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Contributi per il digitale terrestre: tutelare i giornalisti precari

Tra qualche mese entrerà in vigore il digitale terrestre anche in Toscana. L'AST chiede che vengano tutelati i giornalisti precari in vista dello stanziamento dei contributi regionali

Lo switch off ci sarà tra il 7 novembre e  il 21 dicembre prossimo, le emittenti si preparino all’adeguamento. Non solo loro. Saranno 287 i Comuni che dovranno munirsi di decoder per la rivoluzione tecnologica del piccolo schermo.

 L’Associazione Stampa Toscana vuole parlare di questa sfida da affrontare nel prossimo futuro, quando l’analogico lascerà spazio per sempre al digitale. Qual’è l’interesse? Difendere la qualità e la professionalità dell’informazione delle televisioni toscane.  “Ogni contributo e sostegno alle emittenti previsto dalla legge regionale in preparazione per sostenere il passaggio al digitale terrestre - dice l'Ast - non potrà non tenere conto prioritariamente dei contratti chiaramente giornalistici (Fnsi e Aeranti Corallo) presenti nelle varie redazioni e in particolare dei contratti a tempo indeterminato”.

C’è da puntare sulla qualità e sul lavoro, per il sindacato dei giornalisti "solo puntando su redazioni credibili per organici e professionalità, capaci di garantire un lavoro che vada oltre la semplice messa in onda di prodotti realizzati altrove e messi in onda, si potrà vincere la sfida dei contenuti, garantendo quei livelli di informazione del territorio e informazione di servizio che devono essere obiettivo del governo regionale".
LAVORO - "L'Associazione Stampa Toscana intende puntare su un vero e proprio patto di qualità tra la Regione e le emittenti, capace anche di produrre nuovi posti di lavoro per giovani giornalisti oggi precari. Alla Regione Toscana, alla quale il sindacato dei giornalisti chiede ancora una volta di attivare una sede di confronto su queste tematiche, si chiede anche - conclude la nota - di prevedere che la regolarità accertata dei versamenti dei contributi dovuti ai dipendenti (per i giornalisti verso l'Inpgi) da parte delle aziende televisive che richiedano finanziamenti rappresenti una discriminante o meno ai fini dell'ammissione delle aziende televisive ai contributi regionali".
 

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