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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Consiglio comunale e provinciale: chi sono i più assenti del 2011?

Arrivano i bilanci sulle presenze dei politici nel consiglio del Comune e della Provincia di Firenze. Ritorna anche il caso del presidente Giani tra Regione e Palazzo Vecchio

Si chiude il 2011, anche per la politica. Dopo i redditi dei consiglieri comunali, il presidente dell’assemblea Eugenio Giani ha diffuso l’elenco delle attività svolte dall’aula nell’arco dell'anno. Comprese le presenze. Chi è l’eletto più assente? Il sindaco Matteo Renzi che per 21 volte, su un totale di 44, non ha partecipato ai lavori svolti all’interno del Salone dei Duecento. La segnalazione arriva direttamente dal consigliere comunale di Sinistra e Cittadinanza, Tommaso Grassi. “Su 44 sedute – afferma Grassi – è mancato a 21. Ed anche a quelle in cui era presente, in pratica, è stato assente la maggior parte del tempo”. “Alle 23 sedute a cui ha partecipato – continua Grassi –, in larga parte, si è trattenuto per effettuare le sue comunicazioni e poi se n’é andato. Per svariati consigli consecutivi – prosegue poi Grassi – ha fatto in modo di non rispondere alle domande dei consiglieri su temi fondamentali come Maggio, Ataf ed anche altri argomenti di sua competenza”. Al contrario invece, conclude il consigliere, “Renzi è stato in quest'anno partecipe e presentissimo a numerose iniziative mediatiche, talvolta organizzate addirittura in contemporanea con i lavori del consiglio comunale. Non è certo di questo tipo di presenza che hanno bisogno i fiorentini”. 

ASSENZE - Proprio per marcare quest’ottica legislativa il presidente dell’aula consiliare, Eugenio Giani, ha fatto il punto della situazione di questo 2011, snocciolando un po’ di numeri, la concretezza della politica. Così si scopre che durante l’anno sono stati presentati 700 atti, dei quali 522 con esito. Il Consiglio si è riunito 44 volte con una media di 43 consiglieri presenti per seduta e 610 argomenti svolti (domande di attualità, mozioni, risoluzioni, delibere); le sedute delle commissioni consiliari sono state 635. “Un’attività – ha commentato Giani – che dimostra un impegno costante dell’assemblea cittadina”. Fra gli atti anche 72 delibere approvate (7 di iniziativa del consiglio e 65di Giunta), “alcune delle quali – ha sottolineato Giani – di fondamentale importanza per la città come il Piano strutturale, la privatizzazione dell’Ataf, la questione del mercato di San Lorenzo. Tutti argomenti che hanno richiesto un lavoro approfondito da parte del Consiglio e senso di responsabilità”. E sulle assenze? Al di là del sindaco, che è un discorso a parte, chi sono stati consiglieri meno presenti durante le 44 sedute? Giovanni Galli (capogruppo della Lista Galli), che quest’anno ha comandato la classifica del consigliere più ricco di Palazzo Vecchio, è anche quello che ha collezionato il maggior numero di assenze; 12 le volte che non ha preso posto sul proprio banco. Medaglia d’argento per la consigliera Claudia Livi del Pd (10 assenze). Sempre presenti invece Stefano Bertini (Fli), Leonardo Bieber, il capogruppo Francesco Bonifazi, Eugenio Giani, Elisabetta Meucci, Michele Pierguidi e Francesco Ricci del Pd, il capogruppo Eros Cruccolini (SeL), Emanuele Roselli e Francesco Torselli del PdL.

GIANI – Consiglio virtuoso? Forse. Tuttavia ancora c’è un nodo irrisolto che cammina parallelamente con i lavori dell’assemblea: il caso Giani. Il presidente del Consiglio comunale da mesi si trova al centro di una delle polemiche più accese e a sua volta tenute più nascoste tra i banchi del Salone di Duecento, in particolar modo tra quelli assegnati alla maggioranza. Parte di questa infatti, o meglio del Pd, non si è ancora stancata di chiedere le dimissioni del presidente. Giani infatti, negli ultimi mesi, ha trovato posto anche tra i banchi del Consiglio regionale (come primo dei non eletti, in seguito alla scomparsa della consigliera Alessia Ballini) ed a qualcuno, a molti in casa Pd, il doppio incarico non piace. Questione di credibilità, qualcuno sussurra piano. Ma l’attuale presidente non cede, neppure alle pressioni del sindaco Renzi, che aveva già individuato nel vicecapogruppo democratico Caterina Biti, la possibile sostituta. Niente, la quadra per adesso non si è trovata, e Giani resta ben saldo alla guida del Consiglio. Tanto da rilanciare: “Non c’è un caso presidenza del consiglio comunale: continuerò a svolgere questo ruolo finché per me esisteranno le condizioni politiche per farlo”. L’ipotesi di lasciare, remota, anche perché secondo il presidente “non esiste un motivo per cui questo debba accadere”. “Anzi – ha aggiunto Giani – dal momento della mia entrata in consiglio regionale, non percependo più l’indennità da consigliere in Palazzo Vecchio, costituisco anche un risparmio per l'amministrazione: non vedo perché il Comune dovrebbe rinunciarvi”.

PROVINCIA – Tempi di bilanci anche per il consiglio della Provincia di Firenze. Forse l’ultimo, se tutto rimarrà come approvato nel decreto ‘salva Italia’ varato dal governo Monti, visto che le province in una certa maniera spariranno mutando radicalmente connotati istituzionali e prerogative funzionali. Meglio i numeri, per adesso decisamente più certi. Così nel 2011 il consiglio provinciale di Firenze ha svolto 42 sedute, approvato 86 delibere, 43 mozioni (su 61 discusse) e 27 tra risoluzioni e ordini del giorno. Inoltre sono state svolte 537 sedute di commissione. Barducci fa un pelo meglio di Renzi, riuscendo a collezionare 28 presenze in aula. Sempre in tema di assenze; quest’anno l’angolo dei meno presenti se l’è aggiudicato l’assessore provinciale alla cultura, la famosissima Carla Fracci. Durante l'anno la celebre étoile ha preso parte solo a 12 sedute sulle 42 complessive. T
 

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