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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Potere al popolo: "Diritto e il dovere di cambiare per un habitat sano"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FirenzeToday

Noi candidati della lista “Potere al popolo”, come i suoi sostenitori, siamo da sempre attivisti di movimenti per la difesa del territorio, dei beni comuni e per la giustizia ambientale. Chiediamo a tutte/i di cogliere l’occasione delle prossime elezioni per esigere una inversione di rotta nelle politiche territoriali. Cambiamenti climatici, inquinamenti, perdita della biodiversità e della fertilità dei suoli, devastazione del paesaggio, emarginazione dei soggetti più fragili, la lotta di tutti contro tutti ci dicono che il nostro habitat è prossimo al collasso. In Italia, la dimensione territoriale e ambientale è stata da anni volutamente ignorata dalla politica. Le trasformazioni urbane sono state decise in funzione di logiche di mercato mirate a favorire le rendite immobiliari e finanziarie. La pianificazione pubblica degli interventi sul territorio è stata delegittimata per lasciare campo libero alla imprenditoria immobiliare privata, molto interessata alle "grandi opere” che producono urbanizzazione selvaggia. La crisi ambientale non è soltanto italiana. E’ in crisi il sistema capitalistico che ovunque nel mondo brucia risorse naturali, prossime all’esaurimento, producendo scarti tossici non metabolizzabili. Un sistema che obbliga gli abitanti più poveri a lasciare le loro terre a causa dello sfruttamento intensivo delle loro risorse, dell’inquinamento ambientale e delle conseguenti carestie. E’ evidente che non ci potrà essere mai sostenibilità in un sistema economico dominato dalle leggi del massimo profitto. Il percorso di cambiamento ha bisogno di attingere agli elementi di speranza che danno i comitati e i movimenti che agiscono in difesa dei territori, dell'agricoltura contadina, contro il consumo del suolo, contro le privatizzazioni dei beni pubblici e la dilapidazione delle risorse naturali. Da queste esperienze arrivano importanti idee da raccogliere: dal concetto di bene comune a quello di diritto alla città e di giustizia ambientale, dai quali emerge l’imperante necessità di interrompere la dipendenza della società dalla logica del mercato capitalistico, il valore d’uso dei beni, la costruzione di un habitat che rispetti e curi il patrimonio naturale e storico; dalla (ri)conquista della politica partendo dal basso, dagli abitanti e dai problemi concreti che li accomunano, restituendo quindi la sovranità al popolo. Un’idea di ciò che occorre fare è delineato nel programma elettorale di “POTERE AL POPOLO!”, diretta espressione delle tante battaglie, istanze, e vertenze provenienti da comitati e movimenti territoriali: le risorse finanziarie - destinate alle missioni militari e alle "grandi opere” (come il MOSE, la TAV in Val di Susa, il sottoattraversamento TAV a Firenze, la Pedemontana), progetti dispendiosi, devastanti, del tutto inutili che impoveriscono territori e indebitano i cittadini - dovrebbero essere destinate al benessere di tutti gli abitanti; un massiccio programma di manutenzione e cura del patrimonio naturale, infrastrutturale ed edilizio, a partire dalla messa in sicurezza idrogeologica e sismica; centralità della salute ambientale nelle scelte di sviluppo economico: dalla tutela della qualità dell’aria e dell’acqua alla sovranità e qualità alimentare; dall’eliminazione dell’energia da combustibili fossili e altre fonti ambientalmente dannose (ad Arezzo, solo per fare un esempio, occorre evitare che venga concessa l'autorizzazione per la triplicazione della potenzialità di trattamento di rifiuti pericolosi tossico-nocivi all'industria insalubre di 1^ classe CHIMET SpA, che opera nella meravigliosa Valdichiana) alla bonifica dei siti inquinati, dal potenziamento del trasporto pubblico allo stop del consumo di suolo; dalla ripubblicizzazione dell’acqua, a una gestione dei rifiuti basata sulla loro riduzione, riuso e riciclo; da un piano di riqualificazione delle periferie a un potenziamento dei servizi pubblici e da un piano straordinario di alloggi sociali. L’irresponsabile miopia delle classi dirigenti, oggi ancora al governo, non ammette mezze misure: l’unico cambiamento radicale è il voto alla lista di Potere al Popolo! Le/i candidate/i: Cristina Betti, Mattia Nimai Cadenazzi, Mauro Meschini, Fausto Tenti

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