Giorno della Memoria: lettura di "Se questo è un uomo" al museo del Novecento
Un doppio appuntamento al museo del Novecento in occasione della Giornata della memoria. La prima la mattina alle 11:00, la seconda alle 15:30.
La giornata comincia alle 11 del mattino, quando nell'altana si terrà la conferenza "Mario Mafai e Antonietta Raphael negli anni del regime", organizzata dall'Associazione Mus.e e curata da Elisabetta Stumpo. L'incontro ripercorre la vita dei coniugi Mafai, colpiti nei modi più vari dagli abusi della dittatura, dalla demolizione della loro casa atelier di via Cavour a Roma, alla necessità di nascondersi con tutta la famiglia all’indomani dell’emanazione delle leggi razziali. Una conferenza incentrata sull'esperienza artistica della coppia durante la quale verrà eccezionalmente mostrata al pubblico l'opera Fantasia (1940) della serie Fantasie. La movimentazione dell'opera Fantasia di Mario Mafai, è stata possibile grazie allo sponsor tecnico Arterìa.
Alle 15:30 appuntamento con lettura-installazione “Il viaggio”, che vedrà gli allievi del laboratorio teatrale La Stanza dell'Attore (tutti studenti del liceo Michelangelo) diretto dal regista teatrale Giovanni Micoli, seduti sotto il loggiato (dove si trova una targa che ricorda il complesso delle ex Leopoldine come luogo della memoria di Firenze) e impegnati ciascuno nella lettura di un capitolo di “Se questo è un uomo” di Primo Levi.
Insieme a loro anche il direttore artistico del Museo Novecento, ideatore dell'iniziativa, Sergio Risaliti. Ognuno dei performer porterà applicata sul petto una stella di David, a memoria del simbolo con cui vennero “marchiati” gli ebrei nella Germania nazista. "Non possiamo dimenticare ciò che è accaduto, soprattutto oggi che intollerabili manifestazioni di rigurgito fascista e aberranti rimozioni emergono nelle nostre società democratiche – dice Sergio Risaliti -. Esiste un’arte prima dell’Olocausto e ne esiste una dopo. L’arte, la poesia sono sopravvissute assieme alla memoria. Il silenzio, cui faceva riferimento il grande filosofo Theodor Adorno, ha “condannato” gli artisti a dire l’orrore”.
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Museo Novecento: un luogo della memoria
Una storia lunga quasi ottocento anni, quella del complesso delle ex Leopoldine, che tra i vari eventi e passaggi di consegne – da ricovero per i pellegrini a istituto per le giovani indigenti fino alla trasformazione in istituto scolastico nel secondo dopoguerra prima di essere convertito in museo - annovera una pagina buia, quella che negli anni tra il 1943 e il 1944, lo vede requisito dalle truppe germaniche di occupazione. All'interno della struttura furono reclusi e interrogati i lavoratori che aderirono allo sciopero del marzo 1944, indetto dal Comitato di Liberazione nazionale, 338 dei quali furono trascinati alla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella e deportati nel lager nazista di Mauthausen. Dei 338 deportati sopravvissero solo in 64.