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Approvato il piano struttulare a "Volumi Zero": rivoluzione nell'era urbanistica

Il Consiglio Comunale ha dato il via libera alla rivoluzione urbana di Firenze. Il sindaco Renzi si è scagliato contro le ditte costruttrici dei grandi appalti e Fortezza, aprendo però sull'ex Meccanotessile

E’ il giorno dell’approvazione del piano strutturale. Dopo gli annunci, la promozione e le polemiche, la nuova concezione a volumi zero è approdata in Consiglio comunale per la ratifica definitiva. Una giornata complessa, lunghissima, iniziata con l’intervento del sindaco Renzi; un discorso a 360° gradi, che ha toccato una serie di temi e problemi connessi allo sviluppo e alla progettazione della città, a cominciare dalle cantierizzazioni ferme o non ancora partite.
INFRASTRUTTURE. “Se le aziende sono pronte a partire – ha affermato il sindaco– ci sono un sacco di lavori da fare; il problema è che il sistema economico e aziendale in questa città è un sistema ancora troppo chiuso e bloccato”. Il riferimento corre velocissimo ai ritardi sulla partenza dei cantieri per la linea due della tramvia, tra i problemi economici del Consorzio Etruria e quelli della vecchia gestione Btp. Un riferimento neanche troppo nascosto, anzi sbandierato con durezza: “se oggi ci sono degli appalti bloccati è perché c’è un sistema troppo chiuso, dove la rendita di posizione di alcune grandi realtà, che poi all’interno della competizione internazionale si scoprono medio piccole, sta bloccando la possibilità di fare alcuni lavori che sarebbero pronti a partire”. Poi precisa, in maniera che non ci siano più dubbi sulle responsabilità: “se sono fermi non dipende dal piano strutturale, ma dalle aziende che non hanno avuto la forza di andare avanti; quando giocano sempre i soliti qualcosa non funziona”. Un degno benvenuto alla cordata romana fresca acquisitrice di Btp.

FORTEZZA. Renzi nel suo lungo intervento dopo aver battuto sul sistema aziendale si toglie altri sassolini dalle scarpe. A cominciare dalle polemica nata in questi giorni attorno al progetto Fortezza. La prende lunga, parla della competenza degli uffici tecnici di Palazzo Vecchio, che ringrazia. La parabola culmina alla polemica con Stella Targetti, vice presidente della Regione, che aveva bollato il progetto per la riqualificazione della Fortezza come rischioso dal punto di vista dei meriti progettuali: “uno spazio di questo prestigio, non possiamo permetterci passi falsi o soluzioni fatte in casa”.
Renzi cassa questa linea, e rilancia: “noi non rincorreremo la firma dei grandi architetti, non è necessario strumento di garanzia. Occorre valutare i progetti per come sono. La Fortezza è un bel progetto, fatto in casa sì, e non ci vedo nulla di scandaloso. Mia nonna, per esempio, faceva delle torte fatte in casa decisamente più buone di quelle confezionate”.

PIANO STRUTTURALE. Il discorso si è poi calato nel dettaglio della misura urbanistica, in quello che è il senso dei volumi zero, una strada più volte battuta dal primo cittadino, che dovrebbe proiettare la città verso una nuova gestione degli spazi, mantenendone tuttavia la metratura cubica attuale, senza aggiungerne di ulteriore. “Utilizziamo suolo solo se da altre parti distruggiamo, questo è il Volume Zero” ha sottolineato il sindaco. Così il tribunale di piazza San Firenze, quando gli uffici e le aule saranno trasferiti a Novoli, diventerà uno spazio universitario, per studenti italiani e stranieri, al centro di una cerniera fondamentale che lega Santa Croce con Piazza della Signoria. Così saranno le caserme, quando e se saranno concesse al Comune, che saranno recuperate e riutilizzate per edificare case popolari tecnologicamente all’avanguardia ed a basso impatto energetico. “Il piano strutturale – ha detto Renzi – si inserisce in quel sogno di Giorgio la Pira, e cioè tende a dare concretezza al quotidiano. Lo spazio nell’epoca della globalizzazione è un aspetto particolarmente interessante, noi a Firenze vogliamo con questa misura dare cittadinanza alle idee. Perché in una città come Firenze, non rischiare sarebbe come rinnegarla”.

EX MECCANOTESSILE. Un intervento all’attacco, ma anche con una concessione che sa di passo indietro sull’area dell’ex Meccanotessile: “questa Giunta è pronta a rivalutare e rimettere in discussione le valutazioni e le scelte prese; siamo pronti a fermarci da qui a due mesi, fino a settembre, confrontandoci  serratamente sul metodo e sui progetti dei comitati. Se dovremo cambiare idea lo faremo, se stiamo sbagliando, faremo un passo indietro”.  Un’apertura inaspettata ai movimenti che da mesi stanno protestando contro l’alienazione e la destinazione progettuale riservata per l’area, ma anche una mano tesa a quella sinistra radicale e radicata su posizioni lontanissime da quelle sostenute dalla Giunta di Palazzo Vecchio.
Poi la palla del dibattito passa all’aula. Critica l’opposizione targata Pdl, meno quella di Fli che annuncia l’astensione come era già capitato per l’approvazione del bilancio. "No" al piano anche da Ornella de Zordo, mentre la Lista Spini si spacca. Tommaso Grassi annuncia che voterà contro il piano, il suo superiore invece, Valdo Spini, annuncia l’appoggio ed il voto favorevole: “mi sembra che se le scelte vadano nel senso del "no" ai nuovi volumi e nel risparmio del territorio, queste scelte debbano trovare una sanzione; siccome questo è un piano strutturale che dovrà guidarci per i prossimi venti anni, credo giusto non prendere un atteggiamento che se ne lavi le mani, come potrebbe essere la via dell’astensione, ma di votare a favore per avere il titolo per poi chiedere coerenza nell’attuazione del piano stesso”. I più maliziosi fanno notare che questo voto è un'alzata di mano per la candidature alla presidenza del Consiglio comunale, qualora l'attuale presidente Giani decidesse di dimettersi.
APPROVAZIONE. Alle 17,15 arriva il voto definitivo. Renzi incassa il favore dell’aula: 27 favorevoli, 10 i contrari, 2 gli astenuti. Il primo cittadino porta a casa un risultato che Domenici per pochissimo non seppe cogliere. In quel caso la magistratura ed il caso Castello la fecero da padrone e fecero saltare il banco. Renzi, invece, oggi, dopo aver incassato il parere favorevole di lunedì sul bilancio, a poco più di trenta ore dall’inaugurazione della pedonalizzazione di piazza Pitti e via Tornabuoni, può continuare a sorridere.

 

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