Musica: omaggio alla carriera di Bruno Rigacci
E' oggi considerato il più grande compositore fiorentino vivente, ma in attesa che le istituzioni nostrane gli riconoscano formalmente ciò che la critica e gli appassionati melomani gli hanno già tributato in altre parti del mondo, in riva all'Arno il talento di Bruno Rigacci sarà presto celebrato.
Domenica 26 gennaio 2014 l'associazione OMEGA Musica (www.omegamusica.org) terrà infatti un concerto in Santo Stefano al Ponte Vecchio per festeggiare il compositore, direttore d'orchestra e musicista fiorentino, classe 1921. Al piano siederà il figlio, Pietro Rigacci, l'orchestra Nuova Europa sarà diretta da Alan Freiles: il concerto per piano e orchestra, sarà dedicato a Verdi - da qui il titolo, "Verdi sinfonico" - e alcuni dei brani delle varie opere liriche anche di sue composizione, con la partecipazione dei suoi più rinomati allievi e dei cantanti Silvana Froli, Susanna Rigacci e Mauro Buda.
All'evento parteciperanno Alberto Paloscia e Cesare Orselli, presidente della Fondazione Fausta Cianti, alle cui attività sarà devoluta parte del ricavato del concerto.
Si tratta di un concerto-tributo a un grande della musica italiana: il suo legame con Firenze è qualcosa che va al di là dell'anagrafe, e che affonda le radici negli studi compiuti al conservatorio, dove Rigacci - che aveva iniziato la carriera concertistica a 8 anni - si è diplomato in pianoforte, composizione, direzione d'orchestra, canto e musica corale. Sin da subito, è stata la sua stessa produzione musicale ad aprirgli le porte dei maggiori teatri in Italia e all'estero. Dopo il debutto come direttore d'orchestra con la sua opera "Prof. King" a Bergamo nel 1957, Rigacci ha infatti iniziato la sua attività direttoriale con il "Trovatore" al Kungliga Teatern di Stoccolma, dove è rimasto direttore stabile per due anni. Da allora ha diretto nei più importanti teatri d'Italia, Europa e Stati Uniti (specie a San Diego, in California) con un repertorio sinfonico e particolarmente operistico di oltre cento titoli.
Negli anni Ottanta è stato fortissimo il suo legame con Carla Fracci e Beppe Menegatti, con i tre che hanno formato un trio d'eccezione: danzatrice la prima, coreografo il secondo e direttore d'orchestra il terzo."Personalmente collego l'opera di Rigacci alle produzioni del festival dell'Accademia Chigiana di Siena - spiega Cesare Orselli, musicologo conferenziere nonché massimo studioso italiano di Mascagni e presidente della Fondazione Fausta Cianti- oltre che presidente OMEGA, specie Donizetti e Rossini, con Parisina d'Este e Le convenienze e le inconvenienze teatrali. Si narra che addirittura riuscisse a leggere le partiture rovesciate, ha sempre avuto un talento spaventoso. Le immense doti come virtuoso del piano e direttore - aggiunge - hanno forse messo in ombra la sua attività come compositore, specie nella seconda parte della sua vita". Una branca della musica cui invece si è dedicato con passione: in decenni di attività Rigacci si è occupato anche di ricercare e recuperare, trascrivendole, opere dimenticate.
Ha formato e coltivano un'intera generazione di cantanti e musicisti, promuovendo giovani debuttanti e aiutandoli a diventare autentici interpreti. Per quarant'anni ha insegnato Lettura della Partitura al conservatorio "Cherubini" di Firenze, così come Repertorio Lirico al teatro del Maggio. Era quasi fisiologico che un talento del genere si trasmettesse ai figli: Pietro (1954) è un apprezzato pianista e compositore, mentre Susanna è un noto soprano. Sue sono le interpretazioni di alcuni brani più famosi di Morricone. I due fratelli si sono esibiti insieme la scorsa estate, alla limonaia di Villa Strozzi (Firenze), sotto gli occhi del padre. A scapito delle sue 93 primavere, Bruno Rigacci continua a comporre musica: appena due anni fa ha scritto un'opera buffa - "un esercizio tra il culturale e il grottesco" la definisce Orselli - dedicata ai maggiori personaggi di cui si parla nelle diverse opere ma che però non appaiono mai in scena. Una carrellata di fantasmi dell'Opera, insomma. Nello stesso periodo ha realizzato un concerto per pianoforte su materiali verdiani, un esempio di "musica al quadrato" cioè di rivisitazione e rielaborazione di spunti tematici di altri autori. Il concerto di gennaio si preannuncia dunque come un riconoscimento alla carriera, per un grande della musica fiorentina e italiana.