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Il report Mal’Aria / Viali / Viale Antonio Gramsci

Pm10, a Firenze peggiorano i dati. Legambiente: “Dipende dai cantieri della tramvia”

“Una volta conclusi i lavori ci aspettiamo un crollo dell’inquinamento”

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Peggioramento dei dati del pm10 e del biossido di azoto (concentrati su due stazioni di rilevamento) e un netto miglioramento per l’ozono. È quadro in chiaroscuro quello fiorentino sull’inquinamento ambientale, secondo quanto emerge dal report Mal’Aria 2024 di Legambiente Toscana. 

Nella nostra regione l’unica centralina di rilevamento con un numero di sforamenti dei livelli di pm 10 superiori al limite massimo, 35 giorni in un anno, è quella di Capannori, a quota 38 nel 2023 a conferma delle criticità della piana lucchese. Ma anche i numeri fiorentini non sono poi così brillanti.

Problemi in viale Gramsci e Ponte alle Mosse

Ma anche Firenze non brilla: si registra infatti “lieve rimbalzo peggiorativo” sui dati di media annuale del pm10 nelle stazioni di viale Gramsci (30 microgrammi per metro cubo rispetto ai 28 di media del 2022) e via Ponte alle Mosse (27 µg/m3 rispetto ai 26 del 2022),  “aumenti - spiega il presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza - probabilmente ascrivibili alla fase dei grandi cantieri avviati in città per l’ampliamento della rete tramviaria metropolitana. Situazione simile per il biossido di azoto dove c’è un ‘caso Firenze’: unico inquinante in calo a livello nazionale negli ultimi cinque anni, ma viale Gramsci è la sola stazione di rilevazione in Toscana a non aver rispettato nel 2023 il limite relativo alla massima media annuale di 40 µg per metro cubo (con 41 µg/ m3), seguita da Ponte alle Mosse (35 µg). In netto miglioramento, come in tutta la Toscana i dati dell’ozono, “la notizia più positiva di questo rapporto regionale”.

“Comunque - ha aggiunto Ferruzza - il parco auto sta virando verso l'elettrico, aumentano le zone pedonali e le piste ciclabili, c'è un miglioramento delle caldaie. Siamo in mezzo al guado, ma piano piano stiamo andando nella direzione della transizione ecologica”.

“Con la tramvia crollati i dati dell’inquinamento”

Con particolare riferimento a Firenze, il presidente di Legambiente ha parlato della necessità “di stringere un po’ i denti sui cantieri per stare molto meglio domani. Da quando è entrata in esercizio la T1 abbiamo visto precipitare i dati sull’inquinamento, ci auguriamo che quando saranno conclusi i cantieri accada anche su viale Gramsci, Ponte alle Mosse e in tutte le stazioni cittadine”.

In merito alle misure prese da Palazzo Vecchio sulla mobilità sostenibile, “l'incremento di zone 30 e piste ciclabili va nella giusta direzione", tuttavia “bisogna comunicarlo in positivo, far comprendere ai cittadini che non si tratta di divieti ma di contribuire tutti insieme al miglioramento della salute dei nostri polmoni. Va spiegato che non è una fase repressiva, bensì propositiva". Discorso analogo per lo scudo verde “l’importante è che sia dentro a un percorso di programmazione e pianificazione condiviso con i cittadini, fortemente partecipato, che faccia capire che non sono sacrifici, ma azioni coordinate che vanno tutte nella stessa direzione”.

“Il cambiamento climatico impone di alzare l’asticella”

“Stiamo lavorando bene - il commento di Pietro Rubellini direttore generale di Arpat - ma siamo di fronte a un nemico subdolo, il cambiamento climatico che ci impone di alzare l'asticella.  Il cambiamento climatico ha estremizzato i fenomeni stagionali, ad esempio il regime delle piogge non ha più una distribuzione temporale stagionale, ma è ormai caratterizzata da fenomeni temporaleschi di breve durata, ad alta intensità e molto concentrati. Questo fa venir meno il fenomeno di pulizia dell’aria, il cosiddetto rain-cleaning o rain -washing, dovuto all’assenza di piogge costanti, che, combinato al riscaldamento degli strati superficiali dell’atmosfera ed all’aumento della pressione atmosferica, determina uno schiacciamento al suolo degli ‘spessori atmosferici più inquinati’ con conseguente peggioramento della qualità dell’aria che respiriamo. Visto che per invertire questa tendenza serviranno anni, dobbiamo pensare a iniziative che possano dare ulteriore spinta alle cose che stiamo già facendo ma che non hanno ancora effetti così efficaci”.

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