The dead dogs di Jon Fosse al teatro della Limonaia
Al teatro della Limonaia va in scena Jon Fosse il 19 ottobre.
Questo testo è un thriller?
Chi sono The dead dogs?
Sono un piccolo gruppo musicale con giacche da college americano con il nome ricamato in paillettes sulla schiena?
Sono una garage band dei fiordi?
Sono quello che ci lasciamo indietro, quello che dobbiamo seppellire mentre affrontiamo la vita?
Sono legami che dobbiamo rompere per andare avanti?
Cosa vogliamo davvero vendicare?
A cosa serve il guinzaglio appeso nell’ingresso?
A chi serve il guinzaglio appeso nell’ingresso?
E il nostro, dove lo abbiamo dimenticato?
Le persone stanno davvero bene quando dicono che stanno bene?
Se non è così, perché mentono?
Perché noi le lasciamo mentire?
Andremo ancora a pescare sul fiordo?
Un giovane uomo uccide il suo vicino di casa perché il vicino di casa ha ucciso il suo cane. Violenza cieca che esplode nel quotidiano. Orrore, solo a pensarci. Risuona l’eco di molteplici fatti di cronaca, di come vengono raccontati e sezionati dai media. Orrore. Eppure istintivamente vorremmo schierarci con il giovane uomo, l’assassino.
Perché?
Perché il giovane uomo non è un serial killer, non è in preda alla follia, il suo gesto segue una logica, una logica tragica e primitiva, una logica di vendetta. Compie un delitto passionale, difende un affetto/ il suo unico affetto, un legame/il suo unico legame, un amore, un amico/il suo unico amico. Vendica il senso muto dello stare accanto, dell’essere compagni nella purezza che è o sembra essere ormai solo dell’animale. Il cane “è solo un cane”, certo, e proprio per questo non conosce non-detti né rancori né menzogna, è libero dalla zavorra che la parola porta con sé, dalla trappola che diventa il linguaggio nei rapporti descritti da Fosse, così fallibili e così umani.
E’ per questo che sentiamo che questo orrore ci riguarda?
Questa domanda è uno dei moventi del progetto che nasce anche dalla volontà di continuare il confronto con la drammaturgia di Jon Fosse iniziato con lo spettacolo Suzannah (2014).