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Nardella e la lista civica per "gli incerti". Fiona May: "Io di destra? Solo in Inghilterra"

L'ex atleta: "È vero che in Inghilterra ero legata alla destra, perché sono cresciuta con la Thatcher negli anni '80, ma in Italia non sono politicamente legata a nessuno". E Nardella: "Ha detto no al Cav quando tutti gli dicevano di sì"

Fiona May capolista. Ma no solo: c’è Luca Milani, dipendente e sindacalista Fiom del compartimento fiorentino della Selex, la cui vertenza e le conseguenti vicissitudini sono note nel distretto industriale di Firenze. Terzo in lista Giuseppe Scola, consigliere uscente, ex Idv da quando Di Pietro sposò la causa Ingroia nelle politiche del 2013. Scorrendo la lista compare la conferma di un'altra anticipazione, il medico Niccolò Marchionni. Ancora, la poetessa Alba Donati, Luciano Artusi, discendente di Pellegrino, autore del celebre manuale di ricette. Tutti al fianco di Dario Nardella, “molti alla prima esperienza politica”, nella lista omonima che lo sosterrà nella sua candidatura a sindaco di Firenze.

NARDELLA – “Questa lista – ha sottolineato ieri pomeriggio Nardella, durante la presentazione della squadra civica nel cortile delle Murate – è la lista che parla, prima di tutto, agli incerti, a coloro che sarebbero propensi a non votare, a coloro che si sentono delusi dalla politica e che cercano nella passione, nello spirito civico accanto ad un sindaco, quello stimolo, il 25 maggio, di dire ‘sì, io vado a votare’. Non è affatto uno strumento contro la politica, ma anzi un modo per restituire alla politica credibilità”. Gli obiettivi in cifre? “Quello di portare alla coalizione di centrosinistra un consenso che altrimenti non arriverebbe, soprattutto guardando a quell’area così vasta di astensione, di elettori fiorentini che in questo momento non trovano dei candidati convincenti o che non vogliono votare una lista di partito o che sono più incerti e delusi”.

FIONA MAY – Una lista per gli incerti con una capolista avvezza a balzare in avanti (parecchio in avanti visto il suo primato in pedana, 7 metri e 11 centimetri, ancora oggi record italiano). E di lato. O meglio, da destra a sinistra. Fiona May, infatti, ha esordito in politica affrontando subito un tema spigoloso: l’appartenenza. Sì perché la lunghista, oltre che far svettare la bandiera italiana più in alto di tutte, spesso, quando la pedana, il volo e la sabbia erano il suo habitat (due ori mondiali, due argenti olimpici), nel 2008 è stata ad un passo dall’entrare in Parlamento nelle fila del Pdl. C’erano di mezzo le politiche e fu corteggiata a lungo dal centrodestra. Quando sembrava fatta, tuttavia, disse di no, perché “le attività che svolgo non sarebbero compatibili con un serio impegno politico”.

Così, ieri, al fianco del vicesindaco e candidato Pd è scattata inevitabile, la domanda su quel passato di cui da giorni sta chiedendo conto Tommaso Grassi, candidato sindaco della sinistra radicale fiorentina: “Mi chiesero se ero disponibile a candidarmi con loro e dissi di no; risposi che ero ‘lusingata, ma no, grazie’, come si fa di solito. È vero che in Inghilterra ero legata alla destra, perché sono cresciuta con la Thatcher negli anni ‘80, ma in Italia non sono politicamente legata a nessuno”. Un quesito a cui ha voluto dir la sua anche il più alto in grado di questa operazione politica, Nardella appunto: “Non ho mai sentito dichiarazioni per il Pdl da parte di Fiona May. L'unica cosa che mi ha colpito di lei – ha concluso – è che ha detto di no a Berlusconi in un periodo in cui a Berlusconi dicevano tutti di sì”.

Secondo la campionessa, quindi, si tratterebbe di una questione geografica: a sostegno dei conservatori in Inghilterra, civica con un piede a sinistra a Firenze (nel lungo i piedi e i passi sono importantissimi). Come dire: si tratta di due storie diverse, due vite contigue ma distanti. E tuttavia, la questione destra – sinistra, Italia – Gran Bretagna, non è del tutto convincente. Tre marzo 2008, Corriere della Sera, prima del gran rifiuto al Cavaliere: “Ma è vero, signora May?” “Sì, la candidatura è vera”. “Col Popolo della libertà?” "Certo. La mia parte politica è sempre stata quella…Anche in Inghilterra sostenevo i conservatori”. “Troppo giovane per l’era Thatcher... “Votavo John Major...”. Vista così, una passione inglese balzata al di là della Manica. Fino a che non è stata folgorata sulla via di…..Nardella.

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