti favorevoli e 15 contrari, a fronte di 246 membri aventi diritto. I presentatori del ricorso lamentano la scelta sulle primarie è materia riservata alla competenza dell'Assemblea regionale e non della direzione del partito che così facendo "ha cercato di ridurre la possibilità di ricorrere alle primarie in violazione sia dello statuto regionale che di quello nazionale che qualificano le primarie come 'elemento costitutivo della rappresentanza e della proposta politica' del Pd".

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