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Aeroporto: "Peretola non può puntare al modello Venezia"

Rossi torna sulla questione della pista: "l'aeroporto avrà una pista moderna, lunga 2 km, più 300 metri in testa e in coda. Il modello da seguire è quello del city airport"

Questione Peretola; pratica aperta, ostica, con qualche trappola politica, accompagnate da polemiche fortissime e corredata da qualche strappo istituzionale. Per questo il presidente della Regione Enrico Rossi ne parla con il contagocce, anche se va avanti per la sua strada. E’ stato Rossi ha dare la scossa istituzionale sollevando e riaprendo il dibattito politico attorno al Pit: “la questione dell'aeroporto – ha sostenuto ieri Rossi - dicono tutti che va avanti da 40 anni. Io l'ho sollevata, non con chiacchiere, ma con atti che hanno comportato reazioni forti”. Una riflessione strategica e cruciale sulla Piana e le possibilità di espansione del Vespucci. Un atto deciso, coraggioso, che gli ha procurato non pochi grattacapi e lunghi silenzi. La discussione lo ha sempre inseguito ma è pur sempre andata avanti. Ha sempre sostenuto la necessità di un confronto, anche serrato in una tempistica ragionevole.

C’è chi dice che entro Natale il Pit sarà approvata la variante di Pit. Rossi non si sbilancia ma assicura impegno su più fronti. Il primo, la scalata della Regione alle quote Adf: nei progetti del governatore ci sarebbe l’acquisizione di quote azionarie su una forbice che va dal 5 al 15 %, per un valore che si aggira attorno ai 15 milioni di euro. Quote che l’Ente dovrebbe racimolare tra la Camera di commercio e da enti pubblici. “E’ bene che si aiuti la Regione a raggiungere l'obiettivo di entrare nella società di Firenze – ha affermato ieri Rossi – perché questo può essere elemento di garanzia rispetto a questi equilibri che, dal punto di vista del governo regionale, riteniamo da rispettare”. Secondo, la questione legata alla pista di Peretola: allungamento, obliqua, parallela, il dibattito è in corso ed è spinoso più che mai. Qui le variabili, gli interessi, i campanilismi e gli attriti sono accesi più che mai. C’è di mezzo più di un tema, dalle strategie di sviluppo aeroportuale regionale al ripensamento della Piana, dagli scontri istituzionali tra comuni alle dinamiche interne al Pd. Lo scontro è tutto attorno alla direzione geografica della nuova ipotetica pista del Vespucci. L’ipotesi parallela all’autostrada ha generato una levata di scudi importante di tutta la Piana, da Prato, Sesto, a Campi. Tutti contro Palazzo Vecchio che spinge per la parallela. Con i mesi tutto si è complicato, lo scontro si è incancrenito e nel bel mezzo del dibattito si sono inseriti temi come l’inceneritore di Case Passerini ed il parco agricolo della Piana e la richiesta ufficiale di una nuova Vis. Un vero e proprio muro contro muro; il rischio vero è la paralisi della progettualità territoriale. Il sindaco di Campi, Adriano Chini, in più di un’occasione ha affermato che questo scontro logorante rischia di far cadere nel vuoto tutte le scelte decisive per questa porzione di terra. A Rossi il compito di fare il pompiere, cercando di tenere la barra dritta sugli scopi.

Sulla vicenda, il suo pensiero non è mai mutato: “bisogna dare una pista adeguata all'aeroporto di Firenze, e metterlo in integrazione con l'aeroporto di Pisa. Sono convinto che Firenze non possa diventare Venezia: chi lo pensa sbaglia”. E ieri ha spiegato anche il perché: “prima di tutto nei confronti dei fiorentini, dei pratesi, degli abitanti della Piana, perché l'area di Firenze non può sopportare uno sviluppo come quello che ha avuto l'area dell'aeroporto di Venezia, non ci sono le condizioni ambientali e strutturali. Invece, nell'ambito di un’integrazione con l'aeroporto di Pisa, Pisa può e deve fare i volumi, e Firenze può giustamente fare i margini, essere city airport, come ho sempre detto fin dall'inizio”. Come dire si punta forte su Pisa senza tralasciare nulla su Firenze compresa la nuova pista. Rossi parla di soluzioni adeguate per una pista moderna, lunga circa 2000 metri, più 300 metri intesta ed in coda: “la questione della pista deve essere assolutamente risolta: io non sarò il presidente che farà declassare la pista di Firenze”

POLEMICA RENZI - Ieri mattina ai microfoni di Lady Radio il sindaco di Firenze, interrogato sulla possibilità che la pista prenda una direzione obliqua (una possibilità che circola da qualche settimana) ha risposto secco: “l’ipotesi obliqua non esiste, la soluzione migliore resta la parallela”. Parole che il presidente Rossi non ha gradito per niente, tanto da fargli dire: “una volta i comuni e le regioni non si parlavano tramite stampa. Si alzava il telefono, si chiamava il presidente, si chiamava l'addetto al settore. Credo che questo costume sarebbe opportuno ristabilirlo tra la Regione ed il Comune di Firenze, anche per evitare di annoiarvi con tutte le nostre chiacchiere”. Ma ieri è stato anche il gran giorno dello stadio ed il nuovo progetto che interessa l’area della Mercafir. Palazzo Vecchio ha scelto di accantonare definitivamente l’idea Cittadella a Castello, un’ipotesi che Rossi ha sempre osteggiato: “anch’io voglio un nuovo stadio, chiariamoci. Dissi di no alla Cittadella perché poteva pregiudicare lo sviluppo dell'area aeroportuale. Tutto non ci stava”.
 

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