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Aeroporto di Peretola: la Regione acquista azioni dalla Monte dei Paschi

E' stato Enrico Rossi ad illustrare l'operazione: alla banca andranno 4,8 milioni di euro. Per Renzi la questione resta la pista anche se esprime "dubbi" sull'iniziativa finanziaria

Questione aeroporto, a volte ritorna verrebbe da dire. Pista parallela, convergente, allungamento dell’attuale lingua di asfalto di Peretola. Sulla variante al Pit, ancora tutto tace. Perizie, relazioni tecniche, pareri discordanti, con la politica che intanto si 'scanna' ogni qual volta il tema riaffiora a galla. Oggi tuttavia la Regione Toscana di punti ne ha messo a segno uno, grosso quanto chiacchierato. Sono passate infatti nelle mani di Palazzo Strozzi Sacrati il 4,893% di azioni Adf detenute fino ad oggi dal gruppo Banca Monte dei Paschi. A confermarlo il governatore Enrico Rossi che in mattinata ha illustrato i dettagli dell’operazione: un’operazione di 4,8 milioni di euro, in pratica 11 euro ad azione. Un prezzo “assolutamente congruo” ha sottolineato sempre Rossi, anzi “molto inferiore sia ai 18 euro pagati dall'Ente Cassa, sia agli acquisti più recenti di altri enti”, ovvero le Camere di commercio di Firenze e Prato. “E’ un investimento sul territorio”, ha detto Rossi, ricordando che da tempo il Consiglio regionale aveva dato mandato alla Giunta di acquisire una quota fra il 5% e il 15%. E a quanto pare non pare che l’operazione condotta dalla Giunta regionale possa esaurirsi qui: “Vedremo se ci sarà la possibilità in futuro di sviluppare ulteriormente la nostra presenza in Adf”.

RENZI - E come ha accolto la notizia il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che con la Regione sulla questione Vespucci ha un contenzioso di vecchia data? Una partita aperta da mesi, tutta giocata su due parole: obliqua – parallela. “Tutti gli atti della Regione – ha osservato Renzi – e di altri enti che danno importanza alle strutture di Firenze sono positivi: certo, poi uno può avere i dubbi se sia giusto che al giorno d’oggi un ente pubblico acquisti le quote da una banca. Ma queste sono valutazioni che spettano non a noi ma alla Regione”. Piccola stoccatina, soft ma puntuale, come oramai è tradizione quando nella stessa ‘stanza’ sono seduti Rossi e Renzi. Ma il punto vero per il primo cittadino del capoluogo toscano è tutt’altro: l’approvazione della variante al Pit, che per il titolare di Palazzo Vecchio ha un unico nome, una nuova pista obliqua all’autostrada. “Per noi – ha continuato – al di là della composizione azionaria, oggi il tema è se si cambia questa benedetta direzione della pista che non consente un valido sistema di atterraggio a Firenze. Credo che Firenze non debba diventare un Hub internazionale, ma deve essere un aeroporto funzionante, che aiuti le nostre aziende. Ogni milione di passeggeri in più sono 800-900 posti di lavoro che vengono assicurati al nostro territorio”. “La vera sfida – ha detto ancora Renzi – non è la composizione azionaria, ma è sulla direzione della pista: è maturo il tempo per sciogliere la questione della variante al Pit. Questo mi sembra il punto centrale che può aprire o meno la strada all’integrazione con Pisa. Detto questo, benvenuta alla Regione”.

ROSSI - Pochi minuti ed è giunta la risposta di Rossi. Stessi concetti di qualche mese fa, con la stessa sensazione che la Regione spinga forte per la soluzione obliqua-convergente. Peretola, ha spiegato il presidente della Regione ricordando l’attuale inadeguatezza dello scalo, “non può essere un aeroporto intercontinentale o come Venezia e non potrà diventare quella roba lì. Chi lo pensasse sbaglierebbe: siamo in una situazione ambientale fortemente urbanizzata e antropizzata. Sarebbe un errore puntare a dimensioni non sostenibili”. Enac per la nuova pista, ha ricordato Rossi, “ha promesso un’analisi comparata delle diverse ipotesi: quando saranno pronti io mi aspetto anche una convocazione presso il Ministero delle Infrastrutture, e poi sarà il Consiglio regionale a fare le sue valutazioni e decidere”. Il governatore toscano ha ribadito che con gli scali di Firenze e Pisa “si andrà gradualmente a tutte le forme di integrazioni possibili”, e “ci sono entusiasti come me che vorrebbero domani la fusione, ma altri che non ne vorrebbero sentir parlare”. Rossi si è quindi augurato di “trovare un supporto adeguato da parte del ministero alle politiche della Regione. Il piano di Matteoli si lamentava della dispersione dei siti aeroportuali, e spingeva verso ammodernamento e integrazione: è quello che stiamo facendo”.
 

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