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Stralcio debiti Maggio, dal Comune: "Parole Bettini gravi", Cgil in procura

Mentre in Confindustria la cordata dell'ex vice Bassilichi chiede la testa del presidente, Mauro Fuso, segretario della Cgil avverte: "O risposte o esposto". E da Palazzo Vecchio arriva l'altra stecca: le dichiarazioni di Bettini sono scollegate dalla realtà, pertanto gravi e ingiustificate"

Il problema è nato nel 2009, quando Fiditoscana (nata nel 1975 per iniziativa della Regione Toscana e delle principali banche operanti nella regione con l'obiettivo di agevolare l'accesso al credito alle piccole e medie imprese che presentano valide prospettive di crescita ma non sono dotate di adeguate garanzie) ha garantito alla Child post srl, all’epoca azienda di Tiziano Renzi, padre dell’attuale premier Matteo, un finanziamento da circa 313mila euro da parte della Bcc di Pontassieve. All’epoca Renzi Junior era sindaco di Firenze. A Fidi, ad agosto 2014, con Matteo Renzi salito fin al ‘soglio’ di palazzo Chigi, sono stati rimborsati dal fondo di garanzia centrale circa 236mila euro.

La vicenda è stata tirata fuori da Giovanni Donzelli, consigliere regionale e capogruppo di Fratelli d’Italia. Ulteriore benzina sul fuoco ce l’ha gettata Simone Bettini che di Fidi è presidente, così come di Confindustria Firenze. Come? In un’intervista rilasciata a Libero. E qui la questione prende una piega intrigante e forse bislacca. Sì perché Bettini ha sì aperto una voragine di polemica, ma non sul caso Child, visto che ha difeso l’operazione dell’istituto di credito che cede Regione (49%) e Monte dei Pachi (25%) mattatori del pacchetto azionario.

Bettini ha cambiato fronte, merito della questione. Il tutto aggiustando il tiro: perché se nel caso Child il premier c’entra di riflesso perché ‘facente funzioni’ da figlio, nell’affaire ‘stralcio del debito che il Maggio musicale fiorentino ha contratto con le banche’, Renzi, capoufficio a Palazzo Vecchio fino ad un anno fa, è chiamato in causa direttamente.

Tirato in ballo con parole di pietra:

Se lei va a vedere l'operazione che la Cassa di risparmio di Firenze ha fatto con la Fondazione del Maggio musicale fiorentino vedrà una cosa carina: la banca a un certo punto abbuona al teatro del Maggio gran parte del debito tirandoci un rigo sopra. Hanno cancellato circa 8 milioni alla fondazione, il cui presidente è il sindaco di Firenze, all'epoca Matteo Renzi. L'attuale premier con il Maggio ha fatto quello che gli imprenditori fanno con le bad company, senza bisogno di realizzarla per davvero, ha risparmiato anche il notaio». L'argomento scalda il presidente di Fidi Toscana e Confidustria Firenze: «Renzi ha detto: signori questi soldi non ve li do e la banca li ha cancellati. Se queste cose le avesse fatte un imprenditore qualunque avrebbero detto che è un delinquente. Quei soldi la Cassa li mette nelle perdite come un'azienda che fa fallimento. Ma come vengono recuperati? Vanno in quota parte per essere coperti dai correntisti che contribuiscono a mettere a posto il bilancio dell'istituto. Questo è successo quando Renzi era sindaco. Si criticano tanto gli imprenditori che scaricano i loro debiti sui disgraziati con i concordati in continuità, ma dopo che l'ha fatto il Maggio nessuno ha detto nulla”.

Apriti cielo. In ordine. Confindustria, la cordata guidata da Leonardo Bassilichi (presidente della Camera di commercio Firenze ed ex vicepresidente di Confindustria in rotta con Bettini, per questo dimissionario), a chiedere la testa di Bettini: “Lasci la presidenza” è la parola d’ordine. La Cgil, sul caso, è già pronta a depositare un esposto in Procura: “Abbiamo chiesto, chiediamo spiegazioni e chiarezza ai vertici della Fondazione che, però, al momento non vengono fornite. Ed è chiaro- sottolinea Mauro Fuso, segretario Cgil Firenze- che se non arriveranno, non ci resterà nostro malgrado che utilizzare l'unico rimedio possibile in questi casi: il ricorso in Procura”.

E il Comune di Firenze, l’attore protagonista della vicenda Maggio? Le parole rilasciate a Libero da Simone Bettini “sono scollegate dalla realtà, pertanto gravi e ingiustificate”. Così Federico Gianassi, assessore al lavoro e al personale del Comune di Firenze. “L’amministrazione precedente e attuale- continua Gianassi che ieri ha risposto in Consiglio comunale a due mozioni depositate da FdI e Sel- ha sempre agito nell'interesse pubblico”. Nel merito, spiega Gianassi riferendosi all’abbattimento dei debiti previsto dalla Legge 112/2013, più nota come ‘Legge Bray’, “sono stati utilizzati gli strumenti previsti dalla legge per le fondazioni lirico sinfoniche, tra cui la possibilità di stralcio dei debiti bancari. Cosa che a Firenze e altrove ha consentito di salvare centinaia di posti di lavoro, nonché realtà storiche di pregio culturale e sociale”.

All’attacco ci va anche Sel ma non contro Bettini. Il j’accuse di Tommaso Grassi, capogruppo di ‘Firenze riparte a sinistra’, non è diretto neppure verso l’operato della banche- “non saremo noi a criticarle in questo caso- ma bensì verso chi ha la responsabilità politica della gestione del Maggio: “Non possiamo non sottolineare come l'intera operazione sia servita più per cancellare la mala-gestione della sovrintendente Francesca Colombo e del presidente Renzi prima, e del commissario Bianchi dopo, che invece di risanare i conti sono usciti con un aumento esponenziale del debito. Quei fondi- conclude- sarebbero potuti servire per dare uno slancio alla programmazione culturale e artistica della Fondazioni”.

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