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Venerdì, 19 Aprile 2024
Elezioni 2018

Elezioni 2018, la candidata di Potere al Popolo: “Redistribuzione della ricchezza e lavoro stabile”

Ilaria 'Norma' Mugnai è capolista alla Camera a Firenze: “Sanità e scuola pubbliche. I reati calano ma restano 1.300 morti l'anno sul lavoro”

Ilaria Mugnai, detta Norma, è candidata per la lista Potere al Popolo, come capolista nel collegio plurinominale della Camera Toscana 3 (Firenze, Sesto Fiorentino, Empoli). Ha 30 anni ed è una lavoratrice precaria in un'azienda di informatica: “Dai voucher all'apprendistato i contratti precari li ho visti tutti”. Denuncia "l'ossessione diffusa per la sicurezza, a fronte di tutti i reati in costante calo", e contesta agli attuali esponenti di Pd e LeU di avere portato avanti negli ultimi anni “le stesse politiche liberiste volute dalle destre. L'unica lista veramente di sinistra - dice -, siamo noi”.

Nel caso venisse eletta, qual è la prima proposta di legge che porterebbe in Parlamento? 

“L’abolizione del Jobs Act, l’estensione dell’articolo 18 alle imprese con meno di 15 dipendenti e il ripristino del contratto a tempo indeterminato quale unica forma contrattuale. Subito dopo l’eliminazione dell’alternanza scuola lavoro, che è la parte più pericolosa di quella legge, la 107, scritta contro la scuola”.

La sicurezza è un tema centrale della campagna elettorale. La posizione del suo partito?

“Nonostante il crollo nel numero di rapine, furti e omicidi avvenuto negli ultimi quarant’anni c’è stato un aumento della percezione dell’insicurezza. Questa asimmetria è indotta da una narrazione politica e mediatica che distorce e amplifica determinati tipi di reati, in particolare quelli compiuti da persone straniere. La sensazione di un paese invaso da criminali tende a favorire scelte politiche moderate e partiti d’ordine come ormai si può qualificare il Pd di Minniti. Ciò consente a chi è al Governo di non affrontare i veri problemi e di trarre comunque un consenso dal peggioramento della situazione sociale. Un esempio? Nel 2017 a fronte di circa 340 omicidi, un numero certo troppo alto (negli ultimi anni in costante diminuzione, erano stati per esempio 469 nel 2015, ndr) in Italia nel 2017 ci sono stati 1.300 morti sul lavoro. Perché non si agisce anche su quella sicurezza, su maggiori controlli, sul migliorare le condizioni di lavoro?”

Altro tema scottante è l'immigrazione. Come va affrontata questa sfida?

“Bisogna mettersi in testa che le questioni dell’immigrazione (e dell’emigrazione, visto che l’Italia continua ad avere un tasso negativo tra nuovi ingressi e uscite) vanno affrontate con una visione di lungo periodo, senza nascondersi dietro la retorica dell’emergenza. Occorre che un nuovo arrivato possa scegliere il paese in cui risiedere, abolendo dunque Dublino III, ma accorre anche organizzare un’accoglienza diffusa in Italia, ripubblicizzandola e creando percorsi di inclusione e valorizzazione delle professionalità, evitando l’inclusione dei nuovi arrivati nel circuito della precarietà, come hanno fatto le leggi degli ultimi vent’anni. E dando infine la cittadinanza ai nati in Italia”.

Lavoro. Qual è la vostra ricetta contro la povertà? Quali i provvedimenti più urgenti per rilanciare un'occupazione stabile?

“Contro la povertà si lotta innanzitutto non criminalizzandola, come stanno facendo praticamente tutti (PD compreso), ma redistribuendo realmente le risorse verso il basso: con un reddito minimo garantito, garantendo a tutti i livelli essenziali di assistenza erogati dal Servizio Sanitario Nazionale, creando case popolari dal patrimonio popolare pubblico. Ma soprattutto creando lavoro non precario e sicuro, cancellando le pessime leggi fatte negli ultimi vent’anni e ridando centralità al tempo indeterminato. L’economia non riparte se si regalano soldi alle imprese, ma se si rimettono i soldi nelle tasche dei lavoratori e della lavoratrici, se aumenta la domanda”.

Sanità. Su cosa puntare pubblico o privato? E i vaccini?

“Chiaramente sul pubblico, è scritto chiaro e tondo nel nostro programma, ma lo pratichiamo anche negli ambulatori popolari, negli sportelli di ascolto medico e nelle lotte contro lo smantellamento del SSN che abbiamo sostenuto in questi anni. Il dibattito sui vaccini è affrontato in maniera sbagliata: è assurdo dirsi pro o contro i vaccini. I problemi semmai sono due: occorre spezzare l’intreccio tra il mondo medico e la logica del profitto delle multinazionali del farmaco, favorendo la ricerca pubblica, sganciata da logiche di produttività e la farmacovigilanza. E soprattutto favorire, rispetto all’obbligatorietà, il coinvolgimento delle persone nei problemi di salute collettiva, attraverso un sanitario capillare nei territori. Che va quindi potenziato e non smantellato”. 

Infrastrutture. Tra poco dovrebbero finire i lavori della tramvia, su Alta velocità e aeroporto la situazione è ancora incerta. Come muoversi?

“I nostri candidati sono fermamente 'No tav' e contrari all'ampliamento dello scalo di Peretola. Non per scelta ideologica, ma perché esistono delle soluzioni che forse farebbero ingrassare meno i cementificatori, ma che sono più efficaci”. 

Alleanze politiche. Al governo con chi si può dialogare?

Nessuna alleanza. Sui singoli punti possiamo valutare, ma nessuna alleanza”.

Ritorno di forze estremiste, come comportarsi?

“Bisogna intendersi sulla parola. Si parla tanto di un generico ritorno della violenza per spaventare gli elettori e indurli a votare il partito dell’ordine e della responsabilità, senza vedere da dove viene questa violenza. Sicuramente dai 'gruppuscoli' nazifascisti, che andrebbero resi illegali come non hanno mai osato fare PD e 'PD2' (Liberi e Uguali, ndr), per non parlare della destra. Ma la violenza viene anche, in forma velata, da un discorso che per questioni di mero consenso elettorale fa prevalere il linguaggio dell’odio nei confronti del diverso e dell’immigrato, indicando falsi nemici. Anche questa è violenza, che purtroppo accomuna in questa campagna elettorale il PD, il M5s e la destra”.

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