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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Osteoporosi, Ason lancia la nuova sfida terapeutica

Il convegno nazionale Ason sta studiando uno speciale algoritmo per costruire terapie su misura per ogni paziente e aumentare l’aderenza alla patologia fino all’80%

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FirenzeToday

L'obiettivo degli specialisti del settore è ambizioso: portare l'aderenza di una terapia nel campo dell'osteoporosi - cioè il suo grado di responsività alla patologia - dall'attuale 50% all'80%, studiando un algoritmo in grado di fornire al medico una sorta di percorso diagnostico terapeutico personalizzato nella lotta all'osteoporosi. E' una delle finalità del convegno nazionale organizzato sotto l'egida di ASON (Associazione Specialisti Osteoarticolari Nazionale), che si chiude oggi al Palazzo dei Congressi di Firenze e che per due giorni ha riunito i maggiori esperti territoriali nel campo delle patologie osteoarticolari.

A porre l'accento sulla necessità di migliorare l'aderenza terapeutica in questo settore è la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui oggi il livello medio a livello globale è del 50%, mentre per avere una reale efficacia antifratturativa questa deve essere superiore all'80%. Il primo passo della sfida terapeutica all'osteoporosi consiste nella condivisione di una scheda per monitorare nel tempo il pazienze e migliorare la sua aderenza alla terapia attraverso controlli clinici programmati, insieme all'esecuzione periodica di alcuni esami di laboratorio e strumentali.

A questo punto entra in gioco uno speciale algoritmo diagnostico, studiato proprio al convegno fiorentino, che possa facilmente indirizzare il medico verso la specifica tipologia di dolore (infiammatorio, neuropatico, misto, ecc…) considerato che spesso proprio il dolore neuropatico non viene diagnosticato né trattato correttamente. Al riguardo, il convegno ha ricordato come la legge 38 sull'utilizzo degli oppiacei, presidio molto efficace per il controllo del dolore osteoarticolare cronico - introdotta in Italia nel 2010 e riconosciuta in questo campo come la più completa ed innovativa in Europa - viene purtroppo poco applicata come dimostra il basso consumo in Italia di oppioidi. L'appuntamento fiorentino è servito anche per discutere dell'attualità delle linee guida dell'Oms su questo tema.

Le malattie reumatiche e osteoarticolari rappresentano infatti ancora la condizione cronica più diffusa nella popolazione italiana: secondo quanto emerge dall'Indagine Multiscopo Istat, artrite e artrosi colpiscono il 17,3% della popolazione e l'osteoporosi il 7,3%. Tra il 25% e il 50% degli ultrasessantacinquenni soffre di dolore, con gravi ripercussioni fisiologiche e psicologiche anche sull'ambiente familiare. Secondo l'Osservatorio Sanità e Salute circa 23 milioni di giornate di lavoro vengono perse annualmente in Italia per le tre malattie reumatiche invalidanti più diffuse - artrite reumatoide, artrite psoriasica e spondilite anchilosante - che da sole influiscono per 4 miliardi di euro sulla spesa annuale di assistenza socio-sanitaria, quasi la metà dei quali sono imputabili alla perdita di produttività dei 287.000 lavoratori colpiti.

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