Spettacolo teatrale: Truman Capote "Questa cosa chiamata amore" al teatro Niccolini
Dal 12 al 21 febbraio lo spettacolo "Questa cosa chiamata amore" al teatro Niccolini.
Come la protagonista di Colazione da Tiffany, anche Truman Capote ha vissuto una vita perennemente “in transito”. In una transitorietà che, prima di tutto era quella della propria condizione di diverso teso a farsi accettare da un mondo che, tendenzialmente, lo avrebbe escluso, emarginato.
Diverso Capote lo era non solo in quanto omosessuale, ma anche per il suo aspetto fisico da elfo, da bambino in un corpo di adulto, con una voce acuta e stridula che in un primo momento creava imbarazzo tra chi lo incontrava.
Truman sapeva, e lo dichiarava, che nessuno lo amava davvero, ma che tutti amavano la messa in scena che aveva fatto di se stesso, l’iperbole sfacciata delle proprie stranezze. Trovare una casa che sia “la tua”: questo è il tentativo disperato non solo dei personaggi di Capote, ma prima di tutto del loro stesso creatore. In questo senso, con le sue opere e con la sua stessa vita, Truman ci parla di una condizione umana sempre viva e attuale, ci parla di quanti, per essere accettati, sono costretti a farsi “personaggio”, a indossare una maschera, sentendosi dentro di sé soli e incompresi. Ecco perché, a raccontare Capote, qui troviamo un suo “alter ego”, che non parla dagli anni 50 o 60, ma dal nostro presente.
Quest’uomo – professore liceale di lettere, omosessuale e accusato di avere avuto una relazione con un suo studente minorenne – vive a suo modo la condizione di Capote e dei suoi personaggi: il desiderio e l’impossibilità di essere accettato. Anche lui, per sopportare la solitudine, si maschera, e si identifica proprio in Capote – il suo scrittore preferito. Così raccontando e impersonando Capote, racconta se stesso. E viceversa.
Il gioco teatrale è tutto qui, in uno slittamento continuo delle identità, nella sovrapposizione di maschere perché, come scrive Capote, “la verità non esiste, non può essere altro che illusione ma l’illusione, può raggiungere le sommità più vicine alla vetta inaccessibile della Verità Perfetta”.