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Elezioni regionali Toscana 2020

Regionali: le origini partigiane della Ceccardi 

La candidata: "Mi rivolgo ai quartieri popolari"

Si può venire da una famiglia di sinistra e militare nella Lega? Evidentemente sì, arrivando pure ad essere figure di spicco. Infatti la candidata di centrodestra alle prossime regionali, Susanna Ceccardi, annovera persino alcuni partigiani doc nel suo albero genealogico. Ogni tanto la stampa ha sottolineato questo dettaglio e ieri, intervistata a Rtv 38, Ceccardi ha precisato alcuni passaggi sulla sua famiglia. 

Cominciando da Francesco Ceccardi, che viene ricordato alla commemorazione della liberazione di Cascina: non era il nonno, puntualizza l’eurodeputato della Lega, ma “il fratello di mio nonno paterno, ucciso sulla linea gotica nell’inverno del ’44 ed è un ricordo che tutta la mia famiglia si porta dentro”.

Poi c’è il padre di Susanna: “Si è battuto a lungo assieme all’Anpi perché gli fosse intitolata una strada”. Poi c’è l’altro nonno, quello materno: “Fondò un circolo Arci”. Strano? “No, osserva Ceccardi. E’ una storia comune a tanti toscani”.

E’ che oggi -rimarca la candidata del centrodestra- siamo nel 2020: “E' tutto passato. Probabilmente nel 1944 sarei stata antifascista anch’io. Ma è troppo facile a posteriori. Oggi, che la battaglia è un’altra, i pericoli non sono il fascismo né il comunismo. Io credo che il tema sia tutt’altro: il futuro, il lavoro. Io mi ritengo post-ideologica. Quelle sono battaglia di retroguardia”. 

E del resto, conclude l'eurodeputata leghista: "Io mi rivolgo anche a un elettorato di sinistra, comunista o ex comunista, che in questi anni ci ha dato tanta fiducia nei quartieri popolari".

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