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Protesta nei trasporti: oggi e domani i bus dell'Ataf a passo di lumaca

Protesta dei sindacati dell'azienda che in questi due giorni si atterranno scrupolosamente al codice della strada, previsti ritardi sulle corse. Tra un paio di settimane nuovo incontro tra Renzi e sindacati

La Rsu Ataf non si ferma ed organizza una specie di sciopero bianco. Oggi e domani gli autobus andranno a passo di lumaca. Come? Rispetteranno scupolosamente il codice della strada. Le ragioni sono sempre le stesse: l’assoluta contrarietà alla vendita di parte dell’azienda al privato. Cosa succederà tra oggi e domani, quindi? Gli autisti, attenendosi scrupolosamente al codice, non effettueranno tutte quelle manovre che a volte sono costretti a fare per garantire orario e servizio.
C’è una macchina ferma con le quattro frecce all’interno della piazzola della fermata destinata appositamente al bus, oppure ferma sulla carreggiata, l’autista si metterà in una posizione di attesa e rimarrà fermo finché non ritroverà quello spazio sancito dalla legge. Così, in quest’ottica, non oltrepasserà mai i punti in cui la striscia continua non gli consente di sorpassare un ostacolo, e così via. E’ chiaro che tutte queste accortezze rallenteranno e molto le corse. “Teniamo a dire  e a puntualizzare – afferma il vice coordinatore della Rsu Massimo Milli della Filt Cgil – che negli altri giorni il codice rimane sempre un punto fisso; diciamo che in questi due giorni non chiuderemo un occhio per garantire al cittadino un servizio sempre efficiente, come facciamo ogni tanto, con tutti i rischi del caso che oltretutto gravano interamente sulle nostre spalle”.


La protesta è inaspettata e si si incasella in un mese particolare. Tra un paio di settimane il sindaco Renzi dovrebbe riconvocare a Palazzo Vecchio i rappresentanti unitari di base dell’azienda. Per quella data il lavoro dell’advisor dovrebbe aver dato i primi frutti. Su quei dati le parti potrebbero intavolare una concertazione serrata e dagli esiti poco scontati. Sul piatto c’è di mezzo un piano industriale che potrebbe mutare l’Ataf come mai prima. Dall’altro versante però il risultato referendario ha dato nuova linfa alla protesta ed alle ragioni dei sindacati. Il quesito sull’acqua pubblica tra l’altro, andando ad abrogare l’articolo 23 – bis del decreto legge n. 112 (prima modificato e poi convertito in legge) ha dei risvolti importanti anche nel trasporto pubblico, ed è molto probabile che anche il dibattito sull’Ataf sarà codificato ed impostata sotto l’ottica emersa con il voto. Lo scontro in corso si infiammerà attorno a questo nuovo elemento dirompente: “dalle quindici ed un minuto di lunedì tredici giugno, il traporto ritrova una strada che guarda con forza al pubblico. I cittadini hanno scelto e sono stati chiarissimi, il risultato straordinario è sotto gli occhi di tutti. Con la manifestazione di oggi vogliamo anche ricordare al sindaco ed al presidente Bonaccorsi che non eravamo noi i miopi, e che da ora chi vorrà privatizzare dovrà per forza fare i conti con queste giornate”.

ROSSI. Una cosa è già certa, l’esito del quesito referendario sarà difficilmente dribblabile dalla politica. Su quei numeri, soprattutto in Toscana molti partiti dovranno fare delle scelte, PD in primis. Potrebbero aprirsi fasi nuove sui servizi, inaspettate. Compresa quella sul gestore unico toscano dei trasporti. Le parole del presidente della Regione Enrico Rossi, rilasciate ieri pomeriggio a risultato acquisito, a proposito della partita che sta giocando la Regione sul gestore unico, sono chiare ma nello stesso stesso tempo introducono possibili scenari altrenativi: “Noi sul gestore unico puntiamo a rafforzare complessivamente l’intervento pubblico, a renderlo più efficiente rispetto alla frammentazione attuale, quindi, non mi sembra in contraddizione con l’esito referendario. Sicuramente il referendum ha una tale forza che costringe tutti a riflettere sui processi di privatizzazione, liberalizzazione. Mi pare che i cittadini abbiano dato un segno preciso”.
 

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