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Montelupo Fiorentino, chiude definitivamente l’Opg: ecco il piano di superamento

La Regione ha approvato la delibera per il superamento dell'Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino. In arrivo 11 milioni di euro per l'attuazione

Il percorso intrapreso nel 2008, volto alla chiusura dell’Ospedale psichiatrico giudiziario (Opg) di Montelupo Fiorentino, è in dirittura d’arrivo. Questo dopo che la giunta regionale ha approvato la delibera per il superamento della struttura di Montelupo, considerando anche la legge 57 del 2013 che fissa la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari entro la fine di marzo 2014.

L’atto contiene il piano, che il Ministero della Salute ha già ricevuto e letto, e che adesso, con l’approvazione della delibera, ottiene la formalizzazione per l’assegnazione delle risorse statali (11 milioni di euro circa) necessarie per l’attuazione.

SUPERAMENTO - Il piano di superamento dell’Opg prevede tre livelli di intervento. Il primo viene realizzato attraverso i servizi socio-sanitari territoriali, incrementando i percorsi terapeutici e riabilitativi che la Regione ha avviato fin dal 2008, e potenziato e consolidato negli ultimi tre anni. Le persone internate per le quali l’autorità giudiziaria abbia escluso pericolosità sociale verranno prese in cura dalle Asl che le inseriranno in progetti di terapia e riabilitazione individuali. Il processo di dimissione delle persone internate nell’Opg e di presa in carico sul territorio è stato potenziato nel biennio 2011-2012, grazie ad un investimento regionale di circa 600 mila euro e grazie al quale 22 persone hanno potuto lasciare l’Opg. Inoltre, per l’anno in corso, con apposita delibera, la giunta regionale ha recentemente approvato i percorsi di riabilitazione destinati agli internati che abbiano i requisiti sanitari e giuridici per poter essere dimessi, assegnando alle Asl altri 635mila euro per la presa in carico. L’azione integrata dei servizi socio-sanitari territoriali ha consentito di elaborare progetti personalizzati di reinserimento nella vita civile e sociale dei pazienti con i requisiti sanitari e giuridici per essere dimessi.

Il secondo livello prevede il potenziamento delle strutture sanitarie psichiatriche intermedie,  destinate ad accogliere le persone sottoposte a misure di sicurezza non detentive. Le residenze saranno 4, distribuite sul territorio in modo da garantire la prossimità dei pazienti internati che rientrano nei luoghi di provenienza: 2 nell’Area Vasta Centro e 1 ciascuna in quella Nord Ovest e Sud Est. Tra queste sono  già attive e funzionanti la Comunità Le Querce di Firenze, con esperienza pluriennale testata con esito positivo nell’accoglienza dei pazienti dimessi dall’Opg e la Comunità Tiziano di Aulla; devono invece essere realizzate  la seconda struttura dell’Area Vasta Centro  e quella dell’Area Vasta Sud Est.

Infine il terzo livello, la residenza con sorveglianza intensiva, definita anche REMSD, acronimo di Residenza per Esecuzione Misure di Sicurezza Detentive. Sarà, come previsto dalla legge, la nuova  struttura sanitaria con vigilanza perimetrale,  che accoglierà persone che devono scontare misure di sicurezza detentive.
Con l’approvazione della delibera contenente il piano, la Regione potrà avere accesso alle risorse ministeriali che serviranno per mettere a regime i tre livelli di intervento. Si tratta in tutto di 11 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti 579mila provenienti dalle casse regionali. Di questi, si prevede l’utilizzo di 7 milioni e 755mila euro per la realizzazione della REMSD e 3,8 milioni per la realizzazione, riconversione e potenziamento delle 4 strutture del secondo livello. A questi 11,5 milioni di euro ne vanno sommati altri 4,8, statali, per le spese correnti delle strutture.

Oltre a queste risorse la Regione, tra il 2011 e il 2013, per l’avvio del percorso di superamento dell’Opg, ha stanziato oltre 3 milioni di euro: al milione e 235 mila euro per i percorsi di cura e reinserimento (2011-2013) vanno aggiunti 318 mila euro per progetti di riabilitazione psicosociale (283mila nel 2012, 35mila nel 2013) e più di 1 milione e mezzo (equamente suddiviso tra i due anni) per il progetto di assistenza alla popolazione internata e detenuta, con finalità alternative all’inserimento in Opg e in Casa di Cura e Custodia.

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