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Elezioni comunali 2019

Elezioni, Cioni e Watte: “Non ci sono solo grandi opere, pensiamo a chi non arriva a fine mese”

Chiusura della campagna elettorale di 'Punto e a Capo': “Le persone ci daranno fiducia perché abbiamo parlato di cose normali”. E Cioni: “Bocci? Di Firenze non sa nulla”

E' la lista più 'multietnica' che si presenta alle elezioni comunali di domenica 'Punto e a Capo', quella che vede candidato Mustafa Watte, farmacista 33enne nato e cresciuto a Firenze da padre siriano e madre tunisina.

Tra i candidati ci sono infatti nomi come Lorenzo Stolzi (origini del Nicaragua), Dan Ye (Cina), Kelly Yovera (Perù), Marcos Bava (Argentina), Ben Rabeh Hidi (Tunisia), Alida Qukai (Albania), Lisa Maria Castro (Venezuela).

La lista è una 'creazione' dell'ex sceriffo Graziano Cioni, che corre come capolista per un posto in consiglio, e dell'ex vicesindaco Nicola Cariglia. Tra i volti noti sicuramente anche quello di Tea Albini, vecchia conoscenza della politica fiorentina, ex consigliera comunale ai tempi di Renzi e poi parlamentare (sempre critica con l'ex premier, infatti uscì per aderire con i bersaniani ad Articolo 1-Mdp).

Questa mattina in piazza Signoria la chiusura della campagna elettorale. “Anche la sicurezza è al centro delle nostre proposte, ma non ci sono solo sicurezza e grandi opere. Pensiamo anche agli anziani, che sono una grande parte della popolazioni fiorentina a cui nessuno si rivolge”, spiega Watte. Sulla stessa linea l'ex 'sceriffo' Cioni: “Noi vogliamo occuparci di chi non arriva a fine mese”.

“Siamo stati forse gli unici ad incontrare chi abita alle 'Case Minime' di Rovezzano, ci sono problemi sociali enormi di cui nessuno parla. Non c'è un presidio del Comune. Nessuno si occupa degli ultimi, né tanto meno degli ultimi tra gli ultimi. Noi parliamo di cose normali, della necessità di recuperare le periferie, le persone ci hanno capito”, aggiunge Albini.

L'ottimismo c'è. Tra ironia e battute l'obiettivo è superare il 3%, che serve per entrare a Palazzo Vecchio. Watte, di religione musulmana, sicuramente punta anche ai voti della comunità islamica, anche se la maggioranza dei circa 30mila fedeli dell'area metropolitana è residente fuori Firenze e non vota per Palazzo Vecchio. "Ma la mia è una candidatura senza bandiere, le mie proposte si rivolgono a tutti, a 360 gradi", sottolinea il candidato sindaco.

“Se appoggiamo Nardella al ballottaggio? E' lui che dovrà decidere se appoggiare noi, anche se speriamo nella vittoria al primo turno”, scherza Cioni, vecchia volpe, che aspira “solo ad un posto di consigliere comunale, per occuparmi dei problemi dei fiorentini”.

L'ex 'sceriffo' non le manda a dire a Matteo Renzi: “Lui, come il Pd, punta al centro. Il centrosinistra non esiste, siamo noi di Punto e a Capo qui il centrosinistra'”. Né tanto meno risparmia Bocci, il candidato sindaco del centrodestra.

Bocci ha già perso, non gioca è più in partita. E' un fiorentino ma non sa cos'è Firenze, non sa nulla dei bisogni dei fiorentini. Come persona niente da dire, ma politicamente se arrivasse a Palazzo Vecchio sarebbe un danno”, stuzzica Cioni.

“Bocci - prosegue -, spende in campagna elettorale un sacco di soldi inutilmente, ogni volta che apre bocca la palla la butta di fuori. Ha detto pure che sono stato assessore allo sport. Anzi domandiamoci: perché a Firenze il centrodestra sceglie sempre candidati che perdono prima di partire?”.

Anche sulla sicurezza, di cui si è occupato da assessore (famose le sue ordinanze 'anti-lavavetri' oltre dieci anni fa) Cioni dice la sua: “La sicurezza che interessa a noi è deterrenza, non il manganello di cui parlano Salvini e Bocci. Vogliamo intervenire non quando uno deve chiamare polizia e carabinieri per un'emergenza, ma prima, puntando sulla prevenzione. E qui la 'latitanza' di prefetto e questore è sotto gli occhi di tutti”.

Domenica si vota, ma 'Punto e a Capo', assicurano i diretti interessati, proseguirà nel suo percorso. “Vogliamo radicarci in tutte le città toscane, pensiamo ad un 'Punto e a Capo Toscana, in vista - assicura Cariglia -, dei futuri appuntamenti elettorali”. Già, perché il prossimo anno ci sono le regionali. Chi vivrà vedrà.

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