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Città metropolitana, Bettarini e Barducci: "Non c'è una lira, rischio volontarismo"

Prima l'assessore del Comune di Firenze: "Il volontarismo è pericoloso, dal Governo chiediamo risorse". Poi l'attuale e ultimo presidente della Provincia: "La riforma fa acqua da tutte le parti, così in pericolo la terzietà del nuovo ente"

“Non c’è una lira”, per questo Giovanni Bettarini, assessore del comune di Firenze con delega alla città metropolitana, sentito dalla Dire tende ad escludere che l’ente partorito dalla legge Delrio si trasformerà in un paracadute per i ‘parcheggiati’ della politica. “Anzi- continua- il vero timore è che sui costi si stia esagerando in senso contrario. Nella configurazione attuale della città metropolitana non è previsto alcun tipo di gettone di presenza o indennità”. Così “teoricamente, noi ci potremmo trovare nella situazione in cui un consigliere di un piccolo comune, che percepisce circa un’indennità di 150 euro l’anno, vada ad occuparsi di trasporto, visto che rientra nelle competenze della città metropolitana, un settore cioè in cui si fanno gare da centinaia di milioni di euro. Trovo strano che non abbia neanche un euro di rimborso spese”.

Per Bettarini, quindi, “il cimitero degli elefanti è l’ultimo dei problemi, anzi io vedo rischio inverso: una sorta di volontarismo un po’ pericoloso. Riesco a concepite male che un compartimento strategico come il trasporto pubblico locale, che è uno degli asset fondamentali di governo, sia gestito in una logica da dopolavoro. Attualmente siamo in questa ipotesi e mi pare che ci sia del paradossale”. Il tema è caldo è l’assessore Bettarini lo sottoporrà all’attenzione dei parlamentari Pd eletti nella circoscrizione di Firenze convocati dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, sabato mattina a Palazzo Vecchio. Una riunione che precede quella del 31 luglio, quando nel Salone dei Cinquecento, sempre a Palazzo Vecchio, Nardella incontrerà tutti i 42 sindaci della città metropolitana fiorentina.

“La riunione con i parlamentari- prosegue Bettarini- serve al sindaco per attirare l’attenzione su un elemento decisivo per Firenze area metropolitana. Siamo nove città più Roma Capitale, si tratta di giocare bene la partita. Andiamo ad ereditare una situazione, quella delle province, non semplice. Tutt’altro. Per questo pensiamo che dal Governo ci debba essere la giusta attenzione, soprattutto per quel che riguarda le risorse. Se si vuole che la città metropolitana sia davvero un’occasione, come si dice e non ho dubbi che sia altrimenti, allora bisogna fornirla degli strumenti adatti. L’incontro con i parlamentare serve anche per questo”.

Avete aperto un tavolo di confronto anche con la giunta Rossi? Non c’è il rischio di una sorta di conflitto d’interessi sulla gestione del territorio con la Regione? “Abbiamo già avviato il confronto con la Regione Toscana e più che conflitti stanno emergendo delle divergenze di visione su alcune deleghe”. Quali? “Uno è il sistema della formazione. La Regione- spiega Bettarini- ha in mente un’unica agenzia per tutto il territorio. Noi pensiamo, invece, che la formazione debba essere un elemento centrale per cambiare il sistema di accesso al mondo del lavoro. In Italia abbiamo fatto spesso della formazione un luogo troppo accademico. All’aula è necessario affiancare l’azienda e io credo che il modo più efficace per portare avanti questo ragionamento sia quello di ritornare alle specifiche proprie dei territori, i confini della città metropolitana appunto”.

Se Bettarini lancia il “paradosso” degli amministratori volontari, che rischiano di trattare argomenti da milioni di euro con spirito da “dopolavoro”, Andrea Barducci, attuale e ultimo presidente di quel che rimane della Provincia di Firenze, a stretto giro, sentito dalla Dire, si pone sulla stessa linea: “E’ vero, c’è un fondo di assoluta verità nelle considerazioni di Bettarini. Rischiamo di avere un ente che ha competenze davvero importanti gestito appunto sotto forma volontaristica e in questo corre il pericolo che venga meno ad alcuni ruoli decisivi”.

Quali? “Per esempio, si rischia che venga smarrito il ruolo dell’indipendenza, quella terzietà sulle scelte rispetto alle esigenze espresse dai singoli comuni. Che si privilegi in sostanza il ruolo di amministratore comunale, invece che il concetto di area vasta. Il mondo delle province, questo problema, l’ha sollevato in tempi non sospetti. Ora finalmente mi pare che tutti cominciano ad accorgersi che questo impianto normativo, voluto dal Governo, fa acqua da tutte le parti”. A proposito di governo, Bettarini chiede che dall’esecutivo arrivino risorse vere, perché per adesso non “c’è una lira”. Che ne pensa? “Ha ragione, non c’è una lira. Le casse sono vuote. Tutto è andato verso lo stato centrale. Il Governo si dia una mossa? Tutte le volte che il governo si dà una mossa mi viene un brivido. Meglio sarebbe se il Governo cominciasse a fare delle cose sagge. La prima sarebbe quella di uscire da questa sorta di neocentralismo per tornare ad una politica vera che valorizzi i contesti locali e quindi il mondo delle autonomie. Io credo sia questa la grande sfida per stare meglio in Europa”.

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